Gratteri: senza governo, nessuna operazione contro i corrotti

Dopo l’annuncio, pubblicato dalla stampa locale, in cui Gratteri si diceva pronto per un suo intervento contro la corruzione e i famigerati colletti bianchi, e di aver chiuso l’inchiesta sui reati contro la pubblica amministrazione, a cui i suoi sostituti lavorano da tempo, sembrava cosa fatta ed imminente.

E invece, dopo quel breve momento di euforia, è ritornato di nuovo tutto come prima. È bastato l’annuncio di Mattarella, del suo no a Savona, e quindi del suo no al governo, che subito le cose si sono rimesse al loro posto.

Niente governo niente sirene, e le auto civetta, che già scaldavano i motori, sono tutte rientrate ai box. Allarme rientrato. L’operazione di Gratteri, che va avanti con questo tira e molla di annunci da due anni a questa parte, è ancora una volta rimandata a data da destinarsi.

Questa è la terza volta che l’operazione su Cosenza viene fermata. Una volta perché ci sono le elezioni del sindaco, un’altra volta perché lo dice Minniti, e questa volta perché non c’è il governo. Il che significa, che poi è quello che vi diciamo da tempo, che le “azioni” delle procure, anche di quelle antimafia, non prescindono dalla “politica”. E non dovrebbe essere così, visto che la Costituzione, argomento attuale in questi giorni, parla di separazione e autonomia della magistratura dal potere politico. Ma come potete vedere e verificare anche voi, non è così. Quello che deve fare il procuratore di una città, ovvero quali reati perseguire e quali iniziative giudiziarie intraprendere, è spesso indicato dalla politica che in quel posto l’ha sistemato. Ed è così anche per Gratteri. Che non significa che è un disonesto. Anche lui come i suoi colleghi aspetta sempre il via libera della politica prima di agire, soprattutto quando si tratta di “arrestare” politici corrotti, pezzi grossi dell’imprenditoria, e ovviamente magistrati collusi. Anche lui, come i suoi colleghi, ha bisogno di qualcuno che gli copra le spalle.

Perciò anche Gratteri, prima di affrontare un’azione giudiziaria che potrebbe minare alle fondamenta l’intero assetto democratico e istituzionale della Calabria, e delle sue città, ha bisogno, evidentemente, che ci sia un Ministro della Giustizia. Non fosse altro che per ricevere un eventuale plauso. Procedere in un’azione giudiziaria di questa portata senza un governo potrebbe significare per Gratteri perdere un’occasione d’oro in termini di pubblicità alla sua persona e di riflettori puntati sulla sua operazione. E si sa che Gratteri a questo ci tiene. Non dovrebbe essere così, ma Gratteri ha già dimostrato più volte di non essere sordo alle lusinghe della politica, e per lui che ha “rischiato” di diventare ministro nel governo Renzi questa operazione contro il malaffare nella pubblica amministrazione potrebbe essere l’occasione giusta per “riappacificarsi” con i 5 Stelle.

Ma il governo ancora non c’è. E Gratteri non ha nessuna intenzione di bruciare la sua eventuale operazione in questo modo. La farà, se mai la farà, solo quando in conferenza stampa potrà sedersi di fianco al ministro. O quando il ministro, dopo la sua operazione, potrà elargirgli parole d’elogio su tutte le Tv e i giornali nazionali. È così che ragiona Gratteri. Ripeto: che non vuol dire essere disonesto, ma solo un po’ esibizionista. La sua carriera professionale viene prima dell’esigenza di Giustizia che un’intera città gli chiede da anni.

Del resto Gratteri vive di questo: riflettori, telecamere, microfoni, trucco, e luci di scena. E fino a che il suo ruolo non sarà quello della star principale del film, scordatevi la Giustizia, che Gratteri ha cose più importanti a cui pensare, ad esempio: quali argomenti affrontare nel prossimo show televisivo.