Per il giudice Di Dedda è meglio un’ingiustizia piuttosto che incriminare i suoi colleghi

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Oltre a motivare con pareri personali e giudizi politici, che non stanno né in cielo e né in terra, le sue sentenza contro di noi, il giudice Di Dedda sostiene che ciò che noi scriviamo non trova corrispondenza né sulla stampa né in attività investigative. Del resto il giudice Di Dedda non è nuovo a sentenze creative. Per questo fu sottoposto, nel ‘98, a processo disciplinare davanti al CSM per aver scritto una sentenza che la corte d’appello di Bari ritenne del tutto irregolare. Di Dedda fu accusato di aver tenuto una condotta tale “da pregiudicare la considerazione e la fiducia di cui un magistrato deve godere a tutela dell’ordine giudiziario”. Violando l’articolo 18 del Regio Decreto Legislativo n.511 del 1946. E siccome lui, a differenza nostra, ha molti santi in paradiso in quella occasione se la cavò con una tirata d’orecchie. Perché si sa, cane non mangia mai cane. Ma resta,  a certificare la sua “creatività”, la sentenza della corte d’appello di Bari.

Dice Di Dedda, sempre nelle sue sentenze creative, in merito ai nostri articoli sugli affidamenti diretti truffaldini: … siamo all’evidenza di fronte ad accuse particolarmente lesive (in riferimento ai nostri articoli “Occhiuto e le ditte amiche”) dell’onore del sindaco, assolutamente gratuite, prive di ogni fondamento e riscontro, giornalistico o giudiziario…”.

Alla luce di questo, mi piacerebbe chiedere al giudice Di Dedda cosa ne pensa, ad esempio, del cambio tende  pagato due volte dalla ragioneria comunale, avvenuto nel suo ufficio o in quello di qualche suo/a collega, come dicono testuali  le determine di seguito pubblicate. Una determina già di per se illegittima perchè un cambio tende non è da considerarsi, come dice chiaramente la Legge, un lavoro di somma urgenza.  Basta guardare le fatture per capire. Questa nostra pubblicazione prima ancora che diffamazione, si chiama notizia di reato. E se questo non lo scrivono altri giornali, non significa che il fatto non sussiste, o che il reato non sia avvenuto.

E poi se non lo sa, ma lo sa benissimo, il procuratore aggiunto Manzini si sta occupando proprio di somme urgenze tarocche, e affidamenti diretti a ditte amiche. Ovvero esiste una inchiesta su ciò che diciamo. Anche se, come sappiamo, si sta insabbiando tutto. Ma se vuole, per maggior sicurezza, può chiedere anche alla Guardia di Finanza che su questo sta lavorando da anni non senza difficoltà: hanno perquisito il Comune di Cosenza, negli ultimi due anni, almeno una quindicina di volte.

E ancora, mi piacerebbe sapere cosa ne pensa il giudice Di Dedda di quelle determine, sempre per lavori mai accertati al tribunale, che sono state tutte sistematicamente liquidate (come si evince dagli stessi documenti, non ci vuole Sherlock Holmes) senza i verbali che certificano l’avvenuto lavoro, i computi metrici, i verbali d’urgenza, i numeri di protocollo. Cioe a dire: pronta cassa. Pronta la determina, si passava subito all’incasso, senza verifiche e documentazione. Anche qui c’è una evidente notizia di reato. Mi spiego meglio: lei chiamerebbe una ditta per commissionarle la ristrutturazione della sua casa al mare, senza chiederle un preventivo, e liquidando la fattura dopo 30 giorni alla stessa ditta senza aver verificato se i lavori, a casa sua, siano stati realmente eseguiti?

Sono sicuro che questo lei non lo farebbe mai. E allora perchè permette che ciò avvenga nella pubblica amministrazione? Perché noi siamo fessi e lei è spiartu? O forse che lei non si sente cittadino di questa città, e  quindi non si sente derubato?

Ecco Di Dedda le prove, inconfutabili, della malefatte a danno dei cittadini, che un onesto giudice come lei sarà contento di analizzare. Giusto per capire se quello che scriviamo è solo invenzione oppure no. Ma lei questo non lo può né fare né dire, perché “certificando” i palesi reati commessi dai suoi amici, dovrebbe darci ragione e questo non se lo può permettere. Meglio commettere una ingiustizia che mettere alla sbarra qualche collega e tutta la banda di malfattori che ha rubato il futuro a questa città. Ma tanto a lei di tutto questo che gli frega? Niente! Lei sta bene come sta: prende nu bellu stipendio, ai suoi figli tutto è garantito, e gode di ogni sorta di privilegio. Come si dice (accezione negativa): una mano lava l’altra e tutte e due lavano il viso. E, aggiungo io, l’acqua fresca cancella i peccati.

Sa Di Dedda, amministrare Giustizia è principalmente questione di coscienza che o ce l’hai, o non ce l’hai. E se non ce l’hai, a farne le spese sono solo i cittadini onesti e quei pochi che credono ancora in questa vostra giustizia.

GdD

Questo il link con tutto il materiale che le serve. Buon lavoro.

Affidamenti diretti: quasi 700mila euro per tende, vetri e condizionatori al Tribunale!