Lamezia, omicidio Pagliuso: indagati due avvocati del foro lametino

C’è una novità importante nelle indagini sulla morte dell’avvocato penalista Francesco Pagliuso, assassinato nei pressi della propria abitazione la notte del 9 agosto 2016. E’ notizia di oggi, infatti, che nei giorni scorsi due notifiche di conclusione indagini sono state consegnate a due colleghi del legale lametino, che nello specifico – secondo alcune fonti – sarebbero accusati di aver istigato alcuni clienti a progettare l’omicidio compiuto poi da Marco Gallo, 32enne arrestato per l’esecuzione materiale del delitto.

Vittima di una vendetta trasversale, l’avvocato Francesco Pagliuso è stato ucciso il 9 agosto 2016 a Lamezia Terme per la sua vicinanza a Domenico Mezzatesta, l’ex vigile urbano responsabile insieme al figlio Giovanni del duplice omicidio avvenuto nel 2013 in un bar di Decollatura di Giovanni Vescio e Francesco Iannazzo, ritenuti vicini alla famiglia Scalise. Da qui si sarebbe innescata una spirale di sangue che avrebbe portato anche all’uccisione dell’avvocato Pagliuso, non solo legale di fiducia ma amico della famiglia Mezzatesta. Secondo la Dda di Catanzaro, Marco Gallo, accusato dell’omicidio dell’avvocato Pagliuso, avrebbe agito “con modalità mafiose al fine di agevolare il gruppo criminale ‘ndranghetistico Scalise”.

Secondo altre fonti i fatti per i quali i due professionisti sarebbero indagati non avrebbero attinenza diretta col delitto di Francesco Pagliuso ma, in particolare, uno dei due avvocati indagati, sarebbe accusato di avere favorito la latitanza di Daniele Scalise, un imprenditore ucciso all’età di 30 anni, il 21 dicembre 2014 a Soveria Mannelli. Lo stesso avvocato è indagato, inoltre, per minacce nei confronti di Francesco Pagliuso per una vicenda datata nel tempo e che non sarebbe collegata direttamente all’omicidio di quest’ultimo. L’altro avvocato è invece indagato per favoreggiamento nei confronti del primo legale, sempre in relazione alla vicenda Scalise.