Il calcio cosentino è in lutto per la morte dell’arbitro e guardalinee Salvatore Sapia

Il mondo del calcio cosentino è in lutto per la prematura scomparsa di Salvatore Sapia, arbitro e guardalinee che ha conosciuto anche i fasti del grande calcio di Serie A e di quello internazionale delle Coppe europee. Aveva poco più di 60 anni, era malato da tempo ma ha lasciato una traccia indelebile nell’Aia (Associazione italiana arbitri), soprattutto nella sezione di Cosenza, che aveva fondato insieme ad altri colleghi tra i quali Scarcelli alimentando la gloriosa tradizione cosentina che nasceva con il leggendario Mario Palmieri.

Per noi, “ragazzi” nati negli anni Sessanta, il suo volto era familiare perché Salvatore Sapia ha iniziato il suo percorso arbitrale proprio dal settore giovanile cosentino ed ha diretto centinaia di partite di Allievi, Giovanissimi e persino degli Esordienti al vecchio stadio “Emilio Morrone” di via Roma e poi al “Sanvitino” e tutti noi piccoli calciatori (ma anche i nostri dirigenti) avevamo un bellissimo rapporto con lui. Era un arbitro “tollerante” ma che non sopportava di essere preso in giro, tuttavia anche quando si arrabbiava non andava mai sopra le righe e molto raramente estraeva il fatidico cartellino rosso.

Dalla metà degli anni Ottanta, poi, aveva spiccato il volo verso le serie dilettantistiche (Serie D e Promozione) e le sue grandi qualità non erano passate inosservate ai vertici della classe arbitrale e così negli anni Novanta era entrato nelle “terne” dei grandi arbitri italiani nella massima serie e nelle Coppe con la funzione di guardalinee. Le fotografie pubblicate dall’Aia per ricordarlo lo ritraggono tra gli altri anche insieme all’arbitro Collina, orgoglio e vanto della nostra classe arbitrale.

Alla famiglia di Salvatore Sapia e in particolare al fratello Mimmo, ex calciatore del Cosenza, le nostre più sentite condoglianze.