Bonus 110 e permessi edilizi a piacere: la doppia faccia del sindaco di Crosia e del suo braccio destro Minò.
Crosia (CS) – Un sistema di favori e raccomandazioni, basato sullo scambio di interessi tra due comuni vicini. È questo il quadro che emerge dalla scoperta di alcuni cittadini di Crosia, che accusano il sindaco Antonio Russo e il responsabile dell’ufficio tecnico Giuseppe Minò di gestire in modo poco trasparente le pratiche relative ai bonus 110 e ai permessi edilizi.
Il sindaco Russo, al terzo mandato consecutivo, e il responsabile tecnico Minò, architetto di professione, avrebbero creato un “SISTEMA” dì favoritismi, che li avrebbe portati a concedere le agevolazioni previste dalla legge solo a chi li avrebbe sostenuti politicamente o economicamente.
A beneficiare di questo sistema sarebbero stati soprattutto alcuni imprenditori edili e alcuni parenti dei due amministratori.
Il legame tra i due comuni di Crosia e Cariati sarebbe stato rafforzato dal fatto che il fratello del responsabile tecnico Minò, Cataldo Minò, è l’attuale sindaco di Cariati. I due comuni, infatti, secondo alcune fonti avrebbero stipulato diversi accordi di collaborazione e convenzioni, che nasconderebbero interessi personali e familiari.
Gli accusatori chiedono l’intervento della magistratura e delle autorità competenti per fare luce sulla gestione poco trasparente del sindaco Russo e del responsabile tecnico Minò, che metterebbe a rischio il diritto alla casa e alla legalità dei cittadini di Crosia.
Si tratta di una vicenda che scuote la tranquilla realtà della Sibaritide, dove la politica dovrebbe essere al servizio dei cittadini e non dei propri interessi.
AGGIORNAMENTO: A DUE MESI DI DISTANZA DA QUESTO ARTICOLO QUALCOSA PARE CHE SI SIA MOSSO
E A MENO DI DUE MESI DA QUESTA SEGNALAZIONE, IERI I CARABINIERI HANNO SEQUESTRATO SETTE ABITAZIONI…
La “storia” del terreno in cui sorgono le villette sequestrate riconduce dritto alla famiglia dell’attuale sindaco di Mirto-Crosia, Antonio Russo.
Si tratta infatti d’un lotto ch’era stato vinto ad un’asta del Tribunale di Castrovillari dal figlio del primo cittadino, Francesco Russo, e poi venduto all’imprenditore Giuseppe Grillo.