Guerra interna al Pd, spunta un altro pentito: Mimmo Bevacqua

In attesa di capire quanto contano i 5Stelle in questo governo, c’è già chi, come Palla Palla, auspica e prevede, da qui ad un anno, una crisi di governo che farà implodere questa insana alleanza tra 5Stelle e Lega, lasciando il popolo italiano senza un punto di riferimento politico; ed è per questo che, secondo Palla Palla, bisogna organizzarsi in attesa di questo “evento”, con una valida alternativa politica riconoscibile dai cittadini:  camuffarsi di finto civismo, raccogliendo tutti, da destra a sinistra, potrebbe essere un’idea. In altre parole la riproposizione della sempre verde “grande accozzaglia”. Sempre che la gente abbocchi. E sempre che tale scenario si avveri: se da un lato esiste, come in tutte le cose, una possibilità che ciò accada, e anche vero che Salvini e Di Maio non hanno tendenze “tafazziane” alla PD, abituato a darsi mazzate da solo nelle cosiddette parti basse. Sanno, Salvini e Di Maio, che fallire significa non avere nessuna altra chance, per loro, a differenza della vecchia classe politica, non c’è una seconda possibilità, e state certi che si giocheranno le loro carte attentamente.

E a proposito di Tafazzi e del PD continuano, come nei clan malavitosi locali, le defezione all’interno del partito: ogni giorno qualcuno si pente di essere del PD. Nel mentre, chi rimane come Aieta e Madame Fifì, si scannano in pubblico ogni giorno. L’ultimo a pentirsi di essere un iscritto del PD è il consigliere regionale Mimmo Bevacqua che si autosospende dal gruppo del PD in consiglio regionale. Bevacqua è una figura difficile da decifrare politicamente. Anche perché nessuno ha mai capito il suo pensiero politico. C’è addirittura chi dubita ne abbia uno. Da sempre legato a Palla Palla, da cui dipende totalmente, non ha mai prodotto nulla per la Calabria. Si è sempre accodato al suo padrone e l’unica attività politica che ha svolto è stata quella di curare la sua clientela elettorale, attraverso l’uso “improprio” del ruolo di consigliere: leggi e leggine ad hoc, e finanziamenti mirati a favorire il suo territorio e il suo elettorato. Un esempio pratico per capire come riesce a procurarsi i voti Bevacqua: è soprattutto nel settore della Formazione Professionale e del Lavoro che Bevacqua è attivo. Un settore che ha sempre gestito guardando agli interessi personali di gruppi, associazioni e lobby varie a lui riconducibili. E questo grazie anche alle assunzioni clientelari fatte da lui (e da chi per lui) in Provincia di gente come Francesco Falcone, oggi presidente regionale di Legambiente Calabria, amico e paesano di Mimmo, oggi impiegato a tempo pieno, guarda il caso, proprio nel settore della Formazione Professionale.

Bevacqua non ha una storia politica, anzi non ha proprio una storia. Se non quella che i suoi paesani si divertono a raccontare ogni qualvolta si pronuncia il suo nome nel paese di Longobucco. Mimmo in paese, ma anche in tutta la provincia di Cosenza è conosciuto con il nomignolo di “Chiù Chiù”, come dire “una cosa insignificante”. Lo chiamavano così anche all’interno della Sezione dell’allora Democrazia Cristiana e poi della federazione provinciale del Partito Popolare dove era addetto a chiudere le finestre e portare l’acqua ai dirigenti di partito durante le riunioni.

La sua propensione al servilismo commosse e convinse Riccardo Misasi a regalargli un posto di lavoro. E da qui, leccando leccando, strisciando strisciando, riesce a farsi nominare assessore e addirittura vicepresidente nella Giunta “Palla Palla” alla Provincia – che lo usa come zerbino alla bisogna – fino a diventare un consigliere regionale del PD legato a Franceschini. Ma sempre al servizio diretto di Palla Palla.

Insomma il classico politico del PD con un passato da lecchino democristiano, ignorante, privo di personalità, e sempre al servizio di qualche potente. I giusti requisiti per far carriera politica in Italia.

Bevacqua annuncia la sua autosospenzione dal gruppo del PD in consiglio, e si pente di averne fatto parte, ma non riesce a spiegare il motivo; in tanti hanno provato, noi compresi, a decifrare le sue parole ma nessuno è riuscito a capirci qualcosa. Se non per deduzione: forse anche lui, in tutta questa confusione, vuole dire la sua, o meglio vuole dire a Palla Palla se in tutto questo civismo che va predicando, alla fine, un posticino per lui c’è sempre? Almeno così l’abbiamo capita noi. In attesa di chiarimenti sui motivi del pentimento, una cosa la diciamo: chi fitinzia.