Sanità, la faida iGreco-Morrone: un’indegna sceneggiata

Ritornano d’attualità le faide nella sanità privata cosentina. Due dei maggiori gruppi di potere del settore, iGreco e la famiglia Morrone si stanno dando battaglia a furia di articoli “giornalistici” e di repliche al vetriolo.

Partiamo dal comunicato ufficiale della clinica dei Morrone, la Misasi-San Bartolo.

“E’ il secondo giorno consecutivo che il quotidiano La Provincia – si legge nella nota -, di proprietà del gruppo “IGreco”, ha preso di mira la San Bartolo Srl, divulgando notizie del tutto false e forvianti.
Ebbene, le spiegazioni, ve le diamo noi: il gruppo cariatese “iGreco” ha iniziato l’escalation nella sanità cosentina qualche anno addietro acquistando alcune case di cura private in serissime difficoltà economiche, tanto che alcune di queste erano in concordato preventivo. Prima di acquisire tali proprietà, si vocifera che “iGreco” avrebbero ricevuto garanzie politiche romane per un importante incremento dei budget alle strutture da loro acquisite, e nello specifico “Casa di Cura Madonna della Catena” (sull’orlo del fallimento), la “Casa di Cura La Madonnina” e la “Casa di Cura Sacro Cuore”.

Detta notizia in verità trovava tutti gli operatori sanitari molto scettici ritenendola una delle solite illazioni. In effetti però negli ultimi quattro anni il gruppo “iGreco” ha macinato milioni di euro su milioni di euro, incrementando i budget complessivi delle tre strutture sopra menzionate da 14 milioni di euro circa a ben 20 milioni di euro nel 2017. Sei milioni di euro annui in più per il gruppo cariatese.

I favoritismi nei loro confronti non finiscono qui, infatti gli stessi hanno richiesto ulteriori quaranta posti letto di R.S.A. medicalizzata, che in soldoni equivalgono ad oltre 3,5 milioni di euro annui, con la solita minaccia di operare ulteriori licenziamenti da far seguire ai già numerosi avvenuti al loro ingresso nel settore della sanità nel Cosentino (ovviamente spalleggiati e supportati da alcuni sindacalisti).

La Casa di Cura Misasi, della San Bartolo Srl, invece, che svolge prestazioni di riabilitazione, si è vista progressivamente ridurre il budget annuo da 3,9 milioni di euro a 3,3 milioni di euro. Per questo motivo la scrivente si è rivolta al commissario Scura, per evidenziare la disparità di trattamento a parità di posti letto e specialità sanitaria (codice 56 riabilitazione). Il dato che è emerso è allarmante, in quanto la differenza economica a posto letto giornaliero è pari a 18,18 euro circa che moltiplicato per 365 giorni per 45 posti letto equivale ad una differenza a svantaggio della Casa di Cura Misasi di euro 298.606,50.
E’ chiaro che avere evidenziato questa disparità di trattamento, ha turbato l’intoccabile gruppo cariatese che ha iniziato a screditare la Casa di Cura Misasi – San Bartolo Srl con notizie false e pretestuose.

In particolare, il contratto di lavoro applicato ai dipendenti della San Bartolo Srl è sempre stato e continua ad essere quello AIOP; la dotazione organica della stessa è ben superiore ai requisiti minimi organizzativi previsti dalla Legge Regionale sugli accreditamenti (D.C.A. 81/2016). La presenza della Cooperativa è di supporto alla San Bartolo Srl, avendole affidato i soli servizi di pulizia, manutenzione e ambulanza.
Leggiamo questi attacchi giornalistici come una vera e propria intimidazione per aver solo osato evidenziare le suddette disparità di trattamento economico rispetto al gruppo “iGreco”.
Noi non ci lasceremo intimidire, perché chiediamo solo equità e giustizia nella distribuzione dei budget di tutte le case di cura, al fine di poter salvaguardare tutti i posti di lavoro delle tante famiglie che lavorano presso le nostre strutture sanitarie.
Tali intimidazioni sono molto gravi, tanto da necessitare, a nostro avviso, l’intervento di altre istituzioni.
Casa di Cura Misasi di San Bartolo Srl

Ennio e Luca Morrone

Fin qui la casa di cura riconducibile alla famiglia Morrone. Dove ci sarà anche qualche verità ma ci sono anche tante bugie. A partire dalla negazione totale della pantomima della regolamentazione dei contratti dei lavoratori della sanità privata. La Regione, con un vero e proprio blitz, aveva cambiato la legge (e Morrone è presidente della Commissione di Vigilanza, quindi in vergognoso conflitto d’interessi!) ma il TAR ha clamorosamente sconfessato la politica corrotta.

Ma non solo. Alla casa di cura Misasi i lavoratori hanno, infatti, un contratto di prossimità e non quello AIOP. E poi nella cooperativa di gestione ci sono parecchi OSS e infermieri che verranno mandati via perché dopo la sentenza del TAR sui contratti, hanno capito che non possono tenerli. Ma tuttora sono al loro posto ed è una palese irregolarità. Il servizio di autoambulanza della cooperativa, in particolare, è subentrato da poco tempo, ma tutti sanno che la cooperativa è formata quasi interamente da OSS e infermieri.

E non finisce qui. Adesso Morrone e soci vogliono applicare altre forme contrattuali per ridurre le tasse e i dipendenti, ai fini pensionistici, si ritroveranno, con decenza parlando, col culo rotto. Infine, da quanto abbiamo appreso, i Morrone hanno fatto subentrare un altro sindacato compiacente che si chiama CISAL e vogliono riformare i contratti farlocchi.

In estrema sintesi: due impresentabili gruppi di potere che si fanno la guerra ma che hanno entrambi centinaia di scheletri negli armadi. E la “giustizia”, come al solito, dorme.