“L’antimafia” di Gratteri: spieghi a Presa Diretta la sua vicinanza al gruppo Goel

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“Creare lavoro al sud è un’impresa” è stato il titolo della Summer School di Cives che si è tenuta il 15 e il 16 settembre scorso a Pietrelcina, con la presenza del Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno De Vincenti e il Presidente di Goel Vincenzo Linarello della provincia di Reggio Calabria.

Noi diremmo più esattamente che creare onestamente lavoro al sud è impossibile, soprattutto quanto i datori di lavoro sono i millantatori dell’etica, dell’’inclusione sociale, del bene comune e della sana politica, come il Gruppo Cooperativo Goel. Questo ci fa incazzare ancora di più a noi calabresi che ad essere fregati da lobby e oratori di falsa giustizia non ci stiamo proprio.

Ed ecco che denunciamo stasera a Presa Diretta l’ennesimo elogio alla legalità che di legale ha solo le chiacchiere. Non ci stiamo soprattutto se a metterci la faccia ed a “sponsorizzare” questo gruppo, è ancora una volta anche Nicola Gratteri, uno dei più famosi sostenitori della lotta alla mafia calabrese.

Uno di quelli che a differenza di noi giornalisti “faziosi” la realtà locale dovrebbe conoscerla molto bene. Nonostante ciò continua a far confusione sul concetto di etica e legalità, specie quanto si tratta di affiancarsi a realtà imprenditoriali locali piene di luci ed ombre come il Gruppo Cooperativo GOEL. 

Sarà merito di un comune santo protettore di nome Renzi? E già perché lui prima nomina sotto il suo governo Gratteri Presidente della commissione per l’elaborazione di proposte normative in tema di lotta alle mafie (forse per farsi perdonare la mancata nomina a Ministro della Giustizia che ci salvò da un gemellaggio di governo “esplosivo” di matrice calabra: Minniti-Gratteri).

Poi, lo stesso Renzi deliziò della sua presenza il Gruppo Goel mangiando al Ristorante Amal del Gruppo tra gli amici degli amici dopo aver ossequiato Oliverio e Falcomatà.

Tanto rimase estasiato da questa realtà virtuosa che invitò il Presidente del Gruppo, Vincenzo Linarello anche alla campagna congressuale del PD “Lingotto ‘17”. E come se non fosse abbastanza postò una foto su instagram subito dopo scrivendo “In prima fila contro la ‘ndrangheta. L’ho incontrato la scorsa settimana nella Locride. Felice di averlo con noi al Lingotto”.

Ecco l’intreccio, Politica, Giustizia e Chiesa in lotta contro la mafia con un obiettivo comune: deviare noi poveri illusi cittadini dalla verità. E ora che il siparietto si ripropone in prima serata su una rete nazionale/pubblica (rai tre) in una trasmissione di tutto rispetto come Presa Diretta, ci sentiamo in dovere di dire la nostra; di esortare il giornalismo autentico, in via di estinzione, a far chiarezza su questa nostra millantata eccellenza che si impossessa della notorietà della ‘ndrangheta per fregare comunque a chi spera di lavorare in Calabria onestamente.

Perché di Roby Hood qui ancora non se ne vedono e soprattutto non portano i cognomi di Linarello, Gratteri e Renzi: una triade tutt’altro che etica, giusta e onesta.

Gratteri dovrebbe raccontarci dell’entità e della vera natura degli atti intimidatori millantati da Linarello, dal furto delle cipolle di Tropea, alla bomba ad Amal (mai dalle carte della giustizia classificato come atto mafioso), all’estirpazione di ulivi, al furto di quattro telecamere all’Ostello Locri. Se fossero veri dovremmo concludere che le cosche erano a corto di cipolle, di olio e di quattro telecamere per farsi un’insalata di pomodori pubblica da presentare a master chef dopo aver carpito il segreto professionale della centenaria cuoca calabrese del ristorante bio?

Il tutto portò anche alla creazione di una festa della Ripartenza a Locri … ennesima vetrina per il Governo Renzi che inviò inviati speciali (Poletti, Del Rio, Oliverio e altri) che invece di approfondire si limitarono ad esprimere solidarietà e a prendere applausi.

Un ricettacolo di voti ecco cosa diventa in Calabria la lotta contro la ‘ndragheta. Per fortuna Rosy Bindi se l’è scampata grazie ad un volo cancellato… evitando di presidiare all’inaugurazione dell’Ostello della Gioventù di Locri sempre di Goel: altra passarella di politici e giustizieri della notte.

Perché non si indaga su Goel e sulla sua eticità? Perché nessuno esamina i bilanci, intervista i lavoratori del Gruppo e le imprese che in massa abbandonarono nel corso degli anni il Presidente Vincenzo Linarello e le logiche deviate del Gruppo?

Perché nessuno si chiede quanto vende e a quante persone realmente da lavoro con contratti regolari stabili e senza abusare dei voucher Goel Bio, Cangiari, BioCosmethical, Viaggi del Goel?

Quanto è il bilancio di Amal? Quale la condizione e i benefici delle cooperative socie di questo Gruppo che di fantasia ne ha tanta ma che di concretezza ben poca?

La verità è che sono dati che il logorroico Presidente di Goel maschera e omette bene perché dovrebbe dichiarare il suo fallimento imprenditoriale, ammettere che abusa della fiducia e della buona fede dei lavoratori seri che lascia mesi e mesi senza i suoi miseri stipendi, che truffa le associazioni e le fondazioni che gli hanno dato centinaia di migliaia di soldi a fondo perduto per creare delle realtà locali legittimate allo sfruttamento solo perché si affigge sul petto la medaglia di guerriero contro la ‘ndragheta.

Non solo, recluta personale di eccellenza anche non locale per poi contestargli abitualmente i pagamenti dopo averli indotti a scappare… ed ecco sul loro sito aperte sempre le stesse call per gli stessi profili professionali fantasma.

Intanto, l’esemplare realtà economica calabrese è in lotta con il Comune di Siderno per non pagare l’affitto di un locale pubblico adibito ad Struttura Psichiatrica (debito molto pesante per una cooperativa sociale che ha preso i soldi del sistema sanitario nazionale con puntualità); è in lotta anche con i lavoranti che devono elemosinare per mesi uno stipendio misero di 500/600 euro circa al mese per pagare bollette e altro; è in lotta con chi non paga nonostante contratti ambigui, viene condannato anche dal giudice del lavoro su cause promosse da ex dipendenti truffati; è in lotta con chi gli chiede un resoconto sulle attività reali; è in lotta con chi produce bio e vuole vendere per vivere invece che vivere per raccontare menzogne.

Alcune cooperative socie del Gruppo Goel tra l’altro si vocifera essere state multate di recente dalla finanza per lavoro nero. Evviva la legalità garantita da Gratteri dove non osa mettere le mani e gli occhi ma non disdegna metterci la faccia.

Complimenti a Gratteri che lavorando per la lotta alla mafia scambia i suoi vicini per Santi mentre non lo sono.

Complimenti a Renzi che pur di far voti non distingue l’etica e la legalità dalle chiacchiere.

Complimenti a tutti quei giornalisti che si limitano ad elogiare realtà di eccellenza sociale ed etica ascoltando una sola campana: quella di Vincenzo Linarello che una cosa l’ha imparata di certo a far parlare di sé attraverso l’autoreferenzialità e i microfoni degli amici degli amici. I suoi legami con CL e la Chiesa tutta gli sono certo stati di aiuto a far rumore anche a livello nazionale ma non certo a diventare un imprenditore sociale di successo e ancor meno ad un uomo capace a dar fastidio alla ‘ndragheta.

Noi calabresi contro il sistema clientelare e le logiche lobbiste non ci stiamo proprio a sederci stasera davanti la tv e sintonizzarci su Presa Diretta ad ascoltare in modo acritico l’ennesimo esempio di lotta alla mafia deviata da interessi personalistici non meno gravi e indignanti delle logiche mafiose stesse.