Il memoriale di Enzo Novelli. Torquato getta la maschera e svela il suo “piano” per pilotare iGreco

Enzo Novelli era uno dei quattro fratelli soci al 25% del Gruppo Novelli, una delle aziende agroalimentari più importanti dell’Umbria e che aveva esteso i suoi orizzonti anche in altre regioni. Enzo Novelli è morto nell’estate del 2017 a meno di un anno dalla clamorosa cessione del Gruppo ai calabresi del Gruppo iGreco, sponsorizzati dal Pd renziano e dal Ministero dello Sviluppo Economico attraverso una fitta rete di relazioni trasversali. E protetti al Tribunale di Terni da un altro calabrese, il procuratore Alberto Liguori, che tiene insabbiata da tre anni e mezzo la denuncia della parte sana del Gruppo Novelli contro una cessione palesemente irregolare e grottesca. 

Ma Enzo Novelli prima di morire ha deciso di scrivere tutto quello che sapeva denunciando tutte le clamorose illegalità di questa squallida lobby di potere “coperta” dalla magistratura corrotta. Con il racconto siamo arrivati al periodo nel quale il Cda del Gruppo Novelli stava sciaguratamente affossando l’azienda, con la complicità di Torquato Novelli, per “regalarla” poi al gruppo paramafioso calabrese sostenuto dai poteri forti della politica corrotta e dei colletti bianchi.

IL MEMORIALE DI ENZO NOVELLI – quarta parte

Tutto questo ci ha portato in una strada chiusa. L’unica soluzione era vendere e alla svelta. Per questo motivo a novembre del 2016 sono stato contattato da Musaio, cosa alquanto strana in quanto non avevo mai avuto la possibilità di parlarci direttamente, il quale mi presentava l’ipotesi di cessione dell’intero Gruppo alla famiglia Greco. Mi è stata presentata l’ipotesi come molto importante in quanto la famiglia Greco era considerata una famiglia per bene (!!!), dipinta da Musaio stesso come molto simile alla nostra (sic!).

Tuttavia ho appreso tale offerta con estremo stupore in quanto la famiglia Greco avrebbe rilevato il tutto gratuitamente, al massimo potevano essere disposti ad offrirmi un vitalizio di 1.500 euro al mese, che in seguito ho scoperto non essere neanche vero… Nonostante fossi rimasto davvero sbalordito dai modi in cui mi è stata presentata la proposta apparentemente molto allettante, ho riflettuto incredulo sull’assurdità della cosa anche perché negli ultimi quattro anni, il Cda che aveva promesso di sistemare le sorti dell’azienda, ha in realtà peggiorato drasticamente la situazione e vedeva come soluzione finale e risolutiva quella di una cessione a zero a soggetti a me completamente sconosciuti.

A peggiorare la questione, Torquato, l’avvocato Donzelli e l’avvocato Onori, minacciavano responsabilità penali se non avessimo firmato la cessione delle quote a giorni. L’avvocato Donzelli, addirittura, paventava la possibilità di essere messi in carcere per reati inventati di sana pianta al solo fine di togliere a noi soci la possibilità di scegliere sulle sorti della nostra azienda. Loro sostenevano che in azienda non c’era più un euro dall’oggi al domani e che le galline sarebbero morte di fame e sete in pochi giorni con un conseguente disastro ambientale e responsabilità dei soci. La fretta nel concludere questa operazione folle, secondo Torquato, l’avvocato Donzelli e l’avvocato Onori, era di primaria importanza anche per evitare ritorsioni violente da parte dei lavoratori… Insistevano sul fatto che non c’erano altre soluzioni e che nessuno era disposto a prelevare l’intero Gruppo quando in realtà in seguito sono venuto a conoscenza di offerte molto interessanti da oarte di diverse aziende che erano pervenute al Cda per prelevare interi business del Gruppo come le uova, il pane e lo stesso Pet Food, senza che gli offerenti avessero ricevuto alcuna risposta.

Il giorno precedente all’appuntamento dal notaio per la firma della cessione delle quote a iGreco (appuntamento di cui erano a conoscenza solo Torquato e l’avvocato Onori), nella confusione e tensione generale, nell’incontro con l’avvocato Onori, lo stesso riceveva una chiamata da parte di Musaio per avere delucidazioni sullo stato della situazione per capire se i soci avessero intenzione o meno di andare a firmare il giorno seguente. La cosa mi è sembrata molto strana in quanto l’avvocato Onori era l’avvocato scelto da Ferdinando, e al quale mi sono aggiunto anche io per valutare la realtà dei fatti. A questo punto ho avuto la conferma di essere circondato da persone corrotte, il cui unico scopo era quello di distruggere l’azienda per avere la loro fetta di torta a discapito nostro e dei lavoratori.

Il giorno successivo, deciso, non mi sono presentato dal notaio così come mio fratello Ferdinando. Da questo momento purtroppo sono iniziate subito le pressioni da parte dei sindacati, dei dipendenti, delle istituzioni e degli stessi familiari, soprattutto dalla parte di Ferdinando e Torquato. Pressione accentuata quando Ferdinando mi confessa di essere stato assalito con una sedia da suo figlio Guglielmo. Tanto è vero che Ferdinando, il giorno successivo, si dichiara favorevole alla cessione. Ho avuto una sensazione di frustrazione e abbandono perché mi sono reso conto di essere l’unico a volere la verità e ricercare la cosa migliore per l’azienda e i lavoratori. Voglio ringraziare i miei figli e mia moglie perché mi hanno sempre sostenuto e senza la loro determinazione e persistenza probabilmente avrei ceduto anche io.

4 – (continua)