Italia fuori dai Mondiali. Sconcerti: “Le dimissioni di Mancini sono da evitare”

di Mario Sconcerti

Fonte: Corriere della Sera

La prima cosa da evitare adesso è il Grande Gesto di Mancini. Non servono martiri adesso, e nemmeno gentiluomini esasperati. Dico a Mancini che non è colpa sua. Che sarebbe un sacrificio inutile. Se vuole andarsene, vada, se qualcuno lo vuole cacciare, lo cacci. Ma il suo dovere è con la gente, un rapporto costruito in decine di partite senza sconfitte, di radicamento, perfino di tanta retorica, tutto ha sempre detto che non era per una notte, che è giusto andare avanti.

La sua Italia è stato l’unico successo in mezzo a dodici anni di sconfitte e beffe terribili di tutto il nostro calcio. Non ricominciamo sempre da capo. Siamo dentro un momento così confuso da non poter dare torto o ragione a nessuno. Oggi è già difficile capire cosa stia accadendo, uno strano tempo in cui il presente non c’è più e l’Italia sarà senza partite reali per più di un anno. Oggi non si può andare via, oggi si deve ragionare, capire cosa rimane nel fondo del calcio italiano, serve una riflessione complessiva. Non ha perso solo l’Italia di Mancini, ha perso una straordinaria azienda nazionale che non sa più riconoscere se stessa. E non riesce a capire il perché di questo lungo declino.

Lippi perse il Mondiale e coprì tutto con le sue dimissioni immediate. Prandelli uguale, Ventura anche. Non una spiegazione, non un parere. Non è dignità questa, è voglia di essere dimenticati in fretta, investire sul silenzio. Non abbiamo bisogno di una nuova fuga. Non vinca adesso la rabbia, non si aprano le vendette o i casi personali. Quelle sono cose da campionato, dove tutto muore e ritorna ogni domenica. Ma l’Italia è la somma di troppe sentimenti.

Il commissario tecnico Mancini è stato molto più di un allenatore. Non è stato il tecnico a essere sbagliato, è l’intero nostro calcio a non reggere più, a fare troppa fatica. È sbagliata l’idea di calcio che è stata costruita per tutti noi da pochissime persone, questa specie di superlega italiana dove tanti diritti sono annullati e niente viene mai davvero discusso, cambiato. Siamo in un deserto dove stanno arrivando i tartari, ancora sei mesi e le società non saranno più a maggioranza italiane. Abbiamo bisogno di rifondazioni continue, di continue nuove leggi che fermino per sei mesi sempre nuovi problemi.

Nessuno, Mancini, costruisce più. Tutti scappano. Lei ha un contratto, lo rispetti. Noi capiremo. Se ricominciamo da uno possiamo arrivare al secondo scalino, poi forse al terzo. Abbiamo appena capito che lei non è una garanzia. Nessuno ci può salvare, abbiamo solo bisogno di un nuovo inizio. E abbiamo il diritto di scegliere, non lei. Questa è la vera responsabilità.