Gratteri e quella “massomafia” che non persegue mai

Oramai ci tocca ogni qualvolta Gratteri apre la bocca, rettificare le cazzate che racconta. È talmente preso dal suo fittizio personaggio che si immedesima a tal punto che alle balle che racconta, finisce col crederci anche lui.

Gratteri si conferma sempre più solo chiacchiere e distintivo, continuando ad esternare come se non ci fosse un domani. Ogni occasione è buona per salire sul pulpito e offrire la sua immagine di magistrato integerrimo ed esempio per tutta l’umanità. Ama lodarsi da solo. Una spocchia vomitevole tipo non lo sputo se no lo profumo, come direbbe Cetto. Non fa altro che dare consigli a tutti, mentre nessuno si può permettere di darne a lui che, come si sa, è immune dal commettere errori e negligenze. Ne ha per tutti tranne che per se stesso: destra, sinistra, centro e tutto il cucuzzaro. L’unico che ha capito come funziona il mondo è lui, ma nessuno lo ascolta. Un incompreso. O più semplicemente, come diciamo noi, un vanitoso che passa la giornata a specchiarsi come la strega di Biancaneve e ad auto premiarsi per azioni che non ha mai svolto. Spesso usa il lavoro svolto da altri magistrati auto attribuendosi meriti che non gli spettano. Perché di suo ha poco da raccontare.

Ma veniamo al sodo, leggiamo la sua ultima (cronologicamente parlando) chiacchiera: “Chiunque sia stato al potere, di destra, sinistra o centro, non ha mai ritenuto una priorità la lotta alle mafie”. Così il Procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, alle ‘Giornate del lavoro’ della Cgil a Lecce.

Invece Gratteri da quando è capo della procura antimafia più importante d’Italia (assieme a quelle di Reggio Calabria) la mafie, a differenza dei governi, le ha combattute. Per anni ci ha frantumato i cabbasisi con la massomafia, i colletti bianchi affiliati alle ‘ndrine, i burocratici più pericolosi della ‘ndrangheta, i servitori dello stato infedeli, gli imprenditori prenditori, la corruzione a tutti i livelli, e per finire i politici collusi. Ma nessun personaggio appartenente a queste “categorie”, di cui lui si ritiene il massimo conoscitore definendoli la “vera mafia”, è mai finito nelle rete di Gratteri, e per un semplice motivo: quella rete Gratteri non l’ha mai buttata. In quasi 3 anni di reggenza della Dda di Catanzaro, non ne ha azzeccata una. Appena insediato diceva: mancano i pm e i giudici, così non posso fare le indagine. Detto fatto: l’allora ministro inviò subito i rinforzi, una ventina di magistrati. Ma nonostante ciò di indagine sulla masso/mafia nisba. Solo un po’ di rozzi narcotrafficanti ‘ndranghetisti sono finiti in galera, gli amici degli amici continuano serenamente a gestire denaro e potere nell’impunità assoluta.

E per giustificare l’assenza di inchieste di peso sulla corruzione, il vero male della nostra terra come dice lo stesso Gratteri, anche oggi tira fuori il solito ritornello: “io a volte non faccio le indagini perché non ho persone”. In riferimento questa volta alla mancanza di personale di polizia giudiziaria. Appena gli avranno assegnato anche questi rinforzi, vedrete che dirà che non può fare le indagini perché manca il personale amministrativo, poi quello delle pulizie… insomma, ogni scusa è buona per giustificare l’incapacità, del suo ufficio, di agire contro i veri reati mafiosi. Siamo alle comiche, ogni volta gli manca qualcosa. Va avanti così da anni: solo chiacchiere senza mai dimostrare concretamente nulla di quello che dice.

È chiaro che a Gratteri la toga gli sta stretta, il suo sogno è quello di diventare un politico. Tutto il suo operato va in questa direzione, non certo nella direzione di arrestare i corrotti. Magari avrà pensato –  fallito il tentativo di fare il ministro – che Salvini nel dire candideremo a governatore della Calabria un magistrato si riferisse a lui, e questa è una occasione che non può perdere. Sempre meglio di niente. Perciò ancora una volta Gratteri di masso/mafia può solo parlare, perché fino a che non scioglie chiaramente e pubblicamente il nodo della “sua scesa in campo”, non potrà promuovere nessuna azione contro i politici corrotti, suoi eventuali competitor nelle prossime regionali. Arrestare un probabile candidato alla presidenza della Regione sarebbe visto come una sorta di sgambetto all’avversario. E questo Gratteri lo sa. Ecco perché parla, parla, parla parla, parla, e non conclude mai niente.