Lamezia, sequestrò e uccise il cognato: arrestato il presunto assassino di Giuseppe Todaro

Nella mattinata di oggi, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Catanzaro hanno notificato a Davide Sestito (38 anni), presso la casa circondariale di Siano, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere – emessa dal Gip su richiesta della Dda – con cui gli si contesta i reati di sequestro di persona e omicidio premeditato aggravati.

Davide Sestito è accusato di aver sequestrato e poi ucciso il 35enne Giuseppe Todaro in concorso con Maurizio Tripodi (57enne condannato in appello a 20 anni di carcere), Michele Lentini (45 anni, attualmente a giudizio davanti alla Corte d’Assise di Catanzaro e per il quale il Pm ha di recente chiesto l’ergastolo con isolamento diurno per un anno), e con i defunti Vittorio Sia e Agostino Procopio.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, l’omicidio di Todaro si inserirebbe in un ampio contesto ‘ndranghetistico che vede la contrapposizione tra il clan formatosi nella zona di Soverato e facente capo al gruppo Sia-Tripodi-Procopio, e quello storicamente operativo nel territorio di Guardavalle ma con influenza anche nel soveratese diretto e guidato da Vincenzo Gallace, ed al quale anche la vittima ed il padre Domenico Todaro avrebbero fatto riferimento.

Le dinamiche delinquenziali sviluppatesi a partire dal 2002, l’attualità nella zona corrispondente alla fascia ionica del catanzarese e al suo entroterra sarebbero state influenzate dallo sviluppo turistico e commerciale e da opere pubbliche che avrebbero contribuito a scatenare il desiderio di dominio e profitto da parte della malavita organizzata locale, caratterizzata, com’è noto, da connotazioni proprie della ‘ndrangheta.

È in questo contesto, sostengono ancora gli inquirenti, che si scatenò una vera e propria guerra tra opposte consorterie di ‘ndrangheta. Solo nell’area del soveratese, in un breve arco temporale, vi fu difatti un attentato alla vita e successivamente l’omicidio (il 22 aprile 2010 a Soverato) di Vittorio Sia e l’omicidio di Agostino Procopio; ed ancora il tentativo di omicidio di Fiorito Procopio, il tentato omicidio di Antonio Gullà, il sequestro di persona e omicidio di Giuseppe Todaro, l’omicidio di Pietro Chiefari, l’omicidio dei fratelli Vito e Nicola Grattà, l’omicidio di Ferdinando Rombolà.