Le Befane prefette… pardon perfette (di Giulio Bruno)

di Giulio Bruno

Ci sono le Befane buone e quelle cattive. Quelle che portano i doni ai bambini e quelle che arraffano tutto ciò che gli capita sotto mano. Quelle che per fame, povere e con la pensione al minimo, non possono fare a meno di rubare un pezzo di formaggio al supermercato, e si beccano denuncia e galera; e quelle che, pur godendo di una condizione di vita privilegiata, si appropriano senza scrupoli del denaro pubblico.

Ci sono le Befane vestite di stracci, che come fantasmi emarginati popolano le nostre città; e ci sono quelle che indossano gioielli e pellicce di visone, ossequiate e rispettate da tutti. Quelle che viaggiano sulla scopa e quelle che si spostano in auto blu con tanto di autista al servizio. Le Befane imperfette e quelle prefette… pardon perfette. Le Befane che si accontentano, lottano, rinunciano e, spesso e volentieri, nonostante tutto finiscono sul rogo del pubblico ludibrio; e le Befane che pretendono, si sentono furbe e potenti, corrompono e perdono la faccia per pochi spiccioli.

Quelle che finiscono ammanettate dopo aver lottato per un ideale come la Tav e quelle che come ideale hanno glorificato il denaro, anche quello che non gli appartiene. La Befana vera vive di stenti e non rinuncia alla propria identità; quella falsa non ha identità né dignità. La vera Befana viene di notte con le scarpe tutte rotte; la Befana falsa scappa di notte tutta griffata e corre lontano a nascondersi per la vergogna.

Le Befane buone le incontri tutti i giorni, non solo il 6 gennaio; le vedi al mercato, a spasso da sole o mano nella mano coi nipotini, capelli grigi e scompigliati, vestiti acquistati alle fiere di paese, mani ruvide e callose, occhi stanchi di sacrifici e privazioni. Quelle cattive non le scorgi mai per strada, vivono nella comodità e nel lusso, prendono stipendi da seimila euro al mese, partecipano alle serate di gala, ai party esclusivi, hanno unghie curate, mani morbide, acconciature prefette…pardon perfette e occhi contornati di ombretto azzurro. Nelle Befane buone rivedi tua nonna, in quelle cattive la strega di Biancaneve.

Ma neppure le streghe sono tutte uguali. Quelle cazzute lottano per emanciparsi, quelle cattive fanno carte false per difendere i propri privilegi. La Befana che viaggia sulla scopa o gira di giorno con la busta della spesa è una strega buona e imperfetