Fincalabra, i Grandi Papponi: i coniugi diabolici e lo scagnozzo Salvino

Fincalabra 2020/21
“I Grandi Papponi”
Lettera a Iacchitè

Partiamo dall’inizio, dal grande imbroglio magistralmente realizzato da Nicola Adamo, Enza Bruno Bossio, Mario Oliverio e Sebi Romeo. Tutta una serie di reati condotti ai danni dei calabresi, della povera Fincalabra, della gran parte dei dipendenti, collaboratori e fornitori che su questa testata hanno denunciato pubblicamente quello che avveniva a più riprese.
Si parte dalla rimozione nel 2014 dell’allora presidente Luca Mannarino, palesemente illegittima, per tale motivo a Mario Oliverio è stata formulata l’accusa di abuso d’ufficio per finalità tese a recare ad altrui vantaggio e proprio qualche settimana fa è arrivato ufficialmente il rinvio a giudizio. Vantaggio indovinate per chi? Per Carmelo Salvino da Rogliano, amico e comparuccio di Nicolino Adamo ed Enza Bruno Bossio, soci dai tempi di Calpark, il parco scientifico tecnologico della Calabria, quando da consulente responsabile del progetto di ricerca, il Salvino inizia la sua ascesa.
Anni bellissimi per i coniugi più potenti, diabolici e scaltri della politica calabrese, che piazzeranno il compare Salvino come dirigente al Dipartimento Lavori pubblici della Regione Calabria, responsabile della gestione del sistema idrico dei comuni calabresi e compagnia bella… a quel tempo si guadagnava bene, ogni giorno affidamenti diretti alle imprese, lavori di somma urgenza, emergenze per frequenti rotture e tanto ancora… Una sorta di “cuccagna” come si diceva una volta.

Ma veniamo a tempi recenti: nel 2014 Salvino viene illegittimamente nominato presidente dell’ente in house, è il modo dei coniugi Adamo-Bruno Bossio e di Mario Oliverio per mettere sotto il loro diretto controllo i fondi pubblici destinati alle imprese. E Salvino, non contento, si fa nominare anche direttore della stessa società Fincalabra sempre illegittimamente per denaro.
Anni bui per Fincalabra, bilanci sempre in perdita e Salvino in qualità di presidente anziché impedire il declino societario, con la sua gestione provoca passività milionarie. Ed invece di lasciare raddoppia, appunto: prima fa modificare lo statuto societario e poi si fa nominare direttore generale con il modesto compenso di 164.000 euro all’anno.

E’ risaputo tuttavia che quando la coperta è corta, se si tira da un lato l’altro resta scoperto, e pertanto per creare una macchina organizzativa efficiente il nostro Carmelo Salvino da Rogliano chiede un grande senso di responsabilità agli altri. Ma non lo chiede ai suoi sodali del consiglio di amministrazione – che si autoattribuiscono uno stipendiuccio di 40.000 euro all’anno più rimborsi spese… -, ma ai dipendenti.
Costoro sono dei veri lazzaroni, tacciati da Salvino con tanto di lettera pubblica del 15 marzo 2019 come assenteisti, irresponsabili e vigliacchi: dov’erano quando con articoli pubblici veniva attaccata la sua illuminata gestione societaria?
Perché non lo hanno difeso quando con soli 500.000 euro di liquidazione è stato messo alla porta della Regione Calabria? Eppure nella sua gestione di Fincalabra tante sono state le cose che ha fatto e non ha fatto.

Carmelo Salvino

Raccontiamone qualcuna: non ha mai adottato la rotazione obbligatoria per i dipendenti che svolgono le stesse mansioni da più di cinque anni; ha prorogato illecitamente per anni i venti consulenti del finto progetto Calabria Innova; ma dopo avere promesso loro l’assunzione, e dopo avere organizzato una farsa di Avviso pubblico con tanto di graduatoria, non li ha mai assunti; ha utilizzato anticipazioni di liquidità per prospettare una sana gestione finanziaria; ha affidato a professionisti e studi associati di amici piddini per centinaia di migliaia di euro la rappresentanza e la difesa in giudizio di Fincalabra in cause che la vedono regolarmente soccombente; ha proceduto a tutto spiano con affidamenti diretti per la fornitura di servizi; ha nominato l’autista dei politici tale Vincenzino Ruberto di Lamezia Terme diplomato quarantenne alle scuole serali, responsabile del personale e dell’ufficio gare ed acquisti, grande buffone che gestisce il malaffare di questa società; ha nominato il compare dell’ex vicepresidente di Fincalabra Nuccio Idone, condannato nell’inchiesta Gotha di Reggio Calabria, tale Antonio Mazzei di Botricello a capo dell’Area Operativa; e tanto altro ancora.

Ma ora il vento sta per cambiare, la procura e Gratteri stanno conducendo indagini su questi signori che ancora non vogliono mollare e preparano le ultime schifezze per il loro tornaconto.
Del resto, c’era davvero poco da confidare nella povera Jole Santelli, grande amica del pappone Luca Mannarino: nella migliore delle ipotesi ci avrebbe propinato altri mangiapane a tradimento, riciclati e voltagabbana, esattamente come le sue liste di impresentabili con le quali ha vinto le elezioni. La sola ed unica speranza resta Gratteri.

NON CI FERMEREMO MAI! LA CALABRIA ONESTA E SANA CHE LAVORA