Gratteri: “‘Ndrangheta nei Comuni e negli apparati dello stato: il ruolo di Pittelli”

Le domande dei giornalisti hanno dato la possibilità a Nicola Gratteri di esprimere il suo parere rispetto al coinvolgimento del livello politico nell’operazione Rinascita-Scott.

“Questa indagine – ha detto – è un unicum. Neanche io immaginavo questo altissimo livello di permeabilità che la ‘ndrangheta ha avuto nella pubblica amministrazione e negli apparati dello stato. Abbiamo arrestato un colonnello dei carabinieri (Giorgio Naselli, ndr) che dava notizie riservate all’ex parlamentare Pittelli, ma anche un cancelliere del Tribunale di Vibo Valentia che era completamente al servizio delle cosche vibonesi e altre persone che erano a disposizione per aggiustare processi al Tar di Catanzaro… Mi ha particolarmente colpito la disinvoltura con la quale il clan Mancuso esercitava il suo potere entrando in contatto con apparati dello stato, che erano letteralmente a disposizione degli uomini delle cosche… Si spazia dagli accessi alle banche dati delle forze dell’ordine fino ai rapporti con le logge massoniche deviate… Abbiamo sequestrato beni per milioni di euro, beni che erano controllati totalmente dai clan: l’ex senatore Pittelli (sempre lui, ndr) si era messo a disposizione dei Mancuso per poter vendere un villaggio Valtur di Tropea e farne sorgere un altro, su un’area di 40 ettari nell’area di Soverato-Montepaone-Stalettì.…”.

Pittelli, secondo gli investigatori, “avrebbe messo sistematicamente a disposizione dei criminali il proprio rilevante patrimonio di conoscenze e di rapporti privilegiati con esponenti di primo piano a livello politico-istituzionale, del mondo imprenditoriale e delle professioni, anche per acquisire informazioni coperte dal segreto d’ufficio e per garantirne lo sviluppo nel settore imprenditoriale”. Dalle indagini sarebbero emersi anche i rapporti diretti tra Pittelli, iscritto al Grande Oriente d’Italia, e Luigi Mancuso, uno dei boss dell’omonima cosca.