La deriva della Rai calabrese in mano ai Cinghiali e al PD

“Ma Gentile deve stare tutti i giorni al Tg3 Calabria? Guardate che perdete ascoltatori, non se ne può più”.

La frase non è nostra ma addirittura del segretario provinciale del PD Luigi Guglielmelli, che ieri, dopo aver assistito alla penosa rappresentazione delle clientele e della politica lottizzata del sistema marcio e corrotto del quale è egli stesso una pedina, ha provato evidentemente ribrezzo.

Eppure, il PD, ormai da tempo, non solo ha sdoganato i fratelli Cinghiale ma ha addirittura “regalato” a compa’ Pinuzzo la vicepresidenza della Giunta regionale, per non parlare della convergenza di vedute col Cinghiale vero e proprio (Tonino), che oggi si vanta (e a ragione) di essere grande amico ed alleato di uno dei peggiori “big” del PD come Marco Minniti.

Ma torniamo alla Rai calabrese.

I giornalisti della testata regionale della RAI, che non hanno mai brillato per coraggio, hanno assunto ufficialmente il ruolo di altoparlanti della famiglia Cinghiale, ovvero la voce del potere locale. L’allarme era scattato già a fine agosto, quando un nostro lettore, Francesco Cundari, ci aveva scritto per sottolineare questa assurda situazione.

Qui non c’è bisogno neanche di entrare nel merito delle dichiarazioni rilasciate dal Cinghiale (letteralmente incapace di sviluppare un discorso intellegibile), insignificanti e non credibili in bocca a chi è, da lungo tempo, rappresentante di una classe politica impresentabile e responsabile del sempre più grave degrado economico, ambientale e sociale della nostra regione.

Ci chiediamo soltanto se è tollerabile che noi cittadini calabresi dobbiamo essere obbligati a pagare il canone per un servizio pubblico alle dipendenze dei Cinghiali o di altri parimente “degni” politici locali.

Alfonso Samengo, capo redattore della Rai calabrese
Alfonso Samengo, capo redattore della Rai calabrese

Fino a quando la RAI sarà controllata dalla politica, ed in particolar modo da questa classe di politici, non avremo mai giornalisti che si prefiggano lo scopo di informare davvero i cittadini e si occupino della corruzione e del malaffare che hanno devastato e imperversano indisturbati nella nostra terra.
Ipotizzare che un sussulto di deontologia professionale o di umana dignità assalga tali giornalisti è una vera chimera.

Filippo Veltri, espressione del PD dei leccaculo e Annamaria Terremoto
Filippo Veltri, espressione del PD dei leccaculo e Annamaria Terremoto

L’emblema di questa situazione sono i capiservizio che si alternano al timone di questo vergognoso teatrino che è diventato il TG Calabria. Da Pino Nano, sottoprodotto della Dc dei Pujia e dei Misasi ad Annamaria Terremoto, prima manciniana e dopo “gasparriana” al rampollo di uno dei tanti “rais” della pappatoia calabrese ovvero Ciccio Samengo, che ha distribuito miliardi su miliardi agli amici degli amici con il carrozzone affaristico-clientelare di Sviluppo Italia.

Alfonso Samengo, con rispetto parlando, sta lì per garantire visibilità e credibilità a tutti i politici imprensentabili che ben conosciamo. E’ un pupazzo al servizio del potere e, come tale, è completamente chinato e prono a gente come i Cinghiali.

L’unica cosa da fare è boicottare queste patetiche rappresentazioni teleguidate non solo dai Cinghiali ma anche e soprattutto, checché ne dica Guglielmelli, dal PD della famiglia Veltri, di Minniti, Madame Fifì e Palla Palla.

Che schifo!