Il Pd è morto. Restano solo gli ultimi avvoltoi

Il Pd è morto! Questo direbbe Totonno u squalu se fosse ancora tra noi. E lo avrebbe detto gridando come solo lui sapeva fare: a bocca aperta e con una frequenza da spaccarti i timpani. Ed è questo che servirebbe ai dirigenti del Pd: qualcuno che gridi loro in faccia tutta la loro incapacità, anche se hanno dimostrato in tutti questi anni di essere sordi alle “urla” della base. E di stipparsi i ricchi, non ne hanno nessuna voglia, nonostante la grave situazione che il PD sta attraversando, specie in Calabria dove fare ricchia i mercanti è la prassi.

L’ennesima batosta in Molise, dove il Pd raggiunge il 9% dei consensi, conferma l’inesorabile e continua perdita di voti. Non li vota più nessuno se non quel che rimane della loro clientela più stretta. Ma per i dirigenti del PD le priorità sono altre: come spartirsi quel che rimane del partito, prima che la nave affondi definitivamente. Parlano solo di questo: candidature, poltrone, accordi, privilegi e denaro.

Le elezioni in Molise evidenziano anche altro: per battere i 5Stelle, che restano il primo partito, il centrodestra deve necessariamente costruire accozzaglie elettorali, con l’unico interesse di continuare a spolparsi la “cosa pubblica”, e se ne accorgeranno presto i molisani.

IL Pd non esiste più, questo è un dato oggettivo. La sua definitiva estinzione è solo rimandata di qualche mese. Finalmente finisce questa squallida esperienza politica che altro non ha fatto che rubare ai poveri per dare ai ricchi. Roba che neanche Berlusconi. Un partito che per anni si è spacciato di sinistra senza mai produrre nulla per i lavoratori, i disoccupati, gli emarginati, i pensionati, i precari. Anzi ha fatto di tutto per rendere la vita ancora più difficile a chi già vive una vita difficile.

Del resto come si può pensare che personaggi come Madame Fifì, Nicola Adamo, Oliverio, Bevacqua, Giudiceandrea, Aiello, Magorno, Guglielmelli, Ambrogio, possano avere a cuore le sorti o la dignità di chi vive di precarietà e disoccupazione?

Ma voi ce la vedete a Madame Fifì che si sbatte per i poveri? O Nicola Adamo che si impegna per i senza casa? Oppure Magorno che denuncia i mafiosi che vessano gli onesti commercianti? O a Giudiceandrea che “ruba” ai ricchi per dare ai poveri? Non penso proprio. Se già si scannano tra di loro per una poltrona o una prebenda, e infatti nel Pd calabrese è in corso una vera e propria faida con morti e feriti, figuriamoci che cosa gliene può fregare a Madame Fifì di chi non arriva a fine mese. Si impegnano solo quando devono salvaguardare i loro clienti, giusto per mantenere quel numero di voti necessari per conservare qualche “scranno parlamentare”. Che è la sola cosa che realmente gli interessa. Perché senza eletti non c’è potere e senza potere non si fanno affari. E se non sei parlamentare non c’è nemmeno l’immunità. Una protezione necessaria per un partito la cui unica attività è quella di delinquere.

Ma a vigna è finita e il risultato delle elezioni in Molise allontana ancora di più la possibilità di formare un governo e gli eletti calabresi del Pd, a questo punto, valgono come il due di coppa quando la briscola è a denari. Una carica che durerà ancora qualche altro mese, e poi di nuovo tutti alle urne. E c’è da scommetterci che dopo non sentiremo mai più parlare di Pd e di conseguenza mai più Madame Fifì, Adamo, Magorno e tutta la loro banda. Che non moriranno di sicuro di fame perché di guagna ne hanno accumulata parecchia.

E’ questa l’indecorosa fine che li aspetta: scacciati dalla gente, così come Gesù fece con i mercanti dal tempio. La fine di una generazione che si è da subito lasciata ammaliare dal potere e dal denaro, abbandonando per strada principi e valori. Una classe dirigente che ha visto nella politica la possibilità di ricchezza e benessere personale e che non ha esitato a barattare i sudori e i sacrifici di intere generazioni pur di raggiungere la tanto agognata agiatezza. Dimenticandosi di tutti gli altri che in loro avevano creduto. Traditori al pari di Giuda. E come dei Giuda vanno trattati. Non meritano altro. Ogni tentativo di redimerli è tempo perso. La loro natura di avvoltoi non si può cambiare: sono sempre alla ricerca di qualche carcassa da spolpare. Ma questa volta è tra di loro che dovranno sbranarsi.