Catanzaro. Via Carlo V, dove lentezza e distrazione sono materiale per i falsi ribelli

CATANZARO. VIA CARLO V E IL BRADIPO EDILIZIO, DOVE LENTEZZA E DISTRAZIONE SONO MATERIALE PER I FALSI RIBELLI

Nota stampa del 13.11.2021 di Associazione I QUARTIERI

Il vento delle elezioni soffia sulla città di Catanzaro, le prossime amministrative saranno banco di prova per la tenuta delle coalizioni propriamente dette oppure inverosimilmente il rinnovarsi di nuove alchimie, partendo dal funerale ormai celebrato delle big-family quelle che in politica a Catanzaro hanno sempre contato e pensano ancora potere dire la loro.

Prima della scelta dei “generali” le truppe si organizzano e così c’è un fiorire di prese di posizioni, di denunce fotografiche, di cattiva gestione sul territorio comunale, come se tutto si fosse generato nel corso di una notte, quella utile per la protesta del mattino. Spazzatura in bella mostra, erbacce diffuse, topi a favore di obiettivo, mancato rispetto degli spazi a favore dei disabili, ed altro sono le notizie “bomba” che tengono svegli la notte, una specie di festival a chi ce l’ha più lungo, giusto per diventare “ribelle”, dimenticando le frequentazioni nelle stanze nobili. A Catanzaro funziona così! Tutti ribelli e tutti imbelli.

La protesta finisce al solito con un selfie di ordinanza, quello che celebra il “riscatto” di chi dice di aver protestato e la “regalia” del potente del quartierino, che concede pulizia, diserbo e qualche “striscia” di asfalto, tutto rientrato senza affondare il pugnale e fermandosi alla prima pagina del copione. Già perché nessuno, salvo rarissime occasioni ha veramente fatto il ribelle, denunciando quanti pagati dai soldi dei contribuenti, omettono di operare secondo quanto disposto dalle clausole contrattuali. Questo non si fa, in fondo un pacchetto di spazzini, oggi operatori sociali servono per aumentare il consenso, quello sempre benedetto nelle stanze nobili, dove lotta e governo sono declinazioni dello stesso imbroglio.

Seguendo questo ragionamento, scopriamo che davanti al naso di tutti le incompiute e i buchi neri dell’Amministrazione comunale ci sono, esistono, resistono e sono in parte ormai diventati pezzi di antiquariato, quello che non suscita il mecenatismo di eventuali ribelli.

Lo spettacolo è visibile alla fine di Via Carlo V, dove una volta c’era una delle porte della città, “porta di mare” e dove il manufatto incerottato era sede del cosiddetto “dazio”.

La storia della vicenda di un bene pubblico, finito in quelli da alienare e venduto per un pugno di noccioline nonostante un profilo storico, è difficile da rintracciare. Ci abbiamo provato senza esisto, ma una cosa l’abbiamo capita che nella storia ci potrebbero essere posizioni di vantaggio (?), qualche opera possibilmente non autorizzata (?) e una conclusione dei lavori che si perde nel tempo e nelle carte comunali, tanto che molti cittadini ci parlano di lavori assolutamente in economia, quelli fatti solo al sabato e la domenica.

Vedere e capire è il nostro credo, quello che non guarda in faccia nessuno e mette tutti i cittadini sullo stesso livello, capiremo così se nei lavori di ristrutturazione c’è pure la concessione o lo spostamento del limite della proprietà, magari usando un pezzetto di suolo pubblico. In fondo cosa sarebbe mai, a Catanzaro funziona così con buona pace della trasparenza e dei ribelli da gettoniera.