Incendi, Ente Parco Aspromonte: “C’è stata una pluralità di focolai”

Santo Stefano in Aspromonte – “Dolore e rabbia animano la resistenza delle comunità dell’Aspromonte, che da giorni lottano sul fronte di incendi ancora non domati. Dolore per la perdita di due vite umane, spirate nel tentativo di sottrarre alle fiamme quel poco che avevano, quell’uliveto che rappresentava tutta la loro vita. Rabbia per lo sviluppo degli accadimenti che mai potevano e dovevano portare al disastro avvenuto”. E’ quanto si afferma in una nota dell’Ente Parco d’Aspromonte.

“Nel caso dell’Area Grecanica e cioè nei comuni di Bagaladi, San Lorenzo, Condofuri, Roccaforte del Greco – è detto nel comunicato – non abbiamo assistito ad una pluralità di focolai causati da piromani, come spesso è accaduto in passato. Siamo stati invasi da un vero e proprio fronte di fuoco, che dopo aver insistito per circa una settimana sulle colline attorno alla città di Reggio Calabria, distruggendo inesorabilmente i territori di Santa Vetere, Trunca, Alli, le montagne sopra Gallina, senza che nessuno lo fermasse, si è propagato nei comuni di Cardeto, Motta San Giovanni e Montebello Jonico, entrando con violenza dentro l’Area Protetta, all’altezza dei piani di Bagaladi, raggiungendo, in meno di 24 ore, l’abitato di Roccaforte del Greco e provocando l’irreparabile”.

“L’Ente Parco, come ogni anno dal 2002 – riporta ancora la nota – ha fatto partire il servizio di antincendio boschivo basato sul coinvolgimento delle associazioni in base ai contratti di responsabilità. A dodici associazioni, che al loro interno formano una o più squadre, sono state assegnate le zone del Parco per attività di segnalazione, monitoraggio e spegnimento. È opportuno ribadire che proprio i volontari delle Associazioni impegnate nella campagna Aib del Parco, hanno segnalato, in prima battuta, l’ingresso dell’incendio dentro all’Area Protetta. L’Ente assieme alla Sala operativa di Calabria Verde, ha coordinato questi volontari che hanno lavorato senza sosta per salvare il salvabile. Ci chiediamo cosa potevano fare di più? Cosa poteva fare l’Ente Parco oltre che mantenere, potenziandolo, il proprio modello ideato a difesa degli incendi?”.