Firenze. Condannato per stalking avvocato di Acri

Condannato per stalking avvocato di Acri

Un avvocato di Acri, Giovanni Cicchiteli, 48 anni, è stato condannato dal Tribunale di Firenze per atti persecutori ai danni di una giovane coppia di origine calabrese, che vive a Firenze.

La storia inizia nel luglio 2014, quando Cicchitelli, che è un amico di famiglia, contatta la ragazza su Facebook, originaria di Acri anche lei, ma domiciliata a Firenze. I due iniziano a sentirsi, instaurando un legame affettivo, nonostante non si potessero incontrare a causa della distanza Acri – Firenze. Il rapporto, però, come spiegato dalla donna durante il processo, si interrompe alla fine del 2015, quando la vittima decide di chiudere i contatti a causa dell’attaccamento morboso e della forte gelosia che Cicchitelli manifestava nei suoi confronti, sin dall’inizio della loro conoscenza.

Lui non si rassegna e continua a contattarla, infatti dall’inizio 2016 fino alla primavera 2016 assumeva un atteggiamento particolarmente invadente, contattandola insistentemente con diversi numeri telefonici e recandosi a volte anche in Toscana, tanto da scrivere alla ragazza di essersi recato sotto la sua abitazione e di aver visto la tapparella della finestra aperta. Da queste vicende, lei inizia a preoccuparsi e in alcune occasioni non si sente al sicuro e chiede ad amici di essere ospitata.

Nei mesi a seguire, Cicchitelli continua a cercare la ragazza e a chiedere informazioni su di lei ai suoi familiari, di cui era amico, ma a Natale si presenta a casa dei suoi genitori ad Acri per cercarla e si capisce che la storia potrebbe trascinarsi ancora a lungo. La situazione inizia a a degenerare quando a luglio 2017 l’avvocato scopre che la ragazza ha un fidanzato, un carabiniere in servizio alla Fanfara di Firenze. Da questo momento, l’ossessione per la ragazza diventa ancora più forte e anche il fidanzato di lei diventa oggetto di molestie. Cicchitelli riesce ad ottenere molte informazioni riservate della coppia, segue la ragazza e riesce a scoprire anche i suoi spostamenti tra Firenze e il suo paese di origine, venendo a conoscenza persino del numero di posto che la ragazza occupava sul pullman che prendeva da Acri a Firenze, tanto da scriverle, mentre lei era in viaggio, “spero il 35 prenda fuoco”.

Inizia a invadere persino la sfera lavorativa del carabiniere, contattando i suoi colleghi e cercando di screditarlo anche con i suoi superiori. Accusa la ragazza di essere entrata nella Scuola Marescialli senza autorizzazione, sede dove presta servizio il fidanzato, azione poi smentita dal Colonnello Nacca durante il processo, e richiede attraverso la pagina facebook della Fanfara di partecipare alle prove.

La situazione è ormai fuori controllo. Cicchitelli annuncia l’intenzione di recarsi al paese natìo del ragazzo, dichiara di essere a conoscenza dell’indirizzo dove risiedono i genitori di lui, a Sant’Agata di Esaro, e che avrebbe fatto una strage, per poi farla franca facendosi dichiarare infermo di mente. Sempre su Facebook, pubblica una foto di Sant’Agata di Esaro, scrivendo “un paese che va bombardato”, chiedendo ad un altro avvocato se fosse stato disposto a difenderlo per un delitto passionale.

A seguito di queste vicende, la ragazza accusa attacchi di ansia, tanto da doversi rivolgere a uno psicologo; è obbligata a chiedere al ragazzo di starle vicino perché non si sentiva sicura di notte nella sua abitazione, costringendo il carabiniere in più occasioni a non trascorrere la notte in caserma pur di farle compagnia e farla sentire al sicuro; inoltre, la ragazza riduce drasticamente persino i suoi rientri a casa dei genitori.
Nel febbraio 2018, a seguito di tutte queste reiterate condotte, la coppia decide di denunciare, dando origine ad un processo concluso lo scorso febbraio.

In aula l’imputato, difeso dall’avvocato Amelia Ferrari, non ha negato i fatti, ma si è giustificato dicendo che i messaggi inviati erano stati “male interpretati”.
Gli è stato chiesto il motivo per il quale avesse preso il porto d’armi e ha dichiarato che è stato “per motivi scientifici”. Quanto akla spiegazione del motivo per il quale si fosse recato a Sant’Agata d’Esaro, paese di origine del carabiniere (distante da Acri 68 km), ha risposto che era di passaggio andando al carnevale di Castrovillari.

Al termine del dibattimento, il giudice Serafina Cannatà ha riconosciuto la fondatezza delle accuse, condannando in primo grado l’avvocato Cicchitelli a due anni di reclusione, concedendo la sospensione condizionale della pena. Lo ha condannato, inoltre, al versamento di un risarcimento provvisionale di 10.000 euro alla coppia, che era assistita dall’avvocato Michele Nigro del Foro di Prato. In caso contrario, non potrà beneficiare della sospensione.