Gratteri e la massomafia: “Con il Governo delle larghe intese tira un brutto vento”

“Quel pomeriggio di trent’anni fa non avevo capito immediatamente cosa stesse accadendo. Poi ho avuto la percezione completa quando sono salito in macchina ed ho acceso la radio. Lì abbiamo capito cosa fosse accaduto. Per me che ero un giovane magistrato è stata una sorpresa, non mi aspettavo che la mafia uccidesse Falcone in quel momento storico dato che lui non era più a Palermo, non era in prima linea. A Roma aveva una scorta meno asfissiante, sarebbe stato più semplice in teoria ucciderlo nella Capitale. Ma le mafie hanno bisogno di inviare messaggi forti”. Così il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri, intervistato durante la trasmissione Buongiorno Regione – in onda questa mattina su Rai 3 Calabria – in riferimento alla Strage di Capaci del 23 maggio 1992, esattamente 30 anni fa.

“La notizia ci ha sconvolto”

“La notizia ci ha sconvolti – aggiunge il magistrato calabrese – e immediatamente abbiamo percepito che anche Borsellino sarebbe stato ucciso di lì a poco. Questo ragionamento ricordo di averlo fatto tra me e me. La storia ci insegna che il potere non vuole essere controllato e, quando c’è qualcuno che alza il tiro, inizia la campagna mediatica del fango; giornali che sistematicamente, quotidianamente, scrivono cose false, giornalisti che storpiano una notizia in modo scientifico: quando questo accade per molto tempo qualcuno che legge potrebbe anche convincersene. Le mafie sono attentissime a queste letture, al vento che tira. E’ ovvio, quindi, che aumenta la sovraesposizione.

Ricordo i Gattopardi a Palermo, sono stato testimone oculare di gente salita sui palchi – dopo di me – che in vita aveva deriso Giovanni Falcone. Immagino le sofferenze, la rabbia che Falcone e Borsellino hanno vissuto per anni, perché spesso non si può rispondere a questi attacchi ed è necessario il silenzio per evitare di fare più confusione. Ci si preoccupa della gente comune, di non confondere i non addetti ai lavori, bisogna stringere i denti ed andare avanti”.

“Riforme senza senso”

Secondo Nicola Gratteri “in questo momento, in Italia spira un brutto vento perché quando governano le larghe intese, si riesce a far passare riforme che nulla hanno a che vedere con la giustizia. La gente vuole processi giusti, celeri ed un sistema giudiziario efficiente. Le riforme dell’ultimo anno, non hanno nulla a che vedere con l’efficienza e la risposta di giustizia che pretende la gente. Noi siamo molto preoccupati per la collettività, c’è un allentamento delle maglie della giustizia. Questi sono messaggi che si ripercuoteranno anche nell’ordinamento di qui a poco”.

“Chi teme Gratteri?”

Il procuratore capo del capoluogo calabrese afferma, in risposta alla domanda del conduttore, di essere temuto da chi “commette reati, cercando di indebolire sistemi e metodi di lavoro efficienti. A Catanzaro dal 2016, da quando ci sono io, è aumentata di molto la produttività. Secondo il Ministero non c’è stata nessuna ingiusta detenzione per gli arresti effettuati nel Distretto di Catanzaro dal 2016 ad oggi e questo contraddice i mantra di certi giornali. La Procura di Catanzaro è stata indicata dal ministero della Giustizia come modello di efficienza ed è stata la più produttiva in Italia durante la fase del Covid. Abbiamo costruito la più grande aula bunker del mondo occidentale a Lamezia Terme. Nel mese prossimo inaugureremo la nuova sede della Procura in un bellissimo convento del ’400, al di là della strada dell’attuale Palazzo di Giustizia, per un risparmio di 1.7 milioni di euro. La nuova sede vanterà sistemi di sicurezza e tecnologie all’avanguardia, uniche in una Procura italiana”.

“Falcone e Borsellino sono due giganti”

Gratteri va cauto sul paragone proposto dai giornalisti con Falcone e Borsellino. “E’ inappropriato perché sono due giganti. Ad ogni modo non mi sento solo. Ho grande afflato e un grande rapporto con i vertici delle forze dell’ordine. Quasi ogni settimana li incontro, sempre per chiedere uomini e mezzi. E loro mi danno tutto ciò che possono. Stessa cosa riguarda la gente comune, non fosse altro che per l’idea di ricevere le persone. Ogni settimana accolgo decine di persone che raccontano i loro drammi, le vessazioni che subiscono dalla ‘ndrangheta, episodi di usura ed estorsione. Questo filo diretto rende la nostra Procura molto vicina alla gente. C’è davvero tanto affetto attorno a noi”.

“‘Ndrangheta e massoneria in tandem”

“Temo tutti i poteri – dichiara il magistrato -, ‘ndrangheta e massoneria deviata separate da un filo molto sottile. Spesso c’è una abbraccio, una commistione e si muovono in tandem. Nel distretto di Catanzaro stiamo lavorando molto, ma soprattutto è cambiata la mentalità, abbiamo dato fiducia alla gente, l’essere credibili è più importante delle indagini. Parlare di sconfitta delle mafie, però, è un’utopia in questo momento di grande smobilitazione sul piano normativo e sul piano del contrasto. Purtroppo, nei governi delle larghe intese si effettuano provvedimenti che con una opposizione forte, magari, non ci sarebbero”.

Il procuratore capo conclude replicando al fatto di “non essere benvoluto”: “Il potere non vuole essere controllato, ha paura di un sistema efficiente, ha paura che qualcuno possa girare lo sguardo sui loro affari. La gente comune, invece, ha bisogno di trasparenza, di vivere un mondo pulito e quindi sta vicino a persone come me, alle donne e gli uomini con le quali lavoriamo in perfetta sinergia, migliaia”.

“A Catanzaro fino al 2024”

Nicola Gratteri, stuzzicato dal commentatore, conclude facendo chiarezza sul suo futuro. “Sarò procuratore di Catanzaro fino al 16 maggio 2024. Quel giorno farò otto anni in città. Se rimanessi a Catanzaro dopo quella data, il giorno successivo ritornerei ad essere sostituto procuratore. Questa è la regola. Quindi prima di quella data dovrò trovare un’altra collocazione. Se potessi decidere, se fosse per me io starei sempre a Catanzaro. Io sto benissimo qui – conclude Nicola Gratteri –, ho un ufficio efficiente, polizia giudiziaria di primo ordine e adesso andremo a lavorare in un monumento con nuovi spazi e giardini, con delle sale bellissime. Poi vi inviterò”.