Lamezia, a condannare De Magistris la cricca di Murone: ecco chi sono i magistrati corrotti

Salvatore Murone, procuratore aggiunto a Catanzaro all’epoca di Why Not e Poseidone, fu imputato per corruzione in atti giudiziari a Salerno. Assolto in primo grado dopo che però furono spazzati via i magistrati che avevano indagato sul Sistema Calabria. In appello si riconosce l’abuso d’ufficio poi prescritto per la revoca di Poseidone ed avocazione Why Not. Da Formigli De Magistris non cita mai Murone e gli viene chiesto di Why Not che gli fu avocata dal Procuratore Generale Dolcino Favi. Murone presenta querela alla Procura di Lamezia Terme.

Il procuratore Curcio

Il Procuratore della Repubblica è Salvatore Curcio, che fu indagato e perquisito, insieme a Murone ed altri, nello stesso procedimento da Nuzzi, Verasani ed Apicella. Perquisizione in ufficio, a casa e personale. Curcio fu anche quello a cui Lombardi, Murone e la Procura Generale affidarono Poseidone e Why Not e lui fu rapido e sbrigativo a richiedere l’archiviazione di Pittelli, nonostante fatti gravissimi, molti dei quali identici a quelli oggi a processo in Rinascita Scott. Il consulente Piero Sagona, nominato dal Dr. de Magistris, aveva evidenziato tutti gli elementi di riciclaggio del denaro sporco. Poi i legami con gli uomini di Mancuso. E dalle indagini evidenti erano elementi corruttivi e di massoneria deviata.

Il pm titolare dell’indagine per diffamazione è Emanuela Costa, figlia di Elio Costa, massone, già Procuratore della Repubblica di Crotone e Vibo Valentia, poi Sindaco in quota Forza Italia a Vibo Valentia. Agli atti delle indagini della Procura di Salerno su verbali resi dal Dr. de Magistris vi è anche il nominativo di Elio Costa. Tutto normale, nessuno si astiene, tutto tace. Inoltre, Murone, Curcio e Costa appartenevano alla stessa corrente in magistratura, magistratura indipendente. Era tutto preconfezionato a Lamezia.