“Il Sole 24 Ore”: Reggio, Lamezia e Cosenza a rischio default

La recente analisi con la quale ‘Il Sole 24 Ore’ ha segnalato il rischio default per molti enti pubblici del nostro Paese, tra cui tantissimi piccoli e grandi Comuni del Mezzogiorno, pone l’accento sul rischio che le finanze pubbliche riverberino il loro effetti negativi sulle imprese.
Una pronuncia della Corte Costituzionale ha infatti cancellato, per gli Enti Pubblici, la possibilità di spalmare con un piano trentennale i debiti contratti, creando condizione di allarme per i conti degli enti coinvolti.

Ora arriva anche la “speciale” classifica del giornale economico che inserisce ben tre città calabresi tra le prime dieci su scala nazionale che rischiano il ‘default’, ovvero il fallimento.
Si tratta di Reggio Calabria che si trova al terzo posto (di più rischiano solo Napoli e Messina in tutta Italia), di Lamezia Terme al sesto posto e di Cosenza al settimo.
La circostanza che rende il quadro già preoccupante è che si tratta di tre delle quattro città più grandi, popolate ed estese della Calabria.

Insomma la “irruzione” sulla scena politico-amministrativa della sentenza della Corte Costituzionale (n. 18 del 2019, presidente Giorgio Lattanzi, redattore Aldo Carosi) fa tremare i polsi ai sindaci ed ai Consigli comunali.
Ma cosa dice la sentenza: è incostituzionale scaricare sul futuro i deficit di oggi. In pratica la Consulta lancia una bordata contro una delle pratiche più frequenti dei nostri conti pubblici: il rinvio dei problemi sulle spalle di chi arriva dopo. A cadere sotto i colpi dei giudici costituzionali è una norma (la sua ultima versione è scritta al comma 434 della manovra 2017, legge 232/2016) che permette ai Comuni e alle Province in crisi di restituire in 30 anni i prestiti statali ottenuti per avviare i piani di risanamento”.