I nuovi schiavi cubani: la testimonianza di Sara Guevara alla Commissione per la tutela dei Diritti Umani

La storia dei 497 medici cubani di cui nell’estate del 2022 il presidente della regione Calabria Roberto Occhiuto aveva annunciato l’assunzione a tempo determinato finisce alla Corte penale internazionale. “I medici locali non hanno voglia di lavorare”, era stato detto, e poi erano partiti proteste e ricorsi al Tar. Grazie ad alcuni accordi, la regione del sud Italia poteva “affittare” da Cuba il personale sanitario – certo, a condizione che venissero prese precauzioni per impedire loro di disertare, ad esempio con pressioni sulle famiglie; e senza considerare che il grosso degli emolumenti li prende il regime dell’Avana. Nel caso particolare, in Calabria, su 4.700 euro pagati dalla regione a ogni medico ne vanno solo 1.200. E’ oggi questa la principale fonte di valuta del regime, e da qui l’ira inedita verso Mosca, quando si è scoperto che il regime di Putin con l’acqua alla gola per la guerra in Ucraina ha iniziato ad arruolare cubani direttamente, senza lasciare al regime il suo pizzo. Sono arrivate anche varie accuse di schiavismo… Tra queste quella dell’Organizzazione di volontariato Democrazia e Libertà, che pubblichiamo di seguito. 

ORGANIZZAZIONE DI VOLONTARIATO DEMOCRAZIA E LIBERTA’
Testimonianza della dott.ssa Maray Sara Sanchez Guevara presso la Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei Diritti Umani
(Versione integrale)

Vorrei ringraziare questa Commissione per l’opportunità e la possibilità che ci avete concesso.
Cominciare con questa premessa è necessaria, per denunciare la reale situazione di Cuba le violazioni dei Diritti Umani, la mancanza di Democrazia, la repressione, la miseria nella quale vive il popolo cubano, situazioni che ho sofferto in prima persona, e che soffrono i miei familiari e amici rimasti nell’isola, ...a me, non mi paga nessuno, né la C.I.A, né gli Stati Uniti come sostengono la dittatura e i suoi complici, che anche qui in Italia ci sono, purtroppo. Discorso questo che alimenta la propaganda molto ben costruita dal regime totalitario cubano.

Vorrei esporre a tutti voi un tema molto sensibile, che è quello inerente alla tratta di esseri umani e alla schiavitù moderna, praticata dalla dittatura dell’Avana attraverso le sue “Missioni Internazionaliste” o come meglio si conoscono in Italia le “Brigate Mediche”, fenomeno che però come vedremo non è un problema solo loro. Questa denuncia si basa sulle precedenti depositate alle Nazioni Unite e alla Corte Penale Internazionale (causa di rinvio OTP-CR208/19), in data 24 agosto 2020. Portata avanti dall’Organizzazione Internazionale con sede a Madrid, Prisioners Defenders.

A dare supporto a quanto verrà esposto da me, c’è anche la risoluzione 0342/2021 del Parlamento Europeo, che ha ricevuto l’approvazione della maggioranza con 386 voti favorevoli e che nel suo articolo 10:
“Condanna le violazioni sistematiche dei diritti umani e del diritto del lavoro
commesse dallo Stato cubano nei confronti del suo personale sanitario in servizio
all’estero nell’ambito delle missioni mediche e in violazione delle convenzioni
fondamentali dell’OIL ratificate da Cuba; (…)”

Queste missioni rientrano nella classificazione di “Tratta di esseri umani ed Schiavitù moderna” per una serie di ragione che vi elencherò in seguito:
L’orario prolungato, oltre 12 ore di servizio, per le pessime situazioni degli alloggi in certi paesi, la scarsa sicurezza che ha portato anche al sequestro di alcuni di loro, per la mancanza di un adeguato stipendio, che è trattenuto fino al loro ritorno a Cuba e di qui ricevono solo tra il 5 e il 25% di quanto paga lo Stato estero che riceve i medici, il resto rimane nelle mani della dittatura.

Tutti in Italia ricorderanno ancora quando lo scorso anno un centinaio di sanitari cubani arrivarono a Torino e Crema a prestare servizio, “sottolineo che il governo italiano pagò per questa solidarietà, non fu gratis”. La sindaca del PD arrivò ad invocare per loro il Nobel per la pace, peccato che… un buon numero di questi medici e infermieri hanno testimoniato in un rapporto redatto dalla già citata Organizzazione Prisioners Defenders, dove hanno dichiarato di essere stati in realtà lavoratori schiavi.

Come sta venendo fuori in un processo negli Stati Uniti, nei Documenti consegnati dai professionisti che hanno offerto le loro testimonianze e che oltre a questi si sono sommati altri per un totale di 1,111 professionisti che denunciano la vendita di servizi da parte delle cosiddette “missioni internazionaliste” di Cuba, che includono i servizi sanitari e medici, ma anche insegnamento, ingegneria, arte, musica tra tanti altri.

Questo sfruttamento di esseri umani è la principale fonte di reddito del governo cubano all’estero, almeno dal 2005, che gli frutta 8.500 milioni di dollari, e che dal 2018 ha rappresentato tra il 40 e il 50% della sua bilancia dei pagamenti all’estero.
Attualmente i disertori di queste missioni sono più di 40 mila, e nonostante la punizione esemplare, che è politica, possiamo affermare che non c’è maggiore precarietà giuridica è uno stato di indifeso per gli operatori sanitari e tecnici nella legislazione moderna.

