La Casta più potente che frena ogni cambiamento

Siamo quasi alla resa dei conti. La consapevolezza collettiva di essere giunti ad un bivio, appartiene a tutti. Da qui a breve saremo chiamati a fare una scelta: arrivutare completamente questo sistema marcio e corrotto in tutte le sue componenti, e non si salva nessuno; oppure confermare questo stato di cose che tutti i santi giorni malediciamo, ma che stuartu o diritto un piatto di lenticchie ce lo fa arrivare. Elemosinando, leccando, pregando, votando, arrampicandosi sui tutti, rubacchiando di qua e di là. Non importa come, l’importante che a fine giornata la cena è servita.

Un sistema, quello attuale, talmente corroso politicamente, degradato moralmente e malmesso eticamente che crea mostruosità politiche e giuridiche che neanche quando c’era Lui… Disparità sociali, privilegi per banchieri ed industriali, impunità per corrotti, burocrati, lobby, servi e lecchini; clientelismo legalizzato, tribunali al servizio dei mafiosi/politici, polizia che manganella operai, senza casa, dissidenti e migranti. E la ricchezza, del paese, è in mano di pochi. Praticamente il contrario della Costituzione. Una aberrazione “Istituzionale” che potrà sparire solo se chi la pratica sparisce. Non c’è altra via.

Se cacci una  Madame Fifì, per esempio, e ci metti un Giudiceandrea che risolvi? Niente. Lo capiamo tutti che un Giudiceandrea qualsiasi vale tanto quanto una Madame Fifì. A stessa pasta. Il cambiamento, quando arriverà, sarà radicale. O non è cambiamento. E non è solo la classe politica parassitaria ad aver paura di questo avvento, sempre più probabile, ma anche e soprattutto chi, all’interno di qualsivoglia istituzione pubblica, vive e si arricchisce con la corruzione, usando le pubbliche prerogative da dipendente dello stato. Il più grande male dell’Italia.

Tra questi ci sono certamente i magistrati. Una della caste più potenti d’Italia. Talmente potente che da anni un uso politico e strumentale, vietato alla Costituzione, della azione giudiziaria, determina governi e coalizioni.

L’ hanno capito tutti gli italiani e in particolare i calabresi che di tutti questi partiti politici che fino ad oggi ci hanno governato, e con questa magistratura, nessun farà mai una legge vera e giusta contro la corruzione in Italia che toglie dalle tasche degli italiani centinaia di miliardi di euro. Roba da poter assumere domani mattina centinaia di migliaia di lavoratori e stabilizzare ogni forma di precarietà lavorativa esistente. Una svolta epocale. La possibilità per tanti di avere un futuro. Di avere una casa, una famiglia. Di vivere con dignità.

Una della cause principali della dilagante corruzione risiede proprio nella mancata azione giudiziaria nei confronti di questo reato da parte della magistratura. Non possiamo non considerare questo dato in una eventuale azione concreta contro la corruzione.

Del resto sono i giudici che indagano e se a Cosenza, una delle città con il più alto tasso di corruzione, non c’è mai stato un processo ad un solo corruttore, mai, questo vorrà dire qualcosa. O la dice lunga, se preferite. E’ un loro dovere intervenire, e come tutti sappiamo non lo fanno. Neanche quando gli fornisci le prove come nel caso della procura di Cosenza.

In questa situazione un Ministro della Giustizia che si dica tale, avrebbe già mandato un’ ispezione che più volte abbiamo chiesto con esposti di 70 pagine. Quantomeno per capire se sono solo illazioni o c’è del vero in quello che si dice e che si vede tutti i giorni in procura. Non mandano mai nessuno, si guardano le spalle a vicenda e si ricattano all’occorrenza. Come si può pensare di amministrare giustizia e debellare la corruzione in questa situazione? Il problema per loro è Carchidi che scrive “Cinghiale”.

gratte Stessa cosa per la DDA di Catanzaro che sa bene il livello criminale politico che c’è a Cosenza. E ogni tanto ce lo ricorda persino il pm Luberto, soffiando qualcosina su quello che dicono pentiti sui contatti con la politica a Cosenza, a qualche suo amico giornalista, come per dire: fai sapere ai cittadini che stiamo lavorando. Ma è un lavoro che dura da anni e anni e non se ne vede mai la fine. Oramai, checchè ne dica il pm Luberto, i tentativi più o meno riusciti di insabbiare, ritardare, manipolare, rinviare, le inchieste su Cosenza sono patrimonio collettivo della città. E non si possono negare.

Le difficoltà a scoperchiare il pentolone del malaffare a Cosenza ci sono state e ancora in parte ci sono. Anche qui siamo di fronte ad un uso improprio e distorto della Giustizia da parte dei magistrati. Perché sanno che non devono dare conto a nessuno, si riempiono la bocca di popolo, ma se gli chiedi spiegazioni sul perché non si trovano più, ad esempio, i fondi ex Gescal, si trincerano dietro il sempreverde segreto istruttorio. Il loro operato non è mai passato al vaglio della pubblica opinione, se non quello che vogliono farti sapere. Le operazioni contro i malandrini e i pusher.

Cambiare significa rimuovere anche la mentalità di pm alla Luberto.

copertina lubertoQuando ci sarà il cambiamento ed avremo un Ministro della Giustizia degno di questo nome e di questa sacra funzione, solo allora il problema si potrà dire risolto. Perché amministrare Giustizia è un compito delicato che non può essere legato agli umori o agli interessi di qualche PM, o Gip. Spazzare via i giudici corrotti dalle procure è il primo passo per affrontare e risolvere il problema corruzione. Prima ancora che acciuffare ladri e spacciatori, che potrebbero non esserci più se la giustizia sociale funzionasse.

Alla luce di questo, tutti questi magistrati papponi e corrotti, si schiereranno contro questo cambiamento, insieme ai politici/mafiosi, perchè se la vigna finisce, finisce anche per loro. Toccherà a te morto di fame, precario, disoccupato, cassintegrato, piddrizzuni decidere se continuare a farli esistere. La lotta sarà dura ma siamo in tanti e con una coscienza collettiva che mai prima d’ora è stata così concreta e presente. E non appena saremo chiamati alle urne ci ricorderemo di tutto questo, e di tutto quello che abbiamo dovuto patire. E quel momento si avvicina. E quando il popolo avrà decreto che dal governo saranno fuori tutti i vecchi e nuovi finti partiti, la lotta alla corruzione sarà la priorità e senza quartiere. Traccheggiare serve a poco.

Mi auguro che questo “vento nuovo” faccia riacquistare la coscienza a quei magistrati che l’hanno smarrita. Inducendoli a fare il loro dovere. E’ la vostra ultima possibilità di mettere in mostra la vostra onestà, se c’è. Non sprecatela, usatela bene. E poi non dite che io non ve l’avevo detto.

GdD