“La sanità vibonese va in malora e i sindaci del comprensorio cosa fanno?”

FOTO DI SALVATORE LIBERTINO

Comunicato stampa

“La sanità vibonese va in malora e i sindaci del comprensorio cosa fanno?”

Quali sono le iniziative tese a porre un argine al progressivo decadimento dei livelli assistenziali intraprese dalle forze politiche, sociali e dagli operatori sanitari? Nel momento in cui importanti avvenimenti come la stesura dell’Atto Aziendale vengono a caratterizzare la politica sanitaria vibonese, da parte di tutte le forze istituzionali della provincia si registra un silenzio assordante che non giova certo alla sanità e ai cittadini utenti e che denota un’apatia e una indolenza che di fronte ad eventi così importanti è sicuramente indice di scarsa responsabilità.

Come per il passato i sindaci hanno preferito defilarsi e abdicare ai compiti istituzionali contribuendo con tale atteggiamento al progressivo degrado della sanità. Non v’è dubbio che il varo dell’Atto Aziendale 2023, avvenuto con l’esclusione dei sindaci, delle forze politiche, sindacali e del volontariato, che se responsabilizzati avrebbero potuto apportare suggerimenti e correzioni alla definizione del nuovo strumento organizzativo gestionale, non sembra possa configurarsi sotto il profilo del metodo oltre che del merito come un obiettivo teso a incrementare l’assistenza sanitaria e quindi la tutela della salute qualitativamente appropriata dei cittadini.

La quasi segretazione dell’Atto, il mutismo attorno ad esso sono di fatto procedimenti illiberali e contrari ad ogni criterio di trasparenza che è il principio basilare di ogni regola democratica. Il varo dell’Atto Aziendale da parte del management aziendale avvenuto lo scorso mese di Gennaio è l’esempio inconfutabile e al tempo stesso il triste epilogo di un iter spedito e agevole del disegno criminoso che oggi, di fatto, decreta il collasso totale della sanità, disponendo l’avvio del processo di riordino della rete ospedaliera che sotto la copertura di necessari tagli agli sprechi, in sostanza, consuma scelte scellerate mascherate dietro il paventato rigore e le promesse di miglioramento della qualità dei servizi di assistenza.

Lo strumento organizzativo gestionale oltre ad essere fumoso non appare rapportato al territorio già gravato da una crisi profonda ed alle esigenze dei cittadini in quanto sono stati ignorati i criteri oggettivi per una reale ridefinizione programmatica di razionalizzare i servizi e di muoversi verso il risparmio. In più sopprime i pochi servizi territoriali, è incapace di creare le premesse necessarie per il rilancio, vanifica il processo di trasformazione e riduce tutto l’apparato a scelte solo.elettorali. In siffatto contesto a farne le spese sono le strutture sanitarie più deboli, tra cui il nosocomio di Tropea che pagherà oltre ogni limite i tagli apportati. L’ospedale di Tropea da presidio sanitario di primo livello viene penalizzato e depotenziato a ospedale di comunità attraverso la creazione di un dipartimento funzionale interaziendale oncologico, area medica. Il che è inficiato da illegalità in quanto un tale ridimensionamento può essere legalmente possibile se inserito in una struttura dismessa o da dismettere,

In ogni caso l’Atto è da respingere in toto in quanto è “un libro dei sogni”, presenta reali incongruenze rispetto a quanto previsto dal programma operativo sanitario regionale 2022/25, va nella direzione opposta cancellando i servizi sanitari che dagli anni ’80 in avanti erano stati garantiti nel nome del servizio sanitario nazionale basato sull’universalità delle prestazioni a favore dei cittadini. Tutti questi evidenziati sono i parametri sui quali è stato redatto l’Atto Aziendale. C’è da aggiungere, altresì, che esso ubbidisce pedissequamente alla logica dei tagli lineari, annulla la centralità del diritto alla salute dei cittadini, non rappresenta quel salto di qualità che una moderna sanità deve possedere, esclude la logica degli Ospedali Riuniti che vista la variegata rete ospedaliera presente sul territorio meriterebbe una più attenta riflessione, contrae i Distretti sanitari declassandoli a strutture semplici senza fornire valide alternative alla medicina del territorio

Al punto in cui siamo arrivati non è più procrastinabile la convocazione della Conferenza dei sindaci ad opera del sindaco di (VV), presidente pro tempore, al fine di pervenire attraverso un dibattito approfondito con tutte le componenti che governano la sanità alla determinazione di obiettivi chiari che possano tradursi in risultati visibili e concreti. Forse è poco noto, i sindaci sono il punto centrale per l’organizzazione sanitaria aziendale sia nella fase di progettazione che in quella di organizzazione dei servizi. La Conferenza dei sindaci di fatto contribuisce a definire le linee di indirizzo per l’impostazione programmatica dell’Azienda, esamina il bilancio pluriennale e il bilancio di esercizio, verifica l’andamento generale dell’attività e contribuisce alla definizione dei piani programmatici,tra cui l’Atto Aziendale. E’ ancora possibile fermare l’opera di demolizione sanitaria, per questo è necessaria una mobilitazione dei sindaci, delle forze politiche, sociali, del volontariato e dei cittadini al fine di far sentire la loro voce e il proprio sdegno contro i provvedimenti indegni che puniscono una intera comunità.

Dr. Tino Mazzitelli
(Ex Sindaco Di Zungri – Ex Direttore Sanitario P.O. Tropea)

Dr. Antonio Pisera’
Consigliere Comunale Tropea