Cosenza, sanità “legale”: il sistema Lauricella che ha arricchito la lobby degli avvocati in quota Cinghiale&Paolini

Poco più di un anno fa (5 febbraio 2021) negli uffici di via Alimena dell’Asp di Cosenza c’era l’aria pesante del classico “day after”. Ma ormai erano in tanti a prevedere che la bufera sarebbe arrivata, anche se “edulcorata” come solo un gran paraculo come il procuratore Gattopardo avrebbe potuto fare. Tanto più che oggi, a distanza di poco più di un anno, tutto è rimasto praticamente uguale a prima, con i “boss” ai quali era stata sanzionata una ridicola interdizione che sono tornati ai loro posti e se proprio non ci sono loro, ci sono i prestanome della paranza.

All’Asp lo sanno tutti che il grande massone è senza alcun dubbio Giovanni Lauricella, capo assoluto dell’Ufficio Legale fino a poco tempo fa (oggi al suo posto c’è uno dei suoi “fratelli”, tale Giuseppe Brogno), vera e propria “eminenza grigia” degli affari della sanità cosentina, nonché strettamente legato da più vincoli con Mario Spagnuolo (oltre ad essere fratelli di loggia sono stati anche compagni di scuola!), che lo ha coperto fino ad oggi, sempre insieme ai fratelli Gentile.

Giovanni Lauricella è stato il Grand commis dell’Ufficio Legale, l’uomo che non si oppose ai decreti ingiuntivi di Cedolia, l’uomo che ha dato 416 (!!!) incarichi legali a Nicola Gaetano per un ammontare complessivo di oltre 900mila euro, l’uomo del Cinghiale a Paola, colui che ha elargito milioni e milioni di euro attraverso i famigerati lodi arbitrali alle cliniche private e agli amici degli amici. Lauricella è anche l’avvocato che ha firmato la conciliazione legale con il giornalista Mario Campanella e poi ne ha chiesto la rescissione. Un atteggiamento di incredibile spavalderia, realizzato grazie alla connivenza della procura di Cosenza.

Dunque, ricapitolando: aumenta l’entità del contenzioso legale, lo stesso non viene correttamente determinato dall’Ufficio Legale e genera anno per anno sopravvenienze passive, cioè ulteriori perdite non preventivate. A titolo di esempio troviamo le transazioni per diverse decine di milioni di euro con SIFIN e Farmafactoring, quest’ultima firmata da un altro uomo del Cinghiale, Gianfranco Scarpelli nel 2014, e nonostante tutto ciò Lauricella è rimasto, fino all’ultimo giorno utile prima della pensione, nella carica di Direttore dell’Unità Operativa Complessa Affari Legali, uscito indenne persino dal processo nel quale era stato condannato dal porto delle nebbie ma solo per farci credere i fessi, prima di essere completamente “riabilitato” da coloro che tirano le fila del teatrino della giustizia cosentina. E prima della “botta” di ieri, dovuta chiaramente al fatto che qualcosa si muove in altre procure e che il Gattopardo, a questo punto, doveva dare segni di “vita”…
Altro capitolo è rappresentato dalle spese legali fuori controllo che costano all’ente oltre due milioni di euro l’anno e che interessano un gruppo molto ristretto di avvocati incaricati della difesa dell’Asp che soccombe ad oggi in ogni lodo arbitrale. Fatto interessante è che anche gli arbitri nominati dall’Asp nei numerosi collegi sono sempre gli stessi: avv. Nicola Gaetano, avv. Enzo Paolini, avv. Oreste Morcavallo, avv. Angelo Carmona, avv. Domenico Giugni, avv. Nicola Abele.

Cosenza-Asp Tra questi emerge appunto l’avvocato Nicola Gaetano, fedelissimo del Cinghiale, che, nel giro di due anni ha  incassato un corrispettivo per parcelle professionali di ben oltre 900.000,00, euro in aggiunta a tutti gli altri incarichi di difesa che lo stesso ha ottenuto e che matureranno per un importo quasi analogo a quello sopra riportato. Non solo Enzo Paolini, dunque, ma tutti insieme appassionatamente. A stu priazzu simu tutti avucati, dicimu a Cusenza…