Diamante, quella lettera che toglie il sonno a don Magorno (di Saverio Di Giorno)

Leggendo l’ordinanza dell’operazione Archimede della procura di Paola, è molto facile dedurre che tutta l’indagine parte dal Comune di Diamante e dagli intrecci tra il Comune e l’imprenditore Pasqualino De Summa, che ha il monopolio assoluto della gestione dell’impianto di depurazione dal 2007 al 2020 a 300mila euro all’anno. Un modus operandi che era già venuto fuori anche sul nostro giornale attraverso il lavoro di inchiesta di Saverio Di Giorno, che nello scorso mese di gennaio ci aveva dato conto di un esposto che chiamava in causa il Comune di Diamante anche per molte altre ipotesi di reato. 

di Saverio Di Giorno

Da qualche giorno circola, tramite alcuni contatti, una lettera-denuncia il cui contenuto, anche molto grave, riguarda il sindaco senatore di Diamante Magorno. La lettera (firmata) è molto dettagliata e permette di verificare ogni informazione. È un j’accuse che pretende risposte sia dai diretti interessati che dagli inquirenti. Una lettera che letta in questi giorni convulsi di trattative governative porta ad alcune riflessioni.

Andiamo con ordine. Nella lettera viene elencata una serie di fatti criminosi che si sono consumati nella cittadina di Diamante, commessi da amici o persone vicine al senatore (e su cui lui non si è mai espresso) e tocca vicende nelle quali è direttamente coinvolto.  Si fa riferimento al pestaggio di un giovane, Eugenio Forestieri, avvenuto nella sede del PD locale nel 2009 ad opera dei fratelli Lo Tufo, i quali, di recente condannati, avrebbero ottenuto concessioni demaniali o servizi comunali.

Si fa riferimento a omicidi rimasti impuniti, ma anche all’edificazione di una villa definita “abusiva” di proprietà del pm Franco Greco, su cui il sindaco avrebbe avuto un ruolo.

Non mancano fatti più recenti, come le video registrazioni (2016/2017) che vedono coinvolti Savarese (“attuale capo staff”), l’imprenditore Pasqualino De Summa e lo stesso Magorno. Iacchitè ha già parlato (in solitaria) di questi video dove si parla di mazzette sulla gestione dei depuratori comunali che legano il De Summa a Magorno (http://www.iacchite.blog/la-bomba-di-diamante-protagonisti-e-retroscena-di-saverio-di-giorno/). Perfino l’affidamento sarebbe in assenza dei requisiti richiesti. Nella lettera si descrive anche un “patto di natura politico-amministrativa” che ci sarebbe tra Savarese e Magorno. Non risulta che il sindaco abbia chiarito la sua posizione in merito ad accuse tanto gravi, né abbia sporto denuncia verso gli autori.

Si arriva poi ad un episodio centrale riguardante l’estate scorsa. Il trasferimento di acqua dal torrente Corvino e l’immissione, senza le dovute verifiche, nella rete comunale di acqua potabile. Il fatto ha avuto come conseguenza l’intervento dei carabinieri, che hanno presidiato la località. In seguito, il sindaco ha dichiarato l’acqua non potabile. Sono avvenimenti tutti riscontrabili e riscontrati da diverse fonti. Quello che la lettera aggiunge è che quell’azione ha portato, in seguito, addirittura all’ arresto di De Summa e dell’ing. Torrano.

Poi, l’episodio più inquietante: il senatore Magorno avrebbe fatto valere i suoi contatti a Roma per intervenire sulle forze dell’ordine con una telefonata. L’effetto voluto o ottenuto sarebbe quello di ostacolare l’attività delle forze dell’ordine. Bisogna quindi aggiungere anche questa questione alle altre che ponemmo un’estate fa al senatore, rimaste senza risposta.

Si può intuire che a Paola stiano lavorando o abbiano iniziato a lavorare su alcune di queste questioni. Bisogna poi dar conto degli omissis rimasti inspiegati nell’operazione Re Nudo i quali secondo qualcuno potrebbero coinvolgere ancora la cittadina diamantese. Ora il punto è: se trova riscontro anche quest’ultimo episodio, come sono riscontrabili molti altri episodi elencati, significa che il senatore ha sfruttato (riuscendoci o meno non si sa) il suo ruolo per ottenere un vantaggio per lui o per amici.

Viene naturale, allora, porsi il dubbio: quanti in situazioni simili ci sono in Italia Viva? A partire dal fondatore Renzi, per continuare con la madrina Boschi, poi Lotti, Carrai, Ferri. Italia Viva ha diverse situazioni critiche e questo è uno dei motivi per cui il voto è molto improbabile: chi rischierebbe di rimanere senza ruolo e fuori dai palazzi di questi tempi!

Come cambierebbero le cose se Italia Viva avesse un ruolo meno importante al governo, ad esempio in caso di voto o di governo di unità nazionale? Senza, cioè, che Italia Viva possa porre veto o fermare riforme invise come quella di Bonafede. Ma queste sono elucubrazioni solo per pochi appassionati. Certo, quella riforma non è invisa solo al partito di Renzi, ma non piace praticamente a nessuno (potrebbe mai piacere a Forza Italia o al centro?) e d’altra parte, già a febbraio 2020 aveva creato problemi al governo. Ma questo è un altro argomento…