Cosenza, tutti insieme contro la malapolitica e il sistema marcio dello stato deviato

di Ferdinando Gentile

Le tristi foto delle partenze di questi giorni non sono le prime né saranno le ultime. Da tanti anni, in questa terra, è in atto un progressivo spopolamento. Chi parte troppo spesso lo fa contro la propria volontà, perché qui ci sono ormai poche possibilità, poche speranze e spesso non rimane che la morsa del clientelismo.

Questo è il vero dramma. E fa sorridere leggere le prese di parola di politici e affini che parlano o di giusto esodo o di dramma sociale. Fa sorridere perché sono gli stessi che hanno occupato le istituzioni in questi decenni e non hanno fatto nulla di incisivo per invertire questo trend, non hanno fatto nulla che potesse ribaltare questa situazione. Il clientelismo è appunto uno dei drammi di questa terra, uno dei tanti, forse quello più evidente, tangibile.

Ma la colpa può essere solo e soltanto del padre che si prostra ai piedi dei politici per sistemare un figlio? E chi garantisce che tutto questo possa continuare indisturbato? La vicenda dei precari della sanità che sono stati prorogati fino a febbraio 2020, appena dopo le elezioni, vi dice qualcosa? Eppure lo hanno fatto addirittura su mandato di un ministro. C’è un sistema che è marcio. E a Cosenza lo abbiamo visto che il livello di corruzione sta dentro le istituzioni, è parte integrante della gestione della cosa pubblica. Quindi, che fare?

Le centinaia di testimonianze che sono arrivate alla pagina FB di “Stutamuli tutti” sono da una parte tristi, ma dall’altra rappresentano una grande speranza, perché c’è tanta gente che vorrebbe tornare, costruire la propria vita qui, dove lo hanno fatto i propri cari. C’è tanta gente che spera che qualcosa possa cambiare. Allora, non si può che auspicare che i tanti/e che rimangono qui e non si vogliono piegare a questo stato di cose, trovino la forza e la determinazione di unirsi e aprire una stagione di vero cambiamento su questo territorio.