Le armi, le guerre, le basi Usa e il Ponte sullo Stretto

Le armi, le guerre e il Ponte sullo Stretto di Messina

di Antonio Mazzeo 

Non ci sono solo politici filo-Berlusconi, signori dell’acciaio e del cemento e cosche mafiose di mezzo mondo a guardare con interesse alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Anche i militari statunitensi che risiedono nelle basi in Italia sembrano attendere con impazienza l’avvio dei lavori dell’opera. “È un progetto assai ambizioso, di cui si è discusso per decenni”, scrive Stars and Stripes, l’organo ufficiale delle forze armate USA. “La realizzazione richiederà anni ma, una volta completato, il Ponte permetterà di viaggiare tra le basi dell’US Navy di Sigonella e Napoli più velocemente. Attualmente le auto devono affidarsi alle navi per attraversare lo stretto che separa la città siciliana di Messina dal continente”. Per il Pentagono, dunque, la megainfrastruttura è importantissima per velocizzare – presumibilmente – i collegamenti via terra tra le due maggiori stazioni aeronavali che la Marina USA possiede nel Mediterraneo, la base siciliana di Sigonella e il complesso operativo di Napoli-Capodichino-Gaeta, veri e propri trampolini di lancio per le operazioni di guerra in Africa, Medio Oriente ed Afghanistan.

Ovviamente i comandi USA considerano estremamente positivo pure il piano di potenziamento della rete autostradale e ferroviaria d’Italia, Passante di Mestre e TAV in testa. “Diversi dei maggiori progetti stradali in via di realizzazione – scrive ancora Stars and Stripes – sono vicini alle comunità in cui vivono ed operano militari statunitensi. Aviano e Vicenza, in particolare, beneficeranno di un paio di questi progetti. Gli interventi sull’A28 permetteranno alle comunità che vivono attorno la base aerea di Aviano di collegarsi direttamente con l’A4, l’autostrada che collega Milano a Venezia”1. Ancora più rilevante dal punto geostrategico e militare l’articolarto piano per l’Alta Velocità ferroviaria nel Centro e Nord Italia, specie quello relativo al cosiddetto “corridoio 5” che per l’Unione europea dovrebbe collegare Lisbona a Kiev. Il corridoio attraversa il nostro paese sull’asse Torino-Genova-Milano-Trieste, lambendo alcune delle principali basi aeree e terrestri sotto comando degli Stati Uniti e della NATO (Solbiate Olona, Ghedi, Vicenza Camp Ederle e Dal Molin, Aviano, ecc.)2.

Nel caso del Ponte sullo Stretto è comunque certa la valenza militare dell’infrastruttura, non fosse altro che per la sua difesa da attacchi o atti terroristici sarà necessario attivare un imponente e costosissimo sistema bellico (missili terra-aria e anti-nave, cacciabombardieri, unità navali e sottomarini, reparti di pronto intervento, ecc.), che comporterà un ulteriore colpo di acceleratore ai processi di militarizzazione del Sud Italia3. Attorno al progetto di attraversamento stabile dello Stretto di Messina ruotano poi gli interessi del capitale transnazionale che controlla il complesso militare industriale e, congiuntamente, le imprese impegnate nelle costruzione delle basi militari e delle grandi opere più impattanti dal punto di vista sociale ed ambientale. Un Ponte oggetto dei desideri di imprese, industrie e contractor in mano ai Signori delle Guerre del XXI secolo.

