Per la questura e la penitenziaria le nostre informazioni sono solo coincidenze

Sono un po’ di giorni che noi diamo notizie in merito all’operato delle forze dell’ordine e subito dopo qualcuno si affretta a trovare giustificazioni, o mettere pezze. Per i vertici delle forze dell’ordine, quelle da noi raccontate sono solo coincidenze.

Per la questura le nostre informazioni supportate dai fatti sono solo coincidenze. Ad esempio: è una coincidenza l’arrivo di reparti delle celere a Cosenza venerdì scorso, è una coincidenza la perquisizione con tanto di telecamere e schedatura degli occupanti ad opera di personale “specializzato” in via Savoia sabato scorso, è una coincidenza l’allarme ai servizi sociali, è una coincidenza l’ordine di chiudere via Savoia al traffico lunedì scorso, è una coincidenza che dopo il nostro articolo di domenica scorsa che annunciava lo sgombero, il questore (o chi per lui), ieri ha incontrato i vertici dell’Aterp.  Sono 5 giorni che sul “caso” via Savoia si abbattono un sacco di coincidenze.

E per ognuna di queste coincidenze, qualcuno della questura ha una spiegazione: la celere a Cosenza è arrivata per via degli sbarchi dei migranti. La perquisizione di sabato a via Savoia non era una perquisizione, ma solo un invito agli occupanti di togliere uno striscione. L’allerta ai servizi sociali è prassi ordinaria. L’ordine ai vigili di disporre il divieto di parcheggio e di transito in via Savoia è stato emesso per favorire la potatura degli alberi. L’incontro di ieri tra la questura e l’Aterp, solo un saluto istituzionale al nuovo questore.

Ognuno è libero di credere a tutte le coincidenza che vuole, ma noi abbiamo smesso all’età di 10 anni di credere alle coincidenze.

Ma non è solo la questura a parlare di coincidenze. Ieri abbiamo pubblicato la notizia della mega perquisizione avvenuta lunedì scorso nella casa circondariale di Cosenza. Una operazione straordinaria che ha visto l’impiego di diversi reparti della polizia penitenziaria provenienti da altri istituti di pena fuori regione, coadiuvati (secondo le nostre informazioni) dai carabinieri. Un evento che non si può dire certo ordinario: 8 ore di perquisizioni mirate ad un determinato “target” di detenuti, escludendo altri, con personale che arriva da fuori specializzato proprio in questo tipo di operazioni.

E’ chiaro, per chi non crede alle coincidenze, che se si ordina una perquisizione a questi livelli qualcosa stanno cercando. Anche perché i detenuti e le loro celle sono sottoposte a perquisizioni ordinarie settimanali ad opera dello stesso personale operante nell’istituto. E se necessita un “approfondimento” al lavoro ordinario, un motivo ci sarà. Ora, oltre alla sterile polemica se c’erano o meno i carabinieri e sul perché non abbiamo citato i reparti della penitenziaria nel nostro articolo, per giustificare questo evento qualche pezzotto ci fa sapere, non potendo negare l’evento, che questa mega perquisizione al carcere di Cosenza, è stata una coincidenza.

Ovvero: reparti della penitenziaria in giro per l’Italia a fare perquisizioni sti carciri carciri, si sono trovati a passare da Cosenza e hanno detto: giacché ci siamo perquisiamo anche Cosenza. E’ chiaro che la mega perquisizione al carcere di Cosenza è un intervento programmato, magari, rientra in una direttiva dell’amministrazione penitenziaria, inviando personale “estraneo” ai detenuti, per prevenire e smascherare eventuali accordi  tra “secondini” e detenuti, oppure l’operazione è stata ordinata da qualche pm alla ricerca di qualcosa di particolare, cosa per noi altamente probabile. Altrimenti che senso avrebbe una operazione di questo tipo? Forse che esistono gli eventi straordinari ordinari?

Dunque qualsiasi cosa noi diciamo sull’operato delle forze dell’ordine è solo frutto di coincidenze. Va bene anche così, perché tutto sommato è già un passo avanti, almeno non negano più.

GdD