Cosenza saccheggiata, Occhiuto accusa Giacomo Mancini: il debito è colpa sua

FOTO DI ERCOLE SCORZA

L’aspetto più squallido di questa brutta faccenda del dissesto economico del Comune di Cosenza è ascoltare tutto il giorno, in “loop”, la solita solfa di Occhiuto ogni volta che viene beccato con le mani nella marmellata: io non c’entro niente, la colpa è di chi mi ha preceduto, io non ne sapevo niente. Ed è proprio per questo che si è sempre circondato di servi sciocchi e mediocri, gente senza dignità che per un posticino al sole si è resa disponibile anche ad assumersi le sue colpe. E così ha fatto per quasi nove anni scaricando sugli altri tutte le sue malefatte: vedi il caso Cirò, gli avvisi di garanzia a Pecoraro per le ditte amiche, l’appalto di piazza Fera/Bilotti, l’abbattimento dell’ex Jolly. Senza contare i tanti “lavori” appaltati a suoi creditori per la creazione di piazze e piazzette inutili che hanno solo esasperato la già incasinata circolazione stradale in città.

In tutti questi intrallazzi, sgamati da diverse procure, lui non c’entra mai niente. Sono stati i dirigenti, i Rup, gli imprenditori, i suoi uomini di fiducia, la malavita a fare tutto di testa loro senza che Occhiuto ne sapesse niente. Lui intascava solamente, senza sapere la provenienza del denaro. E come si dice: a caval donato non si guarda in bocca. E se mai dovesse svegliarsi la Dda di Catanzaro, ne sentiremo delle belle proprio su questo filone. Aspettiamo.

Stessa tecnica sta utilizzando per quel che riguarda la drammatica situazione economica delle casse comunali svuotate dalla sua perenne necessità di denaro per far fronte all’enorme mole di debiti che, da fallito qual è, ha creato in tutti questi anni, scaricando le responsabilità prima sui cittadini e poi sulle precedenti amministrazioni.

Dice Occhiuto: il 65% dei cittadini di Cosenza non paga le tasse, ed è per questo che non è stato possibile ripianare il debito. I debiti si sono accumulati, a detta di Occhiuto, proprio per queste mancate entrate.

Non solo non si assume le proprie responsabilità, come quella di aver sperperato milioni e milioni di euro per soddisfare i suoi creditori e la cupola masso/mafiosa che gli ha permesso di fare il sindaco (avrebbe potuto coprire, con questo denaro, parte dei debiti del Comune ma ha preferito scialacquare), ma rilancia offendendo i cittadini: i cosentini sono morosi e vrusciaturi.  Come dire: oltre al danno anche la beffa.

Ma non finisce qui. Occhiuto va oltre e addossa l’incremento di oltre 200 milioni di euro dei debiti comunali, prodotti dalla sua amministrazione, alle giunte del passato. In sostanza Occhiuto dice che il maggior responsabile del fallimento di Cosenza è Giacomo Mancini, l’ideatore e il “fondatore” del debito che nel corso degli anni non ha fatto altro che aumentare.

Occhiuto “assolve” la Catizone perché la sua giunta è durata poco, e Perugini perché la sua consiliatura, come tutti sanno, è passata alla storia per il suo immobilismo. In poche parole Perugini non ha fatto niente, né in positivo, né in negativo. Perciò, quando Occhiuto dice “i debiti arrivano dal passato”, non può che rivolgersi alla buonanima di Giacomo Mancini.

Come tutti potete capire Occhiuto non si ferma di fronte a niente, pur di salvarsi è disposto anche ad infangare la memoria di uno dei personaggi politici più amati dai cosentini. Un uomo che per la città di Cosenza ha affrontato mille battaglie. Infangare la figura di Giacomo Mancini non è solo squallido, ma anche ingiusto. Mancini ha sempre agito, a differenza sua, per il bene dei cittadini e della città. Ed ha agito da vero politico: ha sempre fatto gli interessi dei cittadini. Concetto lontano anni luce dall’azione truffaldina di Occhiuto. Due mondi distinti e separati. Il solo “paragone” risulta blasfemo.

Occhiù, basta con queste chiacchiere, anche perché non ti crede più nessuno e poi tu a Giacomo Mancini un ci pu allazzà mancu i scarpi. Trova un’altra scusa che questa proprio non regge. E nel mentre magari, se ci riesci, fatti puru deci minuti i vrigogna!