Franco Iacucci assume come portaborse Carletto Guccione

Si sa: la politica in Italia è una professione vera e propria. Sono tantissimi i politici che vivono da sempre di prebende pubbliche, senza le quali patirebbero davvero la fame. E questo perché non sanno fare altro nella vita: non hanno una professione, un mestiere, una attività, una entrata mensile frutto dei loro sudori. Senza un incarico pubblico, una carica istituzionale, senza qualche “determina amica”, molti di loro non sopravvivrebbero una settimana. Quello dei partiti, in Italia, più che una libera associazione di cittadini, come prevede la Costituzione, rappresenta, oggi più che mai, un’associazione a delinquere di stampo familistico/clientelare dedita alla sistemazione, nella pubblica amministrazione, dei propri sodali. E gli esempi che descrivono quello che è a tutti gli effetti una forma di parassitismo sociale, in Italia e specie in Calabria, non mancano: da noi, e tutti lo sanno, esistono tanti personaggi che vivono, economicamente, da oltre 40 anni di sola politica.

Esiste da tempo tra i politici italiani anche una regola non scritta che tutti rispettano e onorano. Una “norma” che consente a chi non è stato eletto, magari perché “costretto” a fare un passo indietro, di poter continuare tranquillamente ad abbuffarsi lo stesso “ara tavula parata”: una sistemazione “pubblica”, a spese dei caggi, non si nega a nessun trombato. Una sorta di “mutuo soccorso” tra parassiti sociali, trasversale, che ha un unico scopo: sistemare economicamente chi non si può più “appuzzare” direttamente alle mammelle della “vacca pubblica”. E per meglio comprendere quello che scriviamo, facciamo un esempio pratico di come funzione questo squallido sistema messo in piedi per garantire uno “stipendio pubblico vita natural durante” a chi è abituato a vivere sulle spalle degli altri. Un esempio che evidenzia anche la poco stima che hanno di se stessi i politici, e di come non gliene frega niente di tutelare la loro dignità.

Tutti sanno che tra il neo consigliere regionale Franco Iacucci (presidente della Provincia di Cosenza del Pd, già servo di Palla Palla e detentore della famosa agenda dei clienti della politica) e Carletto Guccione (già “guagliuni” di Madame Fifì e Capu i Liuni, referente della corrente orlandiana in Calabria e consigliere regionale uscente del Pd) i rapporti non erano e non sono mai stati “tranquilli”. Ma questo non ha impedito al neo consigliere regionale Franco Iacucci, di “assumere” Carletto Guccione come portaborse nelle sua “struttura”. Un classico caso di mutuo soccorso tra parassiti sociali.

A Carletto non importa di essere stato declassato da segretario e assessore regionale del Pd (seppur per un breve periodo), e da elemento di spicco del Pd calabrese, a semplice portaborse di Iacucci. Da oppositore interno alla figura di Iacucci, a suo sciacquino, il passo è stato breve. Quello che conta per Carletto non è certo salvaguardare la sua dignità umana e politica, ma garantirsi uno stipendio pubblico senza fare niente. La dignità può aspettare. Certo, lo scarto tra lo stipendio di consigliere regionale è quello del portaborse è notevole, ma non è un problema: un’altra entrata di “scapicchio”, per pareggiare il conto, si trova sempre. Del resto era stato lo stesso Orlando a chiedergli di fare un passo indietro alle scorse elezioni regionali in cambio di una sistemazione momentanea, in attesa di tempi migliori. E quella promessa ha iniziato a prendere forma, resta solo da capire se ci sarà, in tempi brevi, “l’avanzamento di carriera”, o se Carletto sarà costretto, dagli eventi a lui sfavorevoli, a restare per un bel po’ lo sciacquino di Iacucci.