Italia, operazione “responsabili”: chi sono (e quanti) i senatori disposti a sostenere Conte

di Martina Castigliani

Fonte: Il Fatto Quotidiano

Corsa contro il tempo per l’operazione “responsabili”. Giuseppe Conte, archiviato lo strappo di Matteo Renzi, è sempre più intenzionato ad andare alla conta alle Camere, ma per farlo senza rischiare di perdere tutto ha bisogno di avere la certezza (o quasi) che ci sarà un gruppo di parlamentari pronto a sostenere la maggioranza. Il problema è sempre lo stesso: l’operazione dovrà dare contorni “certi e sicuri” alla maggioranza e non potrà basarsi su senatori disgregati, lo chiede Sergio Mattarella ed è la condizione necessaria sufficiente per blindare il governo. I movimenti in Parlamento sono tanti e sempre più seri: il rischio di elezioni anticipate preoccupa la truppa di chi sa non sarà più riconfermato e i numeri, è quello che garantiscono da più parti, ci possono essere. La prima necessità è quella di trovare una casa (o meglio un simbolo) che li possa riunire tutti. Alla Camera si guarda a Centro democratico di Bruno Tabacci dove nelle ultime ore sono arrivati ben 5 ex parlamentari M5s. Al Senato la faccenda è più complicata: Udc ufficialmente dice che non sosterrà Conte, ma la senatrice Paola Binetti, dicono fonti di maggioranza a ilfattoquotidiano.it, proprio questa mattina a Palazzo Madama ha fatto sapere ai colleghi Pd-M5s che se necessario non si tirerà indietro. Il gruppo potrebbe a quel punto formarsi dentro il gruppo Misto con un proprio simbolo (come già fa Leu).

Le spinte intanto arrivano da più parti. Fonti dei vertici M5s a ilfattoquotidiano.it garantiscono che “ci sono buone possibilità che l’operazione vada in porto“. I 5 stelle sono compatti nel sostegno a Conte e chiudono le porte a un riavvicinamento a Renzi. Per questo sono tra i principali fautori della strada dei “responsabili”. E non a caso, per tutta la mattinata, i big (da Di Maio a Di Battista e Buffagni) hanno rilasciato dichiarazioni dure di chiusura netta per Italia viva e rilanciato invece l’appello ai costruttori dello stesso Beppe Grilo. Fonti istituzionali invece predicano ancora prudenza: il rischio è che oltre gli auspici non si riesca ad andare. Ma è presto. Sul fronte parallelo fonti interne ai dem hanno fatto trapelare che “i responsabili non ci sono” e che se continua così “si rischia il voto a giugno“. Un messaggio interpretato come un modo per stringere i tempi e far accelerare le trattative: i parlamentari che vogliono appoggiare la maggioranza devono farsi avanti, ora o mai più.

I NUMERI – Alla Camera la situazione è relativamente tranquilla: la maggioranza ha 346 deputati e senza i 30 di Italia viva, conta su 316 sì che anche se risicati sono sufficienti. Il problema più urgente è il Senato: il governo finora ha avuto l’appoggio sicuro di 158 parlamentari a Palazzo Madama (92 M5s, 35 Pd, 8 Autonomie, 18 Italia viva, 5 Leu) e senza i renziani, scenderebbe a 140. Al momento, guardando a chi nel gruppo Misto ha sempre offerto una sua disponibilità a sostegno della maggioranza, ci sarebbero già circa 14 senatori. Ma il numero è una stima prudenziale ed è in continuo aggiornamento.

SENATO – Tra i primi indiziati ci sono i senatori del Udc: Paola Binetti, Antonio De Poli e Antonio Saccone. Che ufficialmente smentiscono, ma ufficiosamente sono molto meno compatti. Binetti ha già fatto capire di essere pronta ad aprire una discussione: lo ha detto oggi parlando con colleghi della maggioranza e lo ha lasciato intuire tra le righe parlando con l’agenzia Adnkronos. Un altro fronte importante nella conta è sicuramente quello dei componenti del Misto che già più volte sono andati in soccorso della maggioranza e che, a un primo calcolo, sarebbero in totale 14. I primi responsabili indiziati sono naturalmente gli ex M5s che, proprio per l’antico legame con il Movimento, molto spesso votano già a favore del governo per segnalare la loro vicinanza a una linea che, dicono, non hanno mai davvero disconosciuto. Si tratta di: Maurizio Buccarella, Saverio De Bonis, Luigi Di Marzio, Tiziana Drago, Elena Fattori, Marinella Pacifico. Di questi proprio De Bonis è molto impegnato nel riuscire a concretizzare la nascita di un nuovo gruppo. A questi potrebbero aggiungersi Michele Giarrusso e Gregorio De Falco che però negli ultimi giorni hanno fatto dichiarazioni contrastanti (De Falco più possibilista, Giarrusso più ondivago). Non bisogna dimenticare che la compagine di ex 5 stelle (26 deputati e 16 senatori) non basta per risolvere da sola la situazione, visto che molti di loro ormai hanno aderito ad altre formazioni, dalla Lega ad Azione, e vanno considerati individualmente.

