Cosenza, il servizio de “Le Iene” andrà in onda mercoledì

Don Giuseppe Leone

La sorte aveva giocato davvero un brutto scherzo a coloro che tengono in piedi la cloaca maxima della chiesa cosentina. Ieri sera “Le Iene” avrebbero dovuto mandare in onda il “servizio della vergogna” sull’aggressione subita da Valeria Castellano e Giulia Mascaro a San Vincenzo La Costa e stamattina, come tutti sapete, a Cosenza si festeggia la nostra patrona, la Madonna del Pilerio. E, come minimo, sarebbe stato imbarazzante per questa gentaglia sfilare in processione dopo quello che sarebbe venuto fuori dal servizio delle giornaliste.

Ieri sera il servizio sulla diocesi cosentina non è andato in onda. Ma non perché le minacce, le intimidazioni e gli interventi “sottotraccia” dei papponi della chiesa cosentina hanno avuto successo. Si è solo deciso, causa molto “traffico” di servizi di più stringente attualità, di rimandare Cosenza a mercoledì prossimo 14 febbraio (dopodomani) sempre in prima serata. Dunque, nessuna censura ma solo altre 48 ore di attesa.

Ma cosa c’è davvero dietro questo caso? Perché “Le Iene” si sono scomodate per andare ad intervistare un oscuro parroco di periferia come don Giuseppe Leone? E perché sempre “Le Iene”, oltre a recarsi nella parrocchia di San Vincenzo, avrebbero varcato anche la soglia dell’arcidiocesi di Cosenza per intervistare sia l’ex arcivescovo Nunnari che l’attuale arcivescovo Nolè?

Abbiamo già avuto modo di scrivere che quello che manderanno in onda su Italia Uno deve preoccupare qualcuno molto in alto. E non si tratta certo delle “botte” che hanno preso le due ragazze. No, in ballo c’è decisamente altro. Qualcosa che potrebbe finalmente far saltare in aria le vergognose “coperture” di questa chiesa corrotta che ci ritroviamo.  Da fonti interne all’arcidiocesi (che in questo senso è diventata ormai un “colabrodo”) abbiamo appreso che “Le Iene” hanno raccolto la denuncia di una donna che, ormai diversi anni fa, aveva avuto una relazione con il prete e sarebbe stata costretta ad abortire da don Giuseppe Leone (che ancora non era in servizio a San Vincenzo), spalleggiato ovviamente dal suo “superiore”, che all’epoca era proprio monsignor Salvatore Nunnari. Se fosse vero quello che si dice in queste frenetiche ore, ci troveremmo davanti ad un vero e proprio “scandalo” che non potrebbe certo rimanere senza “colpevoli”. In questi casi, di solito, si fa comunque nascere il figlio della vergogna e si cerca in qualche modo di salvare capre e cavoli ma mai e poi mai – almeno per quello che ci dicono ufficialmente i cristiani – si penserebbe di “uccidere” il figlio della colpa. E se qualcuno dovesse aver tirato fuori questa verità, le ripercussioni sarebbero catastrofiche.

Che all’arcidiocesi di Cosenza ci sia “coda di paglia” ormai lo sanno tutti. Pensate che l’attuale arcivescovo Nolé non è neanche andato alla fantasmagorica inaugurazione del ponte di Calatrava mandando in avanscoperta il solito Nunnari, ormai (è proprio il caso di dirlo) rotto a tutte le esperienze.

Don Giuseppe Leone è stato allontanato e dimissionato ma non basta. Perché queste dimissioni del parroco? I fatti da chiarire non possono essere in alcun modo nascosti dalla sua permanenza nel ruolo di parroco a San Vincenzo La Costa, i fatti si riferiscono a prima che fosse nell’attuale ruolo e ormai è chiaro a tutti che mettono in forte imbarazzo (per usare un eufemismo) la curia cosentina. Il servizio di Valeria Castellano, in sostanza, rischia di far emergere non solo gravi responsabilità da parte del parroco di San Vincenzo La Costa, ma anche i tentativi ben riusciti dell’allora Arcivescovo Metropolita Salvatore Nunnari di nascondere queste malefatte.

Ancora altre 48 ore di attesa.