Grillo show da Fazio: “Meloni cadrà da sola”. Ironia su Conte e “Giggino”

(DI LUCA DE CAROLIS – ilfattoquotidiano.it) – Tutto in nero, in maniche di camicia, scende dai gradini. Inizia scherzando, o magari confessa, o forse fa entrambe le cose quando scandisce: “Io sono veramente il peggiore”. Rieccolo in televisione, Beppe Grillo, da Fabio Fazio, nove anni dopo l’ultima apparizione sullo schermo. Era il maggio 2014, quando andò da Bruno Vespa a Porta a Porta ad annunciare una vittoria del M5S alle imminenti Europee che però non arrivò mai, perché quelle furono le urne del 40 per cento per Matteo Renzi. Era un altro Grillo, leader di un altro Movimento, solo parente del M5S contiano, e soprattutto, era un’altra Italia. “Ho usato le parole che gli hanno rivolto contro per convincerlo a esserci” dice Fazio attorno alle 21, visibilmente contento di aver portato l’artista in prima serata a Che Tempo che fa sul canale Nove. Sullo schermo mostrano una sequela di insulti, poi appare l’insultato, il garante dei Cinque Stelle Grillo. “Feci l’intervista con Vespa e perdemmo le elezioni, quelli che mandavo a fanculo sono tutti al governo” prorompe subito.

Parla in piedi, Fazio lo marca a malapena. “Non posso portare a buon fine un movimento politico, non ero in grado c’era Casaleggio, era un manager” dilaga. “Ho fondato il M5S, ma ero iscritto al Pd di Arzachena” ricorda. In platea sorridono, ma è tutto vero. “La mia rabbia, quella del vaffanculo, era buona”, giura. “Sono qui per capire chi sono, se devo andare avanti” si macera. Sembra quasi una seduta di psicoterapia di gruppo. Perché si auto-accusa, l’artista: “Ho peggiorato questo Paese”. Ma qualche secondo dopo si assolve: “Ho fatto anche delle cose per voi”. Il conduttore lo convince a sedersi, ma dura pochissimo. Grillo si alza dopo pochi attimi, parla di anziani, e c’è poco da ridere. Si rialza anche Fazio, per inseguirlo. “Noi liguri…” tenta di tamponarlo il conduttore savonese. Ma il genovese Grillo già scherza sul leone che gironzolava per Ladispoli: “Sono animali incredibili, trombano 40 volte in dieci minuti”. Poi, improvviso, arriva l’attacco a Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia del Senato, ma soprattutto l’avvocato della presunta vittima di uno stupro di gruppo di cui è accusato anche il figlio di Grillo, Ciro. “È una senatrice della Lega, ma fa i comizietti davanti ai tribunali dove c’è una causa a porte chiuse. È inopportuno, così si mischia tutto”. Fazio fa muro: “È inopportuno anche parlarne”. Però è successo ciò che alla vigilia temevano nel M5S: Grillo ha fatto riferimento a quel processo, in pieno svolgimento in tribunale con la dolorosissima testimonianza della ragazza. Susciterà polemiche in serie, l’uscita del comico.

Nell’attesa, Fazio lo porta altrove, lo spinge a seminare aneddoti di anni prima. Poi gli cita Conte. “Lo scegliemmo io e Luigi Di Maio” rievoca Grillo. Poche ore prima l’ex capo politico dei 5Stelle aveva parlato a In Mezz’ora. Ma il fondatore del M5S non si commuove: “Giggino la cartelletta, era il politico più preparato ma poi ci ha pugnalato per potere”. Però si sofferma volentieri su Conte. “Era un bell’uomo, aveva un curriculum della Madonna, parlava e si capiva poco, quindi era perfetto per la politica…”. Non lo odia, ma non lo ama: “All’inizio ci fu un bel litigio con lui, però è migliorato, ora ci mette un po’ più di cuore”. E il governo? Grillo non lo morde davvero. “Questo esecutivo è una decalcomania, più ci sputi sopra più si appiccica. Lasciamolo seccare, cadrà da solo” concede. Infine, su Mario Draghi: “Con lui eravamo d’accordo che il superbonus durasse cinque anni”. Accadeva solo poco tempo fa. Quando Grillo non andava in tv a chiedersi se continuare.