Film Commission e prosa: un Pino Citrigno e una Toman per tutte le stagioni (di Pasquale Rossi)

di Pasquale Rossi

Nei giorni scorsi è stato presentato, dalla società privata “L’Altro Teatro” e dal sindaco, il cartellone degli spettacoli di prosa che si terranno al Rendano nella prossima stagione.

Sulla base della sola notizia si possono, e si debbono, fare, purtroppo, alcune amare considerazioni sulla sciagurata direzione che questa Amministrazione ha inteso far prendere al nostro Teatro di tradizione.

Balza immediatamente agli occhi l’amara costatazione che l’antico Teatro della città sia stato dato in gestione ad una società privata perché, evidentemente, l’attuale Amministrazione non è capace di farlo con le proprie capacità e i propri mezzi culturali ed intellettuali, cosa che, a voler essere sinceri, non ci coglie di sorpresa.

Leggendo la cronaca si apprende, peraltro, che Pino Citrigno, il proprietario dei cinema Citrigno, San Nicola e Modernissimo, è fra i soci della società privata che ha allestito il cartellone di prosa del Teatro Comunale.

A questo punto sorge, spontanea, una domanda: se è lo stesso Pino Citrigno che è neo-presidente, nominato da Oliverio, della Film Commission della Regione Calabria non si porrebbe, per lui, un eventuale problema di conflitto d’interesse a causa della sua duplice veste di imprenditore dello spettacolo privato e pubblico, per Occhiuto, e presidente della Film Commission, di nomina politica PD?

Entriamo, però, anche nel merito della stagione che si configura, come è evidente già alla prima lettura, come un cartellone riempito di spettacoli, a voler essere clementi, “popolari” diretti, interpretati e messi in scena quasi solo da personaggi televisivi che poco hanno a che fare con il teatro.

citrigno Una stagione nella quale prevalgono le convenzionalissime, e abusate per frequenza, commedie napoletane con l’aggiunta di qualche musical e di due produzioni locali incentrate sulla figura di San Francesco da Paola.

“La virtuosa sinergia fra pubblico e privato” glorificata dal sindaco ha prodotto, per il terzo anno consecutivo, una stagione teatrale che forse andrebbe bene se fosse stata concepita per un teatro privato che deve incassare, il Citrigno per esempio, ma non si può, in nessun modo, pensare che possa andar bene per un Teatro di tradizione come il Rendano che ha visto, in maniera non sempre costante, programmazioni contenenti spettacoli anche di grande qualità, ma sempre di un livello culturale almeno accettabile.

Come scrive lo storico dello spettacolo Ugo G. Caruso “… è un cartellone, pensato su misura per una provincia meridionale piatta e senza curiosità culturali…Per me non è neanche teatro. È un tipo d’intrattenimento che solitamente viene ospitato da teatri privati in città nelle quali la vera stagione di prosa ha luogo in altre sale”.

Dalla lettura della presentazione della stagione sorge, spontanea, un’altra domanda: che fine ha fatto la stagione lirica per la quale il Teatro Rendano ha, sopra ogni altra considerazione, avuto la possibilità di denominarsi “Teatro di tradizione”? Sanno, i nostri amministratori, che per poter continuare a fregiarsi di questo titolo bisogna che i “Teatri di tradizione”dimostrino “di aver dato particolare impulso alle locali tradizioni artistiche e musicali”.?

L’Amministrazione comunale di Cosenza, constatato che da almeno tre anni non si rappresentano opere liriche, vuole, forse, far decadere anche questo prestigiosissimo riconoscimento attribuito al Rendano, molti anni or sono, dal MiBACT?

Un’ultima, e spinosissima, domanda riguarda il conflitto di interesse che si evince, come sopra accennato, leggendo il cartellone.

La Adriana Toman che dirige lo spettacolo, scritto dal compianto Vincenzo Ziccarelli, su “Francesco e il re” non è, forse, l’attuale compagna del Presidente Oliverio?

Se è così, non è, forse, perlomeno inopportuno che la rappresentazione teatrale da lei diretta compaia nel programma del Rendano allestito, per l’amministrazione Occhiuto, anche da quel Pino Citrigno che è appena stato nominato presidente della Film Commission proprio da Oliverio?