Non era mai accaduto che durante la secolare processione per Sant’Antonio di Padova a Nicastro, il sindaco cittadino, addirittura assieme ad un deputato, si sostituisse a degli statuari per sorreggere per un tratto il simulacro del Protettore di Lamezia Terme. Le ragioni di questa inaspettata “concessione” le sveleremo a breve: prima però dobbiamo soffermarci sul significato di questo gesto.
L’onorevole Domenico Furgiuele non è nuovo a dette esibizioni: qualche anno fa coinvolse il sindaco Paolo Mascaro per sorreggere la statua della Madonna del Miracolo ad Acquafredda: si trattò allora di un “rito laico propiziatorio” per guadagnarsi la compiacenza dello stesso Mascaro in seno alla sua giunta, che però non si è mai concretizzato: i due infatti non si sono mai tollerati, semplicemente perché il sindaco uscente non ha mai ceduto alle richieste di Furgiuele tantomeno di Pino Galati.
Questa smania di religiosità da parte del deputato sambiasino leghista, secondo chi lo conosce bene, non è dettata da reali motivi di fede, ma da mero sfruttamento della devozione popolare a fini politici ed elettorali. Tale “strategia” è così palese che sulla facciata della sua sede politica nella natia Sambiase, campeggia all’esterno una gigantografia di San Francesco di Paola. I Padri Minimi hanno sempre sorvolato, soprattutto dopo aver ricevuto un cospicuo contributo straordinario per sistemare il proprio convento erogato dal Ministro Salvini. È risaputo che i soldi fanno venire la vista ai ciechi e che gli ecclesiastici dinanzi all’olezzo del Dio denaro diventano accondiscendenti e permissivi, dimenticando il Vangelo.
Già durante la festa per San Francesco di Paola, prima del ballottaggio, Mario Murone è stato fatto scorrazzare in lungo e in largo per le vie di Sambiase, quasi fosse lui il festeggiato, invece che il Paolano. Ci è mancato poco che non lo portassero in processione, scoraggiati dalla sua pingue corporatura.
Utilizzare la devozione religiosa è dunque un’abitudine collaudata da parte di Furgiuele, che in occasione della processione di ieri (sabato 14) per Sant’Antonio si è dunque superato aggiungendo la classica ciliegina sulla torta.
Qualcuno sostiene che la sovrapposizione di politica e religione, conterrebbe una preciso simbologia ’ndranghetista per rimarcare chi comanda realmente in una città. Ovviamente non è il caso di Furgiuele, tantomeno del neo sindaco Murone. Ma aver sorretto la statua di Sant’Antonio di Padova a Nicastro, un preciso significato ce l’ha e come: in pratica si è voluto fare intendere che dopo San Francesco di Paola i sambiasini si sono appropriati pure di Sant’Antonio di Nicastro (come viene indicato anche il Patavino).
Ritorniamo al quesito iniziale: perché gli statuari di Sant’Antonio hanno fatto tale concessione a sindaco e deputato? Loro sono gelosissimi di questo compito, tanto che il simulacro è come se fosse di loro proprietà.
È presto detto: si è trattato di una vendetta contro il Vescovo diocesano Serafino Parisi. L’anno scorso quest’ultimo trattò male gli statuari e chiese pure la rimozione del Padre Guardiano Biagio Bonasso. Per evitare un’insurrezione popolare, Parisi fece un passo indietro e ritirò il decreto di rimozione, riappacificandosi con i cappuccini e gli statuari (almeno lui ha creduto così).
E qui bisogna ricordare pure l’alterco avuto – sempre l’anno scorso – dal Vescovo con lo stesso Furgiuele, quest’ultimo accusato dal prelato di aver utilizzato il suo nome riguardo al finanziamento erogato da Salvini ai Minimi di Sambiase durante le elezioni europee. Ne è scaturito un duello a suon di articoli e dichiarazioni al vetriolo, tanto che Parisi si è schierato apertamente contro la Lega e soprattutto contro la legge sull’autonomia differenziata, definita a ragione deleteria per la Calabria e il Meridione.
Per il Vescovo deve essere stata veramente dura adesso dover digerire un sindaco sostanzialmente leghista, che dipenderà oltretutto dalle labbra proprio di Furgiuele, che aveva a suo tempo sgridato sonoramente come uno scolaretto. Parisi aveva creduto, come tanti del resto, che a vincere sarebbe stata Doris Lo Moro, e non Murone la cui incompetenza ed inadeguatezza per il ruolo di sindaco non sono passate inosservate neppure a lui, che è un uomo colto e intelligente.
Adesso ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco: ingoiare Murone e Furgiuele, ed anche subire l’abuso permesso dagli statuari. Prenderà misure contro questi ultimi? I tempi della Democrazia Cristiana sono finiti da un bel pezzo, e consentire che la Chiesa cattolica si schieri con questa o quell’area politica non si può tollerare: si finisce solo per perdere fedeli, già ridotti al lumicino.
È probabile che il Vescovo, memore di quanto accaduto l’anno scorso, faccia finta di nulla: meglio restarsene buono buono, in attesa magari di essere promosso ad altri incarichi. Del resto è arcinoto che lui a Lamezia non vuole invecchiare.
Ma ormai il vincitore è Furgiuele, almeno fino alle prossime elezioni politiche, quando sicuramente non verrà rieletto.
Da notare che per tutta la durata della processione, al seguito di Murone e Furgiuele vi erano pure i neo eletti consiglieri lametini della Lega, unitamente al tronfio e baldanzoso Mimmo Gianturco, riconfermato al consiglio comunale con la lista civica Lamezia Domani, che in realtà è una specie di Lega 2 alle dirette dipendenze di Filippo Mancuso, Presidente del Consiglio regionale e Coordinatore della Lega per la Calabria. Ricordiamo che Gianturco fa parte (dietro lauto stipendio) dello staff del catanzarese Mancuso, e dopo essere diventato il suo referente locale e “raccoglivoti”, adesso ha pure il compito di marcare a vista Furgiuele, con il quale non è mai corso buon sangue. Quando si dice che i lametini si sono sempre svenduti ai catanzaresi corrisponde a verità: l’arrivista Gianturco è solo l’ultimo esempio in ordine di tempo.
Di fronte a questo miserevole scenario, cosa ne penserà davvero Sant’Antonio, utilizzato per beghe ed interessi personali da chi a tutto pensa, fuorché ad avere e dimostrare vera fede per le cose sacre di Dio?
Lettera firmata











