Cosenza, il questore Luigi Liguori trasferito: al suo posto Giancarlo Conticchio

Il dottor Luigi Liguori, dopo tre anni dalla nomina a questore, lascia il comando della questura di Cosenza.

Con una stringata nota è lo stesso Liguori a darne notizia: “Cari colleghi, carissimi cittadini, nel momento in cui sto per lasciare la bellissima città e provincia di Cosenza, rivolgo un saluto affettuoso a tutti e ringrazio chi mi ha dato l’opportunità di essere al servizio di questi “Agenti” e di tutta la comunità. Spero, con la mia condotta pubblica e privata di lasciare un buon ricordo ed un patrimonio di prassi amministrativa che ha sempre, dico sempre ed a qualsiasi costo, anteposto gli interessi generali a quelli singoli, sia nella conduzione dell’Ufficio nel delicato settore delle autorizzazioni e licenze di polizia che nella gestione tecnica dell’ordine pubblico. Ai miei Funzionari ed a tutti gli Operatori di Polizia l’abbraccio ideale e l’invito a continuare a migliorare costantemente l’efficienza dei servizi nell’esclusivo interesse di tutti i cittadini”.

Una nota che non spiega le ragione della rinuncia e che pare arrivare di colpo, dalla sera alla mattina. Al suo posto subentra il Dirigente Superiore dr. Giancarlo Conticchio, 55 anni.

Noi di Iacchite’ non siamo stati teneri con il questore Liguori, spesso gli abbiamo chiesto di spiegare come mai il suo ufficio non si è mai interessato dei reati commessi nella pubblica amministrazione, ed altre volte gli abbiamo chiesto come mai, nonostante lo dica la DDA di Catanzaro, non ha mai parlato di ‘ndrangheta a Cosenza. E poi ci sono i tantissimi reati, consumati durante la sua direzione,  che ancora all’oggi risultano privi di un colpevole. Una reggenza, quella del dottor Liguori, che non ha prodotto i frutti sperati. Una sostituzione che sembra arrivare proprio per questi motivi. Altrimenti non si spiega questo cambio repentino.

Noi pensiamo che in una repubblica democratica fondata sul diritto è lecito chiedere conto ai pubblici dirigenti del loro operato, ma questo a Cosenza risulta strano. Quasi una offesa, o addirittura una mancanza di rispetto. Come se dovessimo dare per scontato che chi si occupa di Giustizia a Cosenza è “onesto” a prescindere. Per il sol fatto di indossare una toga o una divisa.

Sull’onestà del dottor Liguori non abbiamo mai scritto un rigo, perché di persona onesta si tratta. Ma sulla sua efficienza, o sull’efficacia della sua azione contro il “crimine” e la ‘ndrangheta politica… diciamo che non si è espresso proprio. E nel fargli notare questo non pensiamo di averlo offeso o di mancare di rispetto alle Istituzioni. Negli stati realmente emancipati le diatribe tra la stampa e i “poliziotti” sono all’ordine del giorno, senza che falsi moralisti o ipocriti imbellettati si scandalizzino. Cosa che qui succede sistematicamente perché non si può parlare dell’operato di questori, prefetti, procuratori e giudici. Queste categorie non si toccano. Punto e basta. Anche se il risultato del loro lavoro è pari a zero. E questo per noi è inaccettabile, proprio perchè viviamo in uno stato dove il diritto di parola (anche degli aggettivi), e di critica (anche feroce) è garantito dalla Costituzione. Che tutela anche chi dai nostri scritti si sente offeso.

Auguriamo al dottor Liguori nuove soddisfazioni, quelle che magari non è riuscito a trovare a Cosenza, e al nuovo questore un sincero augurio di buon lavoro.