La Regione e le consulenze d’oro per i Fondi Comunitari (di Giovanni Arlia)

Nel campo dell’assistenza tecnica ai Fondi comunitari FSE e FESR si sta realizzando uno scambio di interessi fortissimo, appannaggio quasi esclusivo delle multinazionali che si occupano di consulenza.
I metodi sono aggressivi (ribassi enormi, dell’ordine del 40-50%, pur in relazione a procedimenti amministrativi che usano sempre la formula dell’offerta economicamente più vantaggiosa) con accordi più o meno taciti con le amministrazioni, che possono poi dire di aver fatto risparmiare molti soldi pubblici.
Ma come è possibile che una regione come la Calabria possa accettare le giustificazioni di fortissimi ribassi in un lavoro costituito essenzialmente da costi di personale? Generalmente, le alternative sono due: o la Regione ha previsto costi eccessivamente alti rispetto a quelli di mercato (si auspica in buona fede…perché ad altro non voglio pensare…), oppure, beh, si può immaginare dove la società risparmi per tenere bassi i costi…

Ora, una di queste società (PWC) ha un contratto in essere per l’assistenza tecnica al POR FSE 2007-13 della Calabria (gara attuata con Decreto Dirigenziale n. 17700 del 12.12.2012…il dirigente era Bruno Calvetta…), vinta con un ribasso del 42% (2.455.921 euro su un importo a base d’asta di 4.235.000 euro. Tutti valori iva compresa)

Il punto, comunque, non è tanto (o non solo) il servizio in scadenza citato sopra, ma il fatto che in questi giorni è in scadenza un nuovo servizio messo a gara dalla Regione Calabria, per cifre incredibili: 13.600.000 euro !!!
Tra l’altro, non si capisce se si chiede un servizio o è un modo per dare lavoro (super precario) occulto, visto che viene richiesto un gruppo di lavoro di 61 (SESSANTUNO!!!) consulenti, i quali dovrebbero prestare il servizio presso gli uffici regionali, ancorché con propri mezzi (articolo 10).

Come avrà capito, conosco bene questo lavoro, l’ho svolto per molti anni in Toscana e ho lavorato per queste società (ora ho chiuso, tra poche settimane tornerò in Calabria, ad Amantea, definitivamente).

Sinceramente, non ho mai visto una gara come quella predisposta dalla Regione Calabria, per importi e personale richiesto: tanto varrebbe, almeno in teoria, se il fine è usare questi soldi per dare lavoro, far svolgere politiche attive a queste persone. Ma che senso ha sottopagare decine di persone (la richiesta del capitolato definisce sostanziali part-time, 20 ore settimanali) e far guadagnare soldi a multinazionali ultraliberiste, senza che se ne abbia magari neanche un ritorno in termini di miglioramento dell’efficienza della PA ???

Giovanni Arlia