Dei 1111 casi inclusi in questa denuncia: 894 sono testimoni protetti, 217 sono testimoni pubblici, Il 100% degli 894 testimoni protetti indicano che gli è stato proibito di entrare a Cuba per 8 anni quando hanno deciso di abbandonare la missione, il 37% di loro ha figli minori a Cuba e non potranno vederli più, il 17% di quelli a cui è stato impedito di entrare, cioè il 7% del totale, hanno tentato di entrare a Cuba e non sono stati ammessi.
Il 100% dei 217 testimoni pubblici hanno subito il denominato divieto degli 8 anni. Questa misura è stata applicata a più di 800 mila professionisti delle missioni di tutti i settori a Cuba e ad oggi sono stati sanzionati 40 mila professionisti, tra 5000 e 10.000 genitori non possono vedere i propri figli per 8 anni a causa di questa procedura legale a Cuba che come abbiamo già visto viola il diritto internazionale oltre che i diritti umani.

Le leggi cubane che regolano le missioni si rifanno al codice penale di Cuba nell’art. 135 risoluzioni 368 del Mincex del 2010 che cito per conoscenza di questa commissione:
“Il funzionario o dipendente incaricato di svolgere una missione in un paese estero che le abbandona, o una volta espletata, o è obbligato in qualsiasi momento a rientrare, e si rifiuta espressamente o tacitamente, di farlo, incorrere nella sanzione di privazioni della Libertà da 3 a 8 anni.”
“Informare il superiore diretto dei loro rapporti con cittadini o stranieri, residenti o meno nel paese in cui prestano collaborazioni e se nel caso, la loro intenzione di sposarsi nel paese in cui prestano servizi.”

Altre infrazioni sanzionate sono:
 Partecipare In atti pubblici di natura politica o sociale senza apposita autorizzazione.
 Emettere criteri o valutazioni davanti a organi di stampa, Social Network Radio o televisione che compromettano la cooperazione.
 Sostenere rapporti di amicizia o altri legami con persone che assumano posizioni ostili o contrari alla rivoluzione cubana.
 Estendere la loro presenza al di fuori della località o del paese in cui lavorano o risiedono una volta esauriti le ragioni che l’hanno motivata.
 Guidare mezzi di trasporto senza essere autorizzati a farlo.
 Diffondere propaganda criteri o voci
 Rendere altri servizi a di fuori da quanto stabilito nel loro contratto o missioni siano essi retribuiti o meno, ecc.

Questo è solo un riassunto della situazione alla quale sono costretti il personale delle chiamate missioni internazionaliste. Un documento integrale più esaustivo potremmo metterlo a disposizione di questa commissione in qualsiasi momento.
Per quanto:

Prima di ringraziare la dittatura cubana per il personale medico che ci hanno inviato, vi invito a riflettere sugli articoli 2, 3 e 4 della Costituzione Italiana che dichiarano:
ART. 2. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo (…)
ART. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
ART. 4. La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Come abbiamo potuto costatare, la dittatura cubana non riconosce ne rispetta questi diritti che qui in Italia sono salvaguardia della Libertà e la Democrazia, principi questi negati completamente da un paese che nella propria Costituzione mette un partito e una ideologia al di sopra dei diritti inalienabili dei suoi cittadini.

Come dichiara l’art.85 nel suo comma 3b del Dialogo Politico e di Cooperazione tra Cuba e l’UE di cui l’Italia è firmataria, e che regge gli accordi anche dei singoli Stati dell’Unione, elemento essenziale di tale cooperazione sono il rispetto dei Diritti Umani, la promozione di uno Stato di Diritto e della Democrazia. Quindi, una revisione degli Accordi, o addirittura una loro sospensione sarebbe una scelta coerente con i nostri principi democratici. La sofferenza di queste persone, nella grande maggioranza obbligati e costrette a lavorare all’estero come schiavi, e quanto devono subire le loro famiglie, è anche una nostra colpa o responsabilità per il nostro silenzio…

Considerando che, dall’entrata in vigore del PDCA (ADPC in italiano), quasi quattro anni fa, a Cuba non si sono registrati progressi concreti rispetto ai principi generali e agli obiettivi perseguiti dall’accordo verso il miglioramento della situazione dei diritti umani, delle libertà fondamentali e delle condizioni economiche e sociali dei cittadini cubani; che, al contrario, il regime cubano ha intensificato la sua repressione e le violazioni dei diritti umani e la situazione ha continuato a deteriorarsi in tutta la società cubana, provocando, da parte di importanti settori, nuove ondate di resistenze e manifestazioni pacifiche, che sono state represse e brutalmente schiacciate dalle strutture repressive del regime cubano;
Chiediamo:
– Il ritiro della firma dell’Italia di tale accordo da noi denominato PDCA (ADPC in italiano), in virtù del fatto che viola i nostri propri principi di Libertà e Democrazia.

Viva Cuba Libre!
Abbasso la dittature!
Grazie…
Dott.ssa Maray Sara Sanchez Guevara
Segretaria ODV Democrazia e Libertà