Catanzaro, sanità venduta. La Regina, da Renzi e Pittella a… Speranza: ecco chi è il commissario “utile idiota”

Nonostante i latrati dei media di regime (che ormai da tempo aspettavano l’arrivo del loro “colletto bianco” preferito ovvero il rossanese Antonello Graziano detto Strafalaria), il commissario Vincenzo La Regina è rimasto al suo posto all’Asp di Cosenza fino a ieri, pur se non ha approvato – e come avrebbe potuto? – gli ultimi bilanci falsi come i soldi del Monopoli. In attesa che la Dda si decida a sciogliere per mafia l’Asp di Cosenza, che non ha nulla da invidiare – anzi! – alle già sciolte Asp di Catanzaro e Reggio, il prode La Regina nella tragicomica “rotazione” del parassita presidente è approdato alla “Mater Domini” di Catanzaro dove evidentemente ancora non lo conoscono. E visto che a Catanzaro l’informazione è ancora più piegata a 90 gradi di quella cosentina, vi ricordiamo chi è l’ultimo “utile idiota” dell’Asp di Cosenza che oggi si trasferisce a Catanzaro… 

Ce li mandano tutti qui, non abbiamo davvero speranze. L’ultimo commissario dell’Asp di Cosenza, tale Vincenzo La Regina, degno successore (si fa per dire) di gentaglia come la leghista Simonetta Cinzia Bettelini o del “comunista” – tanto ormai fanno parte tutti della squadra della “massoneria” di SuperMario Draghi – Zuccatelli, è un altro vecchio arnese del sistema di potere che ammorba l’Italia ma soprattutto il Sud da decenni. Abbiamo atteso qualche settimana per verificare se avesse intenzioni diverse dai suoi predecessori, abbiamo seguito le sue evoluzioni all’interno degli uffici di via Alimena per capire come si muoveva e poi finalmente, nella giornata di ieri, ha gettato la maschera conferendo l’incarico di direttore sanitario a uno dei tanti esponenti della lobby di potere che domina la sanità cosentina ovvero Martino Rizzo, elemento di spicco della “cricca” del massone (deviato) Mario Marino, quella degli straordinari d’oro finita addirittura nel mirino del porto delle nebbie. E non si può certo dire che il dottore La Regina non fosse a conoscenza della situazione, visto che la Finanza ormai è “di casa” negli uffici dell’Asp di Cosenza. Ma La Regina, da bravo e umile “scolaretto”, ha eseguito gli ordini dei poteri forti.

Del resto, La Regina non è certo nuovo ad accordi di potere con la politica che conta. Nel 2013 il Nostro era addirittura… renziano e si era candidato alle elezioni regionali della Basilicata con la lista di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni a sostegno di uno dei faccendieri più ripugnanti della politica meridionale, quel Marcello Pittella, a lungo governatore della Lucania, che risponde ai poteri forti di questo Paese di merda. La Regina, tuttavia, non ce l’aveva fatta ad essere eletto, nonostante fosse sceso in suo aiuto quel baccalà spugnato di Paolo Gentiloni, che gli aveva “regalato” un endorsement così sfacciato da risultare tragicomico: “La Regina – aveva sottolineato Gentiloni a “Latro”nico, un paese una garanzia… – crede davvero nel cambiamento, quel cambiamento per cui lotta Matteo Renzi. La politica se non cambia le cose non serve a niente…”. Una dichiarazione da “ultime parole famose”, non c’è che dire.

E così La Regina, “trombato” dagli elettori della Basilicata, era tornato alle sue faccende e comunque gravitava sempre nell’area di Pittella, tanto che lo troviamo anche nelle carte dell’ordinanza che avrebbe inferto un duro colpo alla carriera politica del governatore per via di un’inchiesta sulla sanità regionale per la quale è stato arrestato e accusato di falso e abuso d’ufficio. Pittella aveva da poco annunciato di volersi candidare per un secondo mandato alle regionali previste per la fine del 2018 o l’inizio del 2019 e il 6 luglio del 2018 è stato arrestato con grande clamore mediatico. Una vicenda che ovviamente gli ha impedito di ricandidarsi.

Senza farla troppo lunga, ecco il cuore delle accuse a Pittella. “Il “deus ex machina’ della “distorsione istituzionale” che si è verificata nella sanità lucana è il presidente della regione Marcello Pittella”. Lo scriveva appunto il Gip di Matera Angela Rosa Nettis nell’ordinanza d’arresto per il governatore della Basilicata sottolineando che Pittella “non si limita ad espletare la funzione istituzionale formulando gli atti di indirizzo politico per il miglioramento e l’efficienza” della sanità regionale, “ma influenza anche le scelte gestionali” delle Asl “interfacciandosi direttamente con i loro direttori generali” tutti da lui nominati“.

E tra tutti questi “peones” alla corte di Pittella, c’è anche il dottore La Regina. Leggete cosa scrive la Gazzetta del Mezzogiorno dopo qualche giorno dall’arresto del governatore.

… C’era un medico di Potenza, Vincenzo La Regina, che nel 2013 si era candidato alle Regionali in una lista riconducibile al governatore Marcello Pittella. E che aspirava a un posto da direttore sanitario «in Puglia, in Basilicata o in Calabria”. La Procura di Matera ha valorizzato questo episodio (che di per sé non ha valenza penale) per dimostrare come, al centro di tutto, ci fosse Pietro Quinto, factotum di Pittella. È a lui che La Regina si rivolge nell’aprile 2017 per ottenere ciò che la politica non gli ha concesso, evidentemente – annota il gip – “individuandolo non solo come soggetto influente nella sanità, lucana e non, ma anche come fiduciario dell’attuale governatore”. La risposta di Quinto è che bisogna rivolgersi “a Marcello”, perché lui – Quinto – “nulla fa se non con il placet di Pittella”: lui “lo coinvolge sempre“.

Insomma, siamo in presenza di un questuante la cui aspirazione massima è quella di fare il “direttore sanitario in Puglia, Basilicata o Calabria”, manco il commissario o il direttore generale, giusto per farvi capire lo “spessore” del soggetto che lecca il culo ai potenti per farsi nominare. E così La Regina, finito l’idillio con Pittella, caduto in bassa fortuna, cambia “cavallo” per continuare a coltivare le sue ambizioni e viene arruolato nella squadra del ministro Speranza, alias “lima surda”, che dopo averlo tenuto per qualche tempo in naftalina, lo sdogana per mandarlo in una delle Asp più corrotte d’Italia, dove si troverà certamente a suo agio: Cosenza! E già dopo appena un mese dal suo insediamento, il dottor La Regina ci aveva confermato quello che, in cuor nostro, già sapevamo: si tratta solo di un utile idiota funzionale al potere e alla massomafia che dilaga inarrestabile nella sanità cosentina nonostante le patetiche operazioni del procuratore Gattopardo.

La Regina è riuscito a rimanere un anno a Cosenza eseguendo alla perfezione tutti gli ordini della paranza e soprattutto dei boss delle cliniche private che anche sotto la sua gestione hanno sguazzato alla grande tra i milioni. Per non parlare dei dirigenti e dei funzionari, che con La Regina hanno continuato ad arricchirsi sulle spalle della povera gente. Non invidiamo per nulla i catanzaresi che adesso dovranno “sorbirselo”. Massima solidarietà.