Cosenza, il titolare del People’s Caffè: “Chiedo scusa a Francesco e lo invito al bar per fare pace”

Egregio Direttore,

sono il gestore del bar ubicato in via Misasi, “quello della foto” ,
protagonista, involontario e spiacevolmente, della vicenda pubblicata dal
suo giornale.

Innanzitutto, grazie dell’opportunità personale che mi offre dedicando
spazio alla mia lettera, e ancora grazie come cittadino per il servizio
pubblico che incessantemente mette a disposizione della città.

Ma, ancor prima di chiarire la vicenda, mi consenta di porgere le mie
doverose e sentite scuse a Francesco, abituale cliente del bar, per la naturale
indignazione scaturita dal mio rifiuto a farlo entrare, quel giorno, nel bar da
me gestito.

In sintesi e senza finalità di mera giustificazione, in quella data,
approfittando della scarsa presenza di clienti per il periodo estivo, era stata
momentaneamente sospeso l’accesso al bar per lucidatura del parquet. In
particolare, ed è questo il motivo della mia determinazione, mi era stato
raccomandato dagli addetti ai lavori di evitare il calpestio di peso
considerevole quale possono essere carrozzine, passeggini ed altro.

Quindi, un divieto generalizzato a tutti questi ed altri casi. Ad Antonio, fratello di
Francesco, avevo spiegato le problematiche e proposto il servizio all’esterno
e ho replicato nella conversazione intercorsa di non potere permettere
l’accesso per evitare danni al parquet.

Dopo ciò ho solo notato una inusuale emotività di Francesco, che ho attribuito ad una divergenza legittima in una situazione del genere e risolvibile nel confronto, senza sospettare alcuna offesa alla sua sensibilità ed alla sua condizione e, lungi da me, l’idea di
avere compiuto un atto deplorevole come la discriminazione sociale.

Invece, sicuramente non ho espresso in modo chiaro e convincente le
motivazioni oggettive e non sono stato capace di comunicare la mia reale
intenzione, ma nego ogni altra finalità offensiva che, in verità, non fa parte
dei miei pensieri e delle mie azioni.

Per di più Francesco è, da sempre, facente parte dei “fedeli” del mio bar, e
ho sempre mantenuto con lui un rapporto cordiale e disponibile , e mai mi
sarei permesso di discriminare volutamente la sua persona.

Pertanto, rimane il rammarico per una comunicazione inadeguata, la mia,
percepita, purtroppo, come atto discriminatorio e lesivo dei diritti di ogni
persona, disabile e non. Una situazione che Francesco con la sua denuncia
ha reso tangibile permettendomi di fare una sana riflessione sull’accaduto.

Per questo, rinnovo la mia condivisione per l’informazione leale e franca
fatta dal Suo giornale a sostegno delle fasce deboli e, ovviamente, apprezzo
il coraggio e la tenacia di Francesco per la difficile battaglia per la dignità
della persona.

A Francesco porgo una stretta di mano e lo aspetto nel bar per gustare un
buon caffè. Questa volta, come sempre, da buoni amici.

Il titolare del “People’s Caffè”