Cosenza, omicidio Santo Nigro. Francesco Cicero condannato a 30 anni

Il Tribunale di Catanzaro – Gup Barbara Saccà – ha emesso la sentenza al termine del processo celebrato con il rito abbreviato e relativo all’omicidio dell’imprenditore cosentino Santo NigroFrancesco Cicero è stato condannato a 30 anni di carcere, a Mario Pranno è stata riconosciuta la continuazione con gli omicidi del processo “Missing” per una pena di 3 anni e 4 mesi. Tra gli imputati figurano anche i collaboratori di giustizia Aldo Acri e Francesco Saverio Vitelli, ai quali è stata riconosciuta la continuazione con la sentenza emessa nei processi “Missing” e “Luce”. I pentiti sono stati condannati a due anni di carcere.

Santo Nigro venne ucciso la sera del 18 novembre 1981 all’interno di un negozio di sua proprietà. L’imprenditore cosentino, secondo le indagini del procuratore Nicola Gratteri, dell’aggiunto Vincenzo Capomolla e del sostituto Vito Valerio, fu ucciso dai vertici del clan Perna-Pranno, perché si sarebbe rifiutato di aderire alle reiterate richieste estorsive del gruppo ‘ndranghetista, mentre queste ultime erano impegnate a combattersi tra loro in una guerra per ottenere il controllo del malaffare della città.  Così l’uomo era stato freddato con diversi colpi di pistola, mentre il figlio della vittima era stato ferito ad una gamba. 

I magistrati Vincenzo Capomolla Vito Valerio della procura di Catanzaro, coordinati dal procuratore capo Nicola Gratteri, hanno ricostruito questa complicata vicenda, grazie alle dichiarazioni dei pentiti, che hanno permesso di chiarire numerosi aspetti del delitto, anche dopo tanto tempo. L’imprenditore ucciso era intenzionato ad avviare un’attività nel quartiere di Cosenza controllato dai due arrestati: aveva ricevuto più volte le visite degli uomini del clan che chiedevano il pizzo per quel nuovo negozio di pelletteria e calzature, ma si era sempre rifiutato di sottostare alle loro richieste estorsive, arrivando a scacciarli in malo modo. Da qui la decisione dei boss di ammazzarlo, in modo da riaffermare il loro potere e mandare un chiaro messaggio agli altri commercianti.

Il mistero del commerciante ucciso risolto grazie ai pentiti

Il pentito Giuseppe Vitelli ha spiegato ai magistrati come il comportamento dell’imprenditore aveva fatto infuriare i capi del gruppo criminale al comando della zona, come Mario e Pasquale Pranno, ma anche suo fratello Francesco Vitelli.

A quel punto avevano deciso di dare un forte segnale, che fosse d’esempio per chiunque si fosse rifiutato di pagare. Infatti, in quel periodo in cui combatteva per il predominio in città, il clan aveva bisogno di grandi risorse economiche e soprattutto aveva necessità di riaffermare la propria autorità. Diversi altri collaboratori di giustizia nel corso del tempo hanno fornito la stessa versione sul perché Nigro fu ucciso, aggiungendo molti particolari sulla dinamica e sugli esecutori materiali dell’agguato.

La testimonianza dell’uomo che ha ucciso Santo Nigro

Tra i pentiti c’è stato anche uno dei killer, Aldo Acri, che ha ricordato come quella di Nigro fu la prima delle dieci esecuzioni da lui compiute su ordine dei Pranno. Ha descritto nei minimi dettagli il suo “battesimo del fuoco”, avvenuto quel pomeriggio: era entrato all’interno del negozio che l’imprenditore stava ristrutturando, con il volto coperto da un passamontagna, insieme ad un altro sicario, Carmine Luce, ucciso anni dopo da altri uomini del clan. Del commando omicida facevano parte anche Francesco Cicero, rimasto fuori a fare il palo, mentre Mario Pranno e Francesco Vitelli li aspettavano in auto a circa 700 metri dall’esercizio commerciale, proprio nei pressi della Questura di Cosenza, pronti per la fuga. Francesco Cicero, è accusato di aver fatto da palo ai killer, come riferito dai tutti i collaboratori di giustizia. Soprannominato il “pirata”, è fratello di Domenico, detto “Micuzzo”, che dopo il processo Garden assunse la reggenza del gruppo Perna Pranno, attualmente detenuto.