Diamante: il curioso caso di don Magorno e delle suore di Cirella

Don Magorno, fatto fuori dal comune di Diamante, parla di suore invece che degli appalti mafiosi sul porto di Diamante 

E’ saltato il piano del senatore Magorno di asfaltare Sollazzo. E’ fuori o meglio restano fuori dalla maggioranza la moglie vicesindaco e due consiglieri con deleghe importanti del suo partito-famiglia. L’operazione nel Consiglio non è riuscita. La maggioranza resta ferma con 6 consiglieri contro i cinque (tre di Magorno e due di “Diamante Migliore”), mentre l’altra opposizione, quella di “Diamante Futura”, si è astenuta consentendo quindi l’approvazione del bilancio consuntivo ed il mantenimento della giunta.

Ora è  Magorno che resta fuori dal governo del paese e per un anno intero non potrà più distribuire pacchi, né fare favori attraverso gli uffici comunali, né elargire altro, e soprattutto non potrà favorire l’amico farmacista Santoro nel piano del porto. Proprio la mattina precedente il consiglio comunale, guarda caso, il dottore Santoro è piombato al Comune accompagnato da un esponente del Pd locale per consegnare la fidejussione richiesta dalla Regione per ottenere la concessione demaniale. Il tempo è oramai scaduto e comunque non si tratta di versamenti ma di una dichiarazioni d’intenti. La società pagatrice dovrebbe essere di Arezzo, e la cosa puzza mezzo miglio di cappucci calati. A decidere comunque se questi versamenti siano stati fatti sarà comunque il sindaco e non un commissario amico di Magorno.

Don Magorno quindi resta al palo e le prossime mosse che potrà fare saranno quelle di racimolare una lista sperando di poter vincere alle prossime elezioni mettendo in campo l’ex sindaco Caselli. Nel consiglio comunale il consigliere Giuseppe Savarese lo ha sferzato per bene ed ha fatto delle rivelazioni sulle quali la magistratura, se ne esiste una nel Tirreno cosentino, dovrebbe approfondire, dal momento che il senatore Magorno è ancora oggi membro della commissione antimafia. Savarese, a proposito degli assegni versati per finanziare la campagna elettorale di Magorno, ha detto di volerli indicare solo ad un magistrato che si degni di ascoltarlo sulla vicenda. Ma c’è dell’altro a proposito, un “gustoso” e magorniano retroscena. Magorno organizzò in un noto ristorante di pesce di Diamante, una mega cena invitando l’elettorato suo e quello di Savarese. Oltre 200 persone. Alla fine della cena – senza averlo concordato – Magorno si alza, saluta tutti, chiama Savarese in disparte e gli dice di vedersela lui col conto. E Savarese pagò un conto stile matrimonio.

Ma nella conferenza stampa fatta da Magorno nella sede del Pd, lunedì scorso, il vuoto assoluto. Ci si aspettava una risposta agli assegni consegnati da Savarese per finanziare la sua scalata nel mondo politico regionale ed invece è stato un turbinio di nomi tratti dai Promessi sposi: Don Rodrigo, i bravi, Fra’ Cristofaro, mandanti occulti, insomma dire tutto per non dire niente. Ma il boomerang più grosso lo ha fatto in due passaggi che Savarese e Pascale hanno detto in un’intervista rilasciata alla Tv locale Telediamante proprio ieri sera.

Primo passaggio di Magorno: quando ha detto di non conoscere il dottore Santoro. A questa affermazione non ci crede il paese intero. Magorno ha dimenticato di aver fatto il sindaco a Diamante per cinque anni e di aver avuto ottimi rapporti con il nuovo sindaco Sollazzo, succeduto a lui, fino a pochi mesi fa. Santoro è venuto a Diamante in continuazione e prima della rottura con Sollazzo ha frequentato il comune di Diamante come se fosse casa propria. Non parliamo dei pranzi, delle cene e delle cenette fatte insieme, pagate sempre da Santoro, in quanto Magorno non paga mai.

Il motivo per cui Magorno è legato a Santoro sta negli appalti del porto stesso che riconducono tutti a Cetraro. Storie ben conosciute dalla Procura di Paola che tarda ad intervenire proprio mentre Magorno accusa altri (chi non si sa) di aver avuto a che fare con le “patrie galere”.

Secondo passaggio della sua conferenza stampa: dice che le povere suore di Cirella – a differenza del palestrone di Savarese che aveva ottenuto il cambio di destinazione d’uso  nel PSC approvato da Magorno stesso, allora sindaco – non sono riuscite a trasformare il loro istituto in un bed&breakfast a causa del “cattivo” sindaco Sollazzo. Tutti nella conferenza stampa di Don Magorno sono rimasti sbalorditi ed ammutoliti. Sembrava uno scoop vero e proprio: Don Magorno-Fra’ Cristofaro a difendere le povere suore da una parte e Don Rodrigo, il sindaco cattivo ed i bravi ad impoverirle ancora di più.

Ed invece le cose non stanno per niente così. Savarese rivela l’autogol con carte alla mano. Non sono le suore che Don Magorno vuole favorire ma un privato che ha già acquistato l’edificio delle suore e che vorrebbe trasformarlo in una megavilla sul mare. Le suore hanno già intascato quanto dovuto e si sono spostate in un’altra ala del grande edificio dove continueranno la loro attività di asilo nido. Niente si sa invece della Biblioteca Vaccaro, posta proprio in quell’ala venduta e si tratta di circa 2000 libri che un benefattore di Cirella mise a disposizione dei cittadini di Cirella.

Il privato acquirente ha già dato un contributo a Magorno, dandogli, senza pagare fitto, un magazzino nel paese proprio sotto casa sua, adibito adesso a sede del Pd. L’abbiamo già scritto: Don Magorno non paga niente. E comunque non è neanche vero che il sindaco Sollazzo non gli abbia concesso il cambio di destinazione d’uso, dichiara Savarese, ma ha solo detto di aspettare che ritorni approvato dalla Regione il PSC per poi chiedere una variante e dare la possibilità al privato non di costruire un’attività di bed&breakfast ma una villa da regalare alla propria figliola. Una villa di grande valore che darà direttamente sul mare con una spiaggia libera di fronte, altro che aiutare le povere suore di Cirella, racconto fatto da Magorno ai giornalisti, quasi con le lacrime agli occhi.

Una sparata – questa di Magorno – che ha messo in cattiva luce le suore e nel contempo il privato. Non ci saranno prossime mosse per Magorno, a Diamante ha perso tutto, l’unica speranza sono rimaste le assunzioni nel grande centro commerciale Conad che il suocero sta costruendo fra Diamante e Cirella sbancando un’intera collina e sperando che qualche magistrato non vada a spulciare fra le carte.