Poi vengono considerati i sì degli esponenti del Maie Adriano Cario e Raffaele Fantettiin particolare Fantetti negli ultimi mesi si è fatto promotore del think tank Italia23 che, secondo alcune indiscrezioni, vorrebbe essere uno dei progetti embrionali di una ancora fantomatica lista Conte. Fantetti, raccontano a Palazzo Madama, è tra i più attivi in queste ore ed è dietro molti contatti. Sicuramente a favore, come ha già dichiarato, Sandra Lonardo, ex Forza Italia passata al Misto a luglio scorso in polemica con la “linea salviniana” del centrodestra. Proprio il marito Clemente Mastella si è già offerto, più o meno convintamente, per organizzare lui “il gruppo dei responsabili” e nelle varie interviste rilasciate in queste ore ha garantito che “i numeri ci sono”. Poi sempre nel Misto potrebbe arrivare anche il sì dell’ex dem, e in passato molto vicino a Matteo Renzi, Tommaso Cerno: non ha nascosto le sue amarezze sul Conte 2, nonostante essere stato tra i primi sostenitori, ma viene dato tra coloro che potrebbero poi decidere di votare a favore. Infine vanno considerati a favore i due senatori a vita iscritti al Misto Mario Monti e Liliana Segre, ma anche Sandro Ruotolo, eletto con le elezioni suppletive a fine febbraio scorso.

Altro bacino in grande agitazione è quello di Italia viva. Fonti della maggioranza assicurano che ci sono almeno 4 o 5 senatori renziani che sarebbero già pronti a sostenere la maggioranza per timore del voto anticipato. Una delle più in bilico è sicuramente l’ex azzurra Donatella Conzatti che già ieri, intervistata dal Corriere della sera, aveva aperto a una mediazione tra Renzi e Conte. E che ora sarebbe sempre più intenzionata a lasciare l’ex premier. Riccardo Nencini, che associando il simbolo Psi a Iv ha permesso a Renzi di avere il gruppo al Senato, ha smentito di essere pronto alla separazione, ma è al momento tra i più sorvegliati. Occhi puntati anche sui renziani che hanno ruoli nelle commissioni: l’ex M5s Silvia Vono, vicepresidente della commissione Lavori pubblici al Senato, o l’ex Pd Annamaria Parente, presidente della commissione Igiene e Sanità. Ma anche Vincenzo Carbone, vice della commissione Lavoro o Leonardo Grimani, segretario della commissione Affari costituzionali.

Nel calcolo non vengono (ancora) considerati esponenti di Forza Italia che potrebbero valutare di dare il loro contributo alla causa. Forse è questo uno dei passaggi più complicati, anche perché dovranno poi vedersela con le resistenze dei 5 stelle, ma le aperture da parte di alcuni non sono escluse. E i nomi che circolano sono quelli di Roberto Brunetta, Renata Polverini, Deborah Bergamini e Osvaldo Napoli. L’opzione per i vertici azzurri al momento è fuori discussione e, come raccontato da il Fatto quotidiano, ieri nei vertici in Parlamento hanno minacciato di tenere “fuori dalle liste” chiunque lasci anche solo intuire di essere interessato all’operazione.

CAMERA – A Montecitorio una delle operazioni più interessanti è stata registrata nelle ultime ore e ufficializzata stamattina dal presidente Roberto Fico. Cinque deputati ex M5s hanno aderito alla componente di Centro Democratico – Italiani in Europa guidata da Bruno Tabacci. Si tratta, in particolare, di Marco Rizzone, Fabio Berardini, Mara Lapia, Carlo De Girolamo e Antonio Lombardo.

Ma proprio alla Camera la pattuglia di ex M5s è molto nutrita (in totale sono 26) e in tanti siedono nel gruppo Misto senza alcuna possibilità di essere ricandidati. Basta questo per farli diventare “responsabili”? Non è assolutamente scontato. Di sicuro però ci sarà almeno la tentazione. A scrivere un post molto duro contro Matteo Renzi e, a suo modo, in difesa del governo Conte 2, è stata solo ieri l’ex M5s Silvia Benedetti: “Con tutta la disistima che ho per questo governo, tranne per tre/quattro tra ministri/viceministri/sottosegretari, resto allibita dallo sfacciato teatrino del capetto di Italia Morta”, ha scritto. “Già, un politico così egoriferito può solo far morire l’Italia”. Troppo poco per parlare di un nuovo gruppo, ma l’ennesimo segnale che qualcosa si muove.