Il business del Consorzio Farma Italia. Scozzafava, il grande mediatore

L’ordinanza dell’operazione “Farmabusiness”, che ha coinvolto il presidente del Consiglio regionale Domenico Tallini, spiega con dovizia di particolari tutte le tappe della connivenza tra il politico e il clan Grande Aracri ed emerge con chiarezza la figura di un imprenditore catanzarese, Domenico Scozzafava, che è il trait d’union tra Tallini e la ‘ndrangheta. 

Il progetto “Farma Italia” nasce da un’idea, del tutto legittima, di un’architetta di origini calabresi ma residente a Roma, città nella quale la stessa si era segnalata per l’impegno politici che l’aveva portata sino a ricoprire la carica di senatrice. Si parla di Anna Maria Mancuso, la quale, nell’estate del 2013, trascorreva un periodo di vacanza in Calabria con il marito Michele Paolo Galli e Walter Manfredi, quest’ultimo definito dagli inquirenti “factotum”. Poiché la Mancuso è originaria di Zagarise (Catanzaro), i tre avevano prescelto per il loro soggiorno estivo una località marina vicina a tale paese, e vale a dire Sellia Marina, alloggiando in un appartamento posto al secondo piano di una palazzina di proprietà di tale Domenico Scozzafava, e dove anch’egli stava trascorrendo un periodo di soggiorno estivo.

Nasceva così un’amicizia fra i tre “romani” e lo Scozzafava, al quale la Mancuso parlava di un suo progetto per la creazione di un centro servizi in Sellia Marina, e di tanti altri progetti, da realizzare accedendo a finanziamenti dell’UE, tra cui anche un consorzio per lo smistamento di farmaci. Scozzafava si dimostrava subito disponibile ad introdurre i tre negli ambienti della “Calabria che conta” per la realizzazione di tali progetti e attivava subito i suoi contatti.

Proprio Scozzafava si dimostrerà il fulcro attorno al quale ruotano le vicende associative, il trait d’union tra gli ambienti criminali più pericolosi, gli ambienti di quella politica dedita alla spregiudicata ricerca di consensi e gli ambienti di un’imprenditoria parassita, rivolta a sfruttare sino al loro esaurimento le risorse economiche-finanziarie esistenti, piuttosto che generare ricchezza con l’impiego di capitale di rischio.

Procedendo con ordine, sin dalle prime battute della storia, la platea dei protagonisti si allargava ad altri due personaggi che avrebbero poi fatto parte della venture. Infatti, Domenico Scozzafava attraverso Walter Manfredi entrava in contatto con il commercialista romano Paolo De Sole e il cugino di quest’ultimo Raffaele Sisca, residente a Crotone. Il de Sole era un professionista già operante nel settore farmaceutico, quindi già introdotto nel settore e possessore del know how necessario alla start up.

Questi quattro personaggi (Scozzafava, Manfredi, De Sole e Sisca) manterranno un ruolo fondamentale nella attività che si sarebbe poi realizzata in virtù del progetto che stava nascendo, mentre la Anna Maria Mancuso e il marito spariranno, in pochi mesi, dalla scena. In particolare, questi ultimi si diranno molto delusi dagli “amici calabresi”.

Appare importante restare ancora sulle fasi iniziali, perché è proprio poco dopo l’estate 2013 che compare la figura di Domenico Tallini, allora assessore al Personale della Regione Calabria. E’ Scozzafava che lo introduce come persona di riferimento del gruppo in grado di risolvere anche i problemi delle lentezze burocratiche per ottenere le autorizzazioni necessarie all’inizio dell’attività del costituendo Consorzio.

SCOZZAFAVA, IL GRANDE MEDIATORE

La smisurata ambizione di Scozzafava è un tratto della sua personalità che emerge in ogni piega degli atti investigativi. Questa sua caratteristica personale lo conduce al continuo tentativo di accrescere e rafforzare la sua considerazione negli ambienti criminali più influenti, ai quali chiede “consiglio” per ampliare la sua attività di tecnico antennista e di concessionario Sky in tutta la Calabria. Ma l’ambizione di Scozzafava, soprattutto, lo conduce sin dentro la “Tavernetta” della famiglia Grande Aracri per mettersi a disposizione stabilmente, facendosi garante degli aiuti dell’assessore regionale Tallini nella realizzazione dell’affare “Farmaci”. Scozzafava ha anche ambizioni politiche. Le risultanze delle indagini dimostrano anche la sua qualità di “grande elettore” di Domenico Tallini, il quale realizzerà il suo successo elettorale grazie ad una messe di voti che gli proviene da località del territorio crotonese.

L’originaria idea imprenditoriale della Mancuso, che progressivamente verrà tagliata dalla scena, verrà veicolata dallo Scozzafava ai Grande Aracri. Scozzafava si rivolgerà alla famiglia Grance Aracri che farà proprio il progetto finanziandolo ed assumendone il governo. Egli avrà il successo sperato spendendo il nome  dell’assessore Tallini… prospettando il suo sicuro ed efficace intervento per eliminare gli ostacoli burocratici relativi alle autorizzazioni necessarie per avviare la predetta attività del Consorzio per la distribuzione dei farmaci… L’intervento di Tallini ci sarà e sarà oltremodo efficace…