Crotone, favola d’inverno

FAVOLA D’INVERNO

C’era una volta il capoluogo della provincia più povera della regione più povera d’Europa, un luogo deprivato di industrie e di lavoro da quarant’anni, di trasporti da qualche anno (ferrovie ed aeroporti inesistenti), dove il progetto di rifacimento dell’unica strada che collega questo luogo sperduto al mondo circonda ed evita la città come se fosse una terra dannata, dove la disoccupazione è la piu alta d’Italia, il tasso di analfabetismo funzionale è alle stelle, i percettori di sussidi statali e la mortalià per cancro tra le più alte d’Italia, dove i giovani aspettano il momento di partire ed i vecchi rimpiangono di non averlo fatto.
Dove il potere economico, politico e dei posti di lavoro è in mano di pochissimi, o forse di uno solo, ma questo è un altro discorso.

L’unico Ospedale di questa ridente cittadina, una delle poche fonti di occupazione e di reddito, in cui la sola statistica rilevante è la altissima percentuale di emigrazione sanitaria, è famoso per la mancanza di igiene e per la prolificità delle zanzare che vi risiedono. Un edificio fatiscente, segnato da anni di trascuratezza.

Nel gennaio del 2016 in questo luogo triste arriva un alieno: un chirurgo proveniente da una delle migliori università d’Italia, centro rinomato per il trattamento dei tumori e non solo. E’ giovane, ha un curriculum mai visto da queste parti: interventi di chirurgia maggiore, pubblicazioni su prestigiose riviste internazionali, conosciuto in tutta Italia, tecniche di tutto rispetto. Aveva vinto un concorso da primario già due anni prima, ma lo avevano bloccato: il precedente Direttore Generale dell’Ospedale gli aveva inspiegabilmente preferito un altro chirurgo. Ora si respira aria nuova. Il Commissario Straordinario sembra entusiasta, creativo, coraggioso. Annulla la delibera di permanenza in servizio del precedente primario, ormai in età da pensione e nomina lui, il nostro alieno.

L’alieno ha un sogno: rendere la città normale, e l’Ospedale, con tutte le sue inefficienze, un centro oncologico ad alto volume ed a alta efficienza.
E lavora: con un gruppo di Chirurghi di cui la maggioranza sono precari si rimbocca le maniche: in due anni 1600 interventi, un’alta percentuale di chirurgia maggiore, chirurgia dei tumori di alto livello, tecniche innovative. Nel frattempo i medici precari (caso raro in Italia) vengono stabilizzati, la popolazione è soddisfatta, addirittura arrivano pazienti da altre province. L’Ospedale rientra tra i 50 Centri Italiani ad alto volume per l chirurgia del colon-retto.
Una bella favola finirebbe così: vissero tutti felici e contenti.

Ma a volte nelle favole cattive qualcosa non va: nella cittadina i primari ed i medici hanno sempre vissuto di luce riflessa…. di fama acquisita negli anni con tanto millantato credito…sono bravi perché sono gli unici, sono autoreferenziali, pomposi….potenti.
Il Medico, in una città come questa è un’autorità, e la sua competenza non può essere messa in discussione da nessuno.
E questo alieno li destabilizza: non fa attività privata, è antipatico, non si piega ai potentelli locali, vive in ospedale, decide da solo, dice ai colleghi quello che pensa……questo il Commissario, ora nominato Direttore, non l’aveva previsto, e nemmeno gli altri.
E poi in città c’è una lussuosa clinica, decorata con marmi e stucchi, pregiati monogrammi sulla biancheria, macchinari avanzati, 10 posti convenzionati di Chirurgia…. deserta: non si lavora, non si opera. I posti di Chirurgia erano stati attribuiti prima dell’arrivo dell’alieno e ora una struttura costosissima rischia il collasso
E così l’alieno non va più bene. A nessuno.

Ai colleghi di Reparto, a cui non basta essere stati stabilizzati, frequentare i migliori corsi di chirurgia italiani, decuplicare la loro precedente percentuale di interventi, ai Primari, a cui la gente inizia a porre domande imbarazzanti, e forse neanche al DG, che lo trova scomodo, che non trova conveniente difenderlo di fronte all’invidia di tanti che potrebbero sostenerlo politicamente in caso di tempi duri.
Ma come fare? Come fare?

I medici sono le prime pedine…l’alieno è antipatico, cattivo, prende tutte le responsabilità e le decisioni, loro sono esclusi dalle decisioni importanti e dai grossi interventi. Non si fa più come si è sempre fatto. La tradizione è stata cancellata. Un despota.
Ma un despota che ha buoni risultati è difficile da eliminare…. ecco allora il grimaldello.
Usare il risk manager, colui che dovrebbe vigilare sulla correttezza delle procedure formali degli ospedali.
Il risk manager dell’ultimo ospedale di Italia forse potrebbe acquisire fama e prestigio. Forse potrebbe accusare l’alieno di fare chirurgia pericolosa, di non seguire le linee guida, di uccidere i pazienti….BINGO!

Trovata la scusa, si parte. Documenti attentamente redatti con percentuali artefatte, letteratura medica manipolata, accuse di attuare trattamenti pericolosi e non utilizzati da nessuna parte del mondo (si prega di digitare HIPEC su google). E poi qualcuno inizia a fare copie di cartelle cliniche e (forse), ma questa è solo una favola nella favola, a sommergere la procura della repubblica di “casi” che dimostrerebbero quanto l’alieno sia pericoloso per la sanità crotonese. Forse, ma è pura fantasia, si può provare a contattare i familiari dei pazienti deceduti in chirurgia e magari convincerli che la colpa è tutta del primario, e che magari potrebbero ottenere un congruo risarcimento. Che storia fantastica!

E poi che altro? Attivare Commissioni regionali nate per valutare le criticità delle ASL e usarle invece contro un primario di Chirurgia, e così, finalmente, ecco creati i motivi per una sospensione dal Servizio di sei mesi, e forse, se tutto va bene in licenziamento.
L’ordine dei Medici della città più povera d’Italia, improvvisamente si erge a tutela della salute dei suoi cittadini, minata dal mostro, e anch’esso, come pare ultimamente essere la moda più diffusa tra i sanitari della luminosa cittadina, istituisce una Commissione Disciplinare contro l’alieno! IL dado è tratto! IL mostro è eliminato!!!
NO.
Anche nelle favole più nere c’è a volte un fattore imprevisto.
Gli abitanti della provincia più povera d’Italia, non ci stanno. 1600 di loro sono stati curati, tanti sono guariti, molti sono grati all’alieno.
Incredibilmente non credono ai giornali, non credono alle accuse, non credono alle commissioni.

L’alieno è diventato un simbolo di libertà e di rottura degli schemi e loro sono stufi… stufi di una città dove solo i ricchi possono guarire dal cancro perché pagano i viaggi della speranza, stufi di dover pagare per avere un esame medico in tempi rapidi, stufi che i mediocri trionfino sempre….e insorgono! Protestano, raccolgono firme, scrivono lettere, pubblicano filmati, scendono in piazza……vincono.
Vincono? La favola è ancora incompiuta. I cattivi per ora hanno vinto.
L’ultima città dell’ultima regione dell’ultima nazione d’Europa è ancora quella di prima del 2016. Ma l’ultima pagina di ogni storia può essere riscritta.

N.B. questa storia è completamente inventata. Ogni riferimento a fatti o persone realmente esistenti o accaduti è puramente casuale.