Dalle basi Usa al Ponte

Il primo aspetto relativo aI connubio Ponte-Guerra riguarda il portafoglio lavori di alcune delle società chiamate alla progettazione e alla realizzazione della megaopera nello Stretto di Messina. Esse, infatti, sono contestualmente tra le protagoniste nella costruzione e ampliamento delle principali basi USA e NATO in Italia. E non solo.
Impregilo, ad esempio, capofila dell’associazione temporanea d’imprese general contractor per il Ponte, nel 2006 ha concluso i lavori di ammodernamento dell’aeroporto militare di Capodichino (Napoli), a disposizione delle forze aeree della US Navy e della NATO operanti in Europa, Africa e Golfo Persico. Sino al giugno del 2006, la stessa Impregilo, tramite la controllata Impregilo Edilizia e Servizi, ha detenuto il 60% delle quote sociali di “Gricignano 3”, società attiva nei servizi di facility management presso l’ospedale della Marina militare americana di Gricignano d’Aversa (Caserta)4. Impregilo è inoltre impegnata nel completamento di due tratte dell’Alta Velocità ferroviaria a maggiore impatto socioambientale, la Bologna-Firenze e la Novara-Milano, nonché nella costruzione del passante autostradale di Mestre. Specie le ultime due opere, sono quelle che assumono per il Pentagono un’importanza strategica nella rete di collegamento tra i comandi e i reparti USA ospitati nelle regioni nord-orientali d’Italia.In cordata con Impregilo per i lavori del Ponte c’è poi l’azienda leader della Lega delle Cooperative, la CMC – Cooperativa Muratori Cementisti di Ravenna, che arriverà nello Stretto con i manager ed i mezzi che operano ininterrottamente da dodici anni nella base siciliana di Sigonella. Questa infrastruttura dell’US Navy è al centro di un vasto programma di potenziamento infrastrutturale. Nel gennaio 2008 si sono conclusi i lavori del cosiddetto “Mega IV Multiple Buildings Naval Air Station”, con la realizzazione di una scuola all’interno di NAS1 (la zona adibita a centro residenziale per i militari americani) e di altri sette edifici con varie destinazioni d’uso, prevalentemente uffici ed officine, nell’area operativa di NAS 2 (lo scalo aeroportuale con i depositi di armi e gli hangar per cacciabombardieri e pattugliatori). L’intero ammontare dei lavori, per un valore di 59,5 milioni di euro, sono stati appannaggio della CMC.

Nella base Sigonella, la cooperativa di Ravenna ha pure portato a termine le opere del Piano Mega III, finanziati nel 2001 dal Dipartimento della Marina. Con il Mega III sono stati realizzati strade, parcheggi, piazze, aree attrezzate a verde, sei edifici polifunzionali, un centro commerciale ed un complesso sportivo e ricreativo per le truppe USA. Ancora più sostanzioso il valore di questo programma: alla CMC sono andati infatti 76,3 milioni di euro. Altri 80 miliardi di vecchie lire finirono invece alla “coop” nel 1996 per il Piano Mega II (la realizzazione di alloggi per i sottufficiali americani ed altre sei palazzine adibite a uffici e centri operativi). La cooperativa “rossa” compare poi nel consorzio che dovrà realizzare la galleria di circa 10 chilometri a Venaus, in Val di Susa, nell’ambito dei lavori per l’Alta Velocità ferroviaria Torino-Lione (siamo ancora nell’ambito del cosiddetto “corridoio 5”). E, come se non
bastasse, nel marzo 2008 le forze armate USA hanno sottoscritto con la CMC un contratto per 245 milioni di euro per la costruzione delle infrastrutture che ospiteranno nell’aeroporto Dal Molin di Vicenza, i militari in forza alla 173^ Brigata Aerotrasportata dell’US Army, attualmente operativa dalle basi di Camp Ederle (Vicenza), Bamberg e Scweinfurt (Germania)5 Al banchetto di guerra, la Cooperativa Muratori Cementisti di Ravenna partecipa insieme al CCC – Consorzio Cooperative Costruzioni di Bologna, il colosso della Lega delle Cooperative di cui la stessa CMC è socia6.

Tornando in Sicilia, un significativo ruolo pro-Ponte e pro-basi è stato assunto da importanti società di costruzioni locali. La Demoter di Messina, ad esempio, azienda leader nella movimentazione terra – affermatasi pure in Trentino Alto Adige, Toscana e Calabria – è stata la subappaltatrice del consorzio Ferrofir (socie Astaldi, Di Penta e Impregilo) nella realizzazione della lunga galleria dei Peloritani tra Villafranca Tirrena e Messina, predisposta in vista del costruendo passante ferroviario del Ponte sullo Stretto. Nel maggio 2005, la Demoter ha inoltre rilevato gli ultimi lotti per il completamento, sull’A-20 Messina-Palermo, degli svincoli ai quartieri di Giostra e Annunziata, previsti come penetrazione autostradale verso Capo Peloro e la futura torre siciliana del Ponte. Per questi lavori, la Demoter si è associata con la veneta Cordioli e C. e con A.I.A. Costruzioni di Catania, società che ha realizzato un edificio “per la gestione delle munizioni” nella base aerea USA di Aviano, l’air terminal per passeggeri e merci della base NATO di Napoli-Capodichino e alcuni alloggi per i militari statunitensi di stanza in quest’ultima infrastruttura militare. L’A.I.A Costruzioni ha inoltre partecipato alla realizzazione del nuovo aeroporto di Catania Fontananossa (utilizzato periodicamente da velivoli militari delle forze armate italiane e statunitensi); dell’albergo “Navy Lodge”, dell’ospedale “Med-Dental” e di un complesso scolastico della base USA di Sigonella.

