Italia “migliore”. I ministri fanno il pieno di nomine in zona Cesarini

(DI ILARIA PROIETTI – Il Fatto Quotidiano) – Si fa presto a dire addio. Tra promozioni, assunzioni e nomine di nuove commissioni, il governo Draghi pare ancora in sella. Altro che cerimonie di commiato: la ministra renziana Elena Bonetti, invece di pensare agli scatoloni del trasloco, il giorno dopo lo showdown di SuperMario al Senato, ha indetto l’interpello per scegliere un dirigente preposto al monitoraggio delle politiche della famiglia. Il sottosegretario del Pd Vincenzo Amendola ha fatto addirittura meglio: ha ipotecato il posto di tutto riguardo di coordinatore dell’ufficio mercato interno del Dipartimento delle politiche europee, pure lui quando i destini dell’esecutivo erano già abbondantemente segnati.

Per non parlare di Renato Brunetta, come sempre inarrivabile: tra il 3 e il 5 agosto, con un piede già fuori dall’uscio di Palazzo Vidoni, si è scapiccolato per riuscire a mettere il timbro su ben tre incarichi di direzione generale, vacanti da addirittura 15 e 7 mesi e da allora gestiti senza grandi crucci ad interim. Ma Brunetta non ha voluto attendere un minuto di più, figurarsi lasciar fare al suo successore. E non solo lui, per onestà: le nomine last minute per promuovere dirigenti, ma anche per premiare consulenti oltre il 90° minuto, tirano assai.

Ecco allora il buon Brunetta, fuori tempo massimo, brigare per scegliere il coordinatore dell’Ufficio per la semplificazione e la digitalizzazione, quello dell’Ufficio per la qualità della performance e le riforme e per finire il coordinatore dell’Ufficio per l’organizzazione ed il lavoro pubblico. Nonostante la recente circolare di Draghi abbia chiarito cosa si possa fare e cosa no per un governo dimissionario preposto al disbrigo degli affari correnti. Ed ecco pure le polemiche, severe ma giuste: in una nota congiunta Classi Dirigenti delle Pubbliche Amministrazioni (AGDP) e l’associazione Allievi della Scuola Nazionale dell’Amministrazione hanno chiesto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri l’immediato ritiro degli interpelli in questione e di “assicurare la necessaria vigilanza presso tutte le pubbliche amministrazioni affinché non si ripetano simili episodi di evidente lesione dei principi di buon andamento e imparzialità delle Pubbliche Amministrazioni stabiliti dall’articolo 97 della Costituzione”. Ce l’hanno insomma col solito ministro della Pa, ma l’operazione nomine fuori tempo massimo, non riguarda solo lui, anzi: basta alzare lo sguardo in particolare al Segretario generale della Presidenza Roberto Chieppa, che dovrebbe vigilare. Ma tant’è.

Anche ai piani alti di Palazzo Chigi, quanto a nomine last minute ci han dato dentro: il Dipartimento per il coordinamento amministrativo, per dire, il 2 agosto ha indetto un interpello per un incarico di consulenza, studio e ricerca. Mentre il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica che risponde niente meno che a Bruno Tabacci ne ha indetto un altro per selezionare il coordinatore del Servizio Programmi e interventi di rilevanza regionale e territoriale, nell’ambito dell’Ufficio Investimenti immateriali e coesione territoriale. Quando? Il 26 luglio mentre il sottosegretario di antico rito democristiano già era probabilmente in tutt’altre faccende affaccendato per via delle imminenti elezioni. Ma poco male: Tabacci mentre battezzava la nuova creatura con Luigi Di Maio, al dipartimento di via della Mercede lavorava per le nomine ancora possibili.

E lo stesso è accaduto al Ministero per il Sud di Mara Carfagna: mentre c’era già aria di buriana per Draghi, il 19 luglio ha elevato a rango di suo consigliere Daniele Perchiazzi dell’Agenzia della coesione territoriale. Il 21 luglio il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, mentre SuperMario saliva al Colle, firmava il decreto per ingaggiare come esperto in materia energetica il professor Ennio Macchi. E prima ancora, il 19, sborsando 25 mila euro, aveva nominato il magistrato tar Rocco Vampa suo consigliere giuridico. E qualche giorno prima per un contratto da 55 mila euro, aveva pure reclutato Ghislana Caon per occuparsi di media e comunicazione social.

E ancora. Il ministro leghista al Turismo Massimo Garavaglia il 4 agosto ha regalato un posto al sole a Ludovica Casellati, la figlia della presidente del Senato, piazzata nella commissione di esperti che studieranno e pianificheranno i destini del cicloturismo in Italia. Il ministro del Pd Andrea Orlando invece ha da ultimo chiamato a sé al Ministero del Lavoro Andrea Massera, digital strategist del Pd ligure. Ma il colpaccio più grande resta quello del titolare della Farnesina Luigi Di Maio che a metà giugno ha reclutato come consigliere per l’analisi delle politiche pubbliche in materia di aero-spazio, Alessandro Strozzi. A mezzo servizio con il Quirinale: formato alla Scuola di politiche di Enrico Letta, Strozzi è da maggio nella segreteria del presidente della Repubblica in persona. Chapeau.