Cosenza, A senso Unico (di Ciccio Pampina)

Occhiuto e il suo bodyguard... avissim'i fa ca piglia ancunu buffu?

A senso Unico – di Ciccio Pampina – 

Occhiuto, mio caro, tu sei un gigante,

li compri e li vendi da vero mercante.

Li accontenti con poco, son dei pezzenti,

ti basta impiegare i loro parenti

 

Basta dargli un po’ di denaro

per diventare l’amore più caro,

basta, però, ridar marcia ad un senso

perché si risvegli il loro dissenso.

 

Basta una Piazza, un Ponte, un Monumento

per far della pletora un popol contento.

Basta spostare il dito a levante

e il prenditore grida “Adelante!”

 

Lì costruirai la nuova Cosenza

senza riguardi e senza coscienza.

Oltre sponda del Crati tranquillo

ai palazzinari hai dato lo squillo

 

Calatrava e Planetario

riarmeranno il legionario.

Riformeranno anche la Coorte

al grido di “cemento o morte”

 

Sei un prode, ammetter lo devo

Cosenza hai ridotto al Medioevo,

quando la piana era più che uno stagno

e imperava quel tal Carlo Magno

 

Nobile colle, era il Pancrazio,

quel castello ridotto hai uno strazio.

Lì, più a valle, ove cultura sgorgava,

pure hai usato la tua clava

 

Non parli mai dei veri tesori

perché senza monili e preziosi ori,

non parli di tanta nostra cultura

che la storia consegna a memoria futura

 

Spendi denari per festa e fiera

incurante dei due Bandiera

Quei fratelli che in verità

vita han donato per la libertà

 

Non dici nulla di tal Bernardino

determini spese per qualche festino.

Ma quale sapere, sei il grande del nulla,

la città di Telesio non è più la sua culla

1 – (continua)