Crosetto si inventa un Gossip, fa la vittima e alla fine mente

(DI DANIELA RANIERI – ilfattoquotidiano.it) – Guido Crosetto, ministro della sua Difesa, ieri ha pensato di uscire dal putiferio in cui si è andato a cacciare con l’intervista al Corriere giocando la carta del vittimismo, il tatuaggio morale della destra di governo: “In questi giorni è stato messo su un plotone di esecuzione contro il sottoscritto, con insulti, interpretazioni malevole delle mie parole”. Non usa l’argomento-cardine dei chiacchieroni – “sono stato frainteso” – solo perché ha un’idea più geniale: abbracciando il genere portato alle vette, in politica, da mostri sacri come Draghi (“Volete la pace o i condizionatori?”) e fuoriclasse come Renzi (“Se i morti di Bergamo potessero parlare”), si rifugia nel ridicolo.

“La mia era una riflessione molto più alta”. E vediamola, questa sottovalutata dissertazione di filosofia del Diritto, con echi di Beccaria e Bobbio, che tanti guai gli ha procurato: “L’unico grande pericolo è quello di chi si sente fazione antagonista… e che ha sempre affossato i governi di centrodestra: l’opposizione giudiziaria”, aveva detto al Corriere, come qualunque berlusconiano vent’anni fa. “Ma cosa intende?”, gli aveva chiesto la cronista, e lui: “A me raccontano di riunioni di una corrente della magistratura in cui si parla di come fare a ‘fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni’. Siccome ne abbiamo visto fare di tutti i colori in passato, se conosco bene questo Paese, mi aspetto che si apra presto questa stagione, prima delle Europee”.

Solo un pazzo poteva pensare che Crosetto stesse mettendo le mani avanti per prevedibili inchieste riguardanti camerati onesti, come Santanchè, Gasparri, Delmastro etc., lanciando un’accusa gravissima senza prove che pareva proprio un’intimidazione nei confronti di un potere autonomo dello Stato.

E ieri, rispondendo all’interpellanza di +Europa, ha volato ancora più alto: “C’è chi ha detto che il ruolo della magistratura deve essere quello di riequilibrare la volontà popolare. Ma chi ha responsabilità deve essere terzo”. Siamo al sentito dire. Ben che vada, Crosetto conferma di aver brandito un gossip su non identificati magistrati per alimentare il mito dello “scontro tra politica e magistratura”, questo moloch che ci ammorba da quando Berlusconi scese disgraziatamente in campo. Infatti, letta la fola sul Corriere, stampa e Tg si sono messi sull’attenti titolando sullo “scontro politica-magistratura”, come se noi dicessimo che il prete di una data parrocchia molesta i bambini e ruba le offerte e tutti parlassero di “scontro Chiesa-Giornalismo”; soprattutto, come se non fossero proprio i detentori del potere esecutivo – eredi, dipendenti o servi del berlusconismo – a tentare di affossare la magistratura con leggi dissennate (peggioramenti della Cartabia, tagli alle intercettazioni etc.), minacciando test psicoattitudinali e inventandosi pagelle per punire i giudici che sbagliano a indovinare la sentenza di Cassazione, come se emettere sentenze poi contraddette dalla Corte suprema fosse la prova che i magistrati vogliono “fermare” i politici di destra e non pura fisiologia del processo (infatti, insensatamente, Crosetto parla di errori giudiziari, “30.778 innocenti finiti in manette”).

Infine, Crosetto mente: “Non ho detto che a me raccontano di incontri segreti, di cospirazioni. Do lettura di alcuni interventi pubblici che io reputo gravissimi sulla questione giustizia… mi riferisco ad alcune cose pubbliche che ho sentito”. Ma due giorni dopo l’intervista aveva confermato al Corriere da New York: “Alcune persone del settore sono venute a raccontarmi di un pregiudizio molto forte da parte di alcuni magistrati che, anche pubblicamente, hanno manifestato il dovere di contrapporsi al governo, con i mezzi a loro disposizione, per bloccarne l’azione”. “Anche pubblicamente”, se lo faccia spiegare da Sangiuliano, nella lingua di Dante vuol dire “anche segretamente”. Avevamo capito bene.