Crotone, tutti pazzi per la piazza: la storia e la “maledizione” di Pitagora

di Antonella Policastrese

Tra le molte questioni, quesiti e interrogativi che si sono posti all’annuncio che l’edizione 2023/24 de “L’anno che verrà” sarebbe andata in onda su Raiuno da Crotone in Piazza Pitagora, vi è quella sul ruolo che ha avuto “Calabria Film Commission”. Essa ha operato a Crotone per realizzare lo show di Capodanno nel pieno mandato previsto dalla sua istituzione, l’unica cosa che non è stato possibile chiarire è se riversando nell’operazione la sua dotazione finanziaria, che a dicembre 2023 era di circa 700 mila euro, in aggiunta al finanziamento regionale vero e proprio, oppure no.

In merito alla funzione di tale soggetto istituzionale sarà opportuno un approfondimento per inquadrarne, anche storicamente, il ruolo che esso ricopre all’interno della Regione Calabria. Ma oramai, dal punto di vista dei costi realmente sostenuti dalle amministrazioni coinvolte per l’evento televisivo di San Silvestro 2023 (Regione; Comune di Crotone;
Calabria Film Commission), non se ne parla più. La piazza crotonese dove esso ha avuto luogo, è rimasta come un campo di battaglia in attesa di interventi ed è solo di questo che si discute attualmente a Crotone mentre chi sui social si azzarda a dire ridateci la piazza com’era, è sbranato vivo.

Comunque siano andate le cose, anche se solo velatamente e sommessamente, c’è chi è convinto che avere stravolto la conformazione della piazza intitolata al filosofo e matematico Pitagora, abbia risvegliato la sua maledizione lanciata su Crotone e sui crotonesi allorché essi diedero alle fiamme la scuola che egli aveva istituito. La piazza avrebbe dovuto cambiare aspetto una ventina e oltre di anni addietro. Esisteva un ambizioso progetto di trasformazione e riqualificazione che inglobava interventi strutturali che spaziavano dai portici sino al mercato (la “piazzetta”).

Il bravo architetto crotonese che lo aveva ideato, purtroppo morì prematuramente senza che la sua opera fosse avviata e con la sua scomparsa l’idea svanì nel nulla, fu dimenticata e non ne restarono tracce neppure nel cassetto. Ma il bilancio di eventi indesiderati che si
sono registrati in conseguenza dello stravolgimento causato dalla collocazione del grande palco, raccontano della frattura del femore patita dal regista dello show per essere inciampato sul palco e della rottura di ossa capitata random a uno spettatore che ne ammirava da basso la grandiosità. Quest’ultimo si è dovuto recare al Rizzoli di Bologna per farsi rimettere in sesto.

Vi è poi la recentissima grana, risalente a qualche giorno fa, che ha coinvolto Amadeus insieme a Chiara Ferragni per pubblicità occulta durante la scorsa edizione del Festival di Sanremo. Alcune associazioni di consumatori hanno chiesto alla Rai un risarcimento in favore degli abbonati da parte dei due personaggi televisivi nonché di sospendere Amadeus dalla conduzione di Sanremo 2024. Rientrerebbe altresì tra quegli eventi indesiderati, l’incidente automobilistico patito purtroppo dal Governatore Roberto Occhiuto e da una sua assistente…

Vale dunque la pena, attraverso le foto, farsi un’idea delle trasformazioni che Piazza Pitagora ha subito nel corso di oltre un secolo. All’inizio era Piazza Raffaele Lucente, già sindaco di Crotone per tre mandati, vissuto sino al 1890.

Poi la piazza divenne semplicemente un quadrivio Sino a quando, nel 1939, venne eretto un arengario per la venuta di Mussolini a Crotone e l’attuale Piazza Pitagora divenne “Piazza della Rivoluzione Fascista”

Caduto il fascismo, l’arengario resistette qualche anno prima di essere demolito, privato inizialmente dello slogan mussoliniano scolpito sull’architrave. Ne restava un prototipo della retorica del “grande palco” dell’era Occhiuto-Amadeus orientato specularmente rispetto al monumento d’epoca fascista.Infine si decise di intitolare la piazza principale di Crotone a Pitagora, filosofo e matematico di Samo che nella città calabra si era rifugiato fondando una sua scuola poi data alle fiamme. All’inizio era uno spazio spoglio, successivamente fu arricchito di aiole e isolette spartitraffico.

Piazza Pitagora che verrà. Più facile averla demolita che pensare a come ricostruirla, se proprio non si vuole ripristinare lo stato dei luoghi così come aveva sostenuto di voler fare l’Amministrazione comunale alla viglia dello show. E invece si è aperto un dibattito sul futuro assetto della piazza intitolata a Pitagora in cui a far sentire la propria voce e ad avanzare ipotesi sono stati da subito gli ordini professionali; le associazioni culturali ed i comitati comunali, e tutti questi soggetti hanno calato sul tavolo delle ipotesi una sola carta
vincente: che Piazza Pitagora sia un’isola pedonale per sempre! Si, ma arricchita di spazi di aggregazione culturale, per la realizzazione di eventi e adattata al libero passeggio in un’area interdetta al traffico cittadino. Il che sarebbe a dire che bisognerebbe riportare le lancette indietro nel tempo di almeno un secolo e mezzo, quando i rari veicoli che circolavano nel cuore della città erano gli “sciaraballi” con i loro carichi di grano e di olio.

La concezione di un incrocio stradale con in mezzo un uomo che seduto al tavolino si gusta un “Cynar” è una roba d’altri tempi, di quelli in cui Ernesto Calindri ci ha fatto i soldi e  costruito la sua fortuna con quella pubblicità dell’amaro a base di carciofo. Si, è stato bello vedere la piazza trasformata in un grande teatro all’aperto, sostenendo dei costi enormi e imponendo dei sacrifici non indifferenti alla popolazione, e per un mese la città ha retto l’onda d’urto del disagio, ma Crotone non ha una conformazione tale per essere servita da una circonvallazione aggregata a grandi aree di parcheggio.D’altra parte, in tema di abbellimento e decoro in quel quadrivio con la rotonda in mezzo, dopo oltre dieci anni non si è riusciti neppure a decidere se collocarvi oppure no la statua di Pitagora realizzata da Gaspare Brescia, in attesa della fusione in bronzo e attualmente parcheggiata presso “L’officina Pitagorica” allestita nell’ “atelier verde” del noto botanico crotonese Antonio Gallina. Il Pitagora di Gaspare Brescia, imponente nella mole, con quella sua espressione un po’ “n’cazzusa” se ne resta lì a soli 500 metri da quella che doveva essere la sua destinazione finale, la rotonda al centro della piazza.

D’altro canto, una fusione con la tecnica della “cera persa” costa un occhio della testa. Si era tentata anche la via del “ crowdfunding” per realizzarla, ma tutto è stato inutile senza l’intervento delle istituzioni con quattrini alla mano. Pareva che fossimo sul punto di portare a Napoli la statua per la fusione, ma qualcosa sembra essersi inceppato, si dice nei rapporti tra l’Artista e il Sindaco; un classico: le intenzioni uniscono, ma i quattrini dividono e di quattrini ne occorrono davvero tanti, soprattutto quando è spirata la promessa di intervento finanziario da parte della Regione. Però pare ci sia anche una questione d’incompatibilità caratteriale tra l’estroso artista crotonese e l’ipertricotico sindaco della città pitagorica fondata dall’ecista di nome Miscello da Ripe. Certi tratti caratteriali dei crotonesi quali la litigiosità, le antipatie, la predisposizione a farsi i dispetti, l’invidia, il dispregio e la mancanza di compattezza nelle decisioni, soprattutto quelle importanti e vitali, pare che siano stati ereditati direttamente dal fondatore della città, Miscello; un uomo brutto come la fame, con la gobba, ed è per questo che i crotonesi sono definiti
“mischeddrusi”. Niente a che vedere con queste vicende e amenità caratteriali laddove un’altra statua di Pitagora campeggia in una pubblica piazza già dal 2019. E’ il caso di Metaponto dove una statua che lo ritrae è posta al centro di piazza Giovanni XXIII poiché proprio lì si ipotizza che il filosofo e matematico greco trascorse gli ultimi anni della sua vita. Ed i metapontini sostengono che Pitagora sia morto nella loro terra ipotizzandone pure le possibili cause…

Tutto quanto scritto sin qui serve perché non c’è modo di raccontare il presente senza ricordare il passato qualora si volessero trovare le vere ragioni dei tanti fallimenti patiti
dalla città di Crotone e dai crotonesi e che pure di occasioni e momenti felici ne ha conosciuti senza però riuscire a farne tesoro e costruire un futuro credibile. Moltissime volte stava per arrivare la rivoluzione, ma anziché organizzarsi al meglio per affrontarla e trarne profitto, ci si è preoccupati del cosa indossare e mai come in questi ultimi anni opportunità, occasioni e soldi sono stati così abbondanti: i soldi per l’”Antica Kroton” i 17 milioni di euro che Eni ha regalato alla città; i fondi del PNNR e via discorrendo.

Adesso si discute se trasformare una piazza in isola pedonale dimenticando che la città ha strisce blu per il parcheggio a pagamento persino attorno ad un ospedale che serve un bacino d’utenza superiore alle duecentomila unità. La risposta a tutto questo può essere una sola e consiste in un’altra domanda: “che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene ?!”.