La società messinese Demoter ha pure eseguito lavori per 5,2 milioni di euro per il completamento del cosiddetto “Residence Mineo” che ospita, nel territorio dell’omonimo comune siciliano, 400 alloggi familiari per il personale americano in forza a Sigonella. L’intervento è stato realizzato per conto della Pizzarotti Parma, altro colosso italiano delle costruzioni che ha partecipato alla gara per il general contractor del Ponte in cordata con il gruppo Astaldi di Roma.

La Pizzarotti è un’azienda leader nella realizzazione di basi militari in Italia. Nel 1979 le fu affidata la costruzione di una serie di infrastrutture all’interno della Stazione aeronavale di Sigonella quando la base fu scelta dagli strateghi di Washington come centro operativo e base avanzata nel Mediterraneo orientale e in Medio Oriente della Rapid Deployment Force, la Forza d’Intervento Rapido delle forze armate USA. A metà anni ’80 la Pizzarotti partecipò pure alla costruzione di numerose infrastrutture nella base di Comiso (Ragusa), utilizzata dalla US Air Force per l’installazione di 112 missili a testata nucleare7. La stessa Pizzarotti ha realizzato in Sicilia il complesso “Belpasso Housing” che ospita 526 alloggi indipendenti per il personale di Sigonella. Più recentemente (anno 2003), il “Department of the US Navy” ha assegnato alla società di Parma la costruzione di un complesso di edifici da adibire a residenze per 300 marines, nella base di Camp Ederle, Vicenza (costo 20 milioni di euro). La Pizzarotti ha poi eseguito i lavori di ristrutturazione ed ampliamento delle banchine della base navale USA di Santo Stefano (arcipelago de La Maddalena), utilizzata sino alla primavera 2008 come base appoggio per i sottomarini nucleari di stanza nel Mediterraneo.

Un’altra partner d’Impregilo e CMC nella progettazione e costruzione del Ponte, Società Italiana per le Condotte d’Acqua, ha realizzato un hangar di rimessaggio e alcuni fabbricati nella base elicotteri dell’Aviazione dell’Esercito di Lamezia Terme, dove opera il 2° Reggimento “Sirio” (velivoli AB 205 e AB 412). Sempre in Calabria, Condotte ha costruito gli edifici destinati alla Scuola Allievi Carabinieri di Reggio Calabria (otto palazzine in tutto per una superficie netta di 65.000 metri quadrati e un volume utile di 253.000 metri cubi). A fine anni ’80 la società partecipò ai lavori di realizzazione dello stabilimento Alenia Aeronautica di Nola (Caserta). A quel tempo Condotte era di proprietà del gruppo IRI ed era presieduta dal generale Mario de Sena, ex comandante dell’Arma dei Carabinieri. Nel 1994 la società passò poi sotto il controllo di Iritecna che in quegli anni era pure azionista della Stretto di Messina S.p.a.8

Lo stabilimento Alenia di Nola è utilizzato oggi per l’assemblaggio di componenti destinate a velivoli civili e militari. L’attività produttiva di Alenia Aeronautica comprende, tra gli altri, il C-27J, aereo da trasporto tattico, o gli ATR42MP e ATR72ASW, velivoli appositamente sviluppati per missioni di pattugliamento marittimo, recemente venduti pure ad India, Libia e Nigeria. Alenia riveste inoltre un ruolo chiave in alcuni dei programmi militari internazionali più importanti, come i cacciabombardieri Eurofighter Typhoon e Joint Strike Fighter F-35 e il dimostratore UCAV Neuron.
Ad ulteriore conferma della vocazione militare di buona parte delle convitate al banchetto dei lavori del Ponte, l’incarico delle attività di monitoraggio ambientale, territoriale e sociale per la fase ante operam, di costruzione (in opera) e di esercizio (post operam) dell’infrastruttura e dei suoi collegamenti stradali e ferroviari, è stato affidato ad un raggruppamento d’imprese in cui compare la Theolab Srl, una dei maggiori laboratori di analisi ambientali, chimiche e microbiologiche in Italia, di proprietà del Gruppo Tazzetti di Volpiano (Torino). Theolab vanta una lunga esperienza come contractor dell’Air Force Centre for Environmental Excellence, la struttura specialistica dell’Aeronautica militare degli Stati Uniti che esegue i monitoraggi ambientali delle proprie basi in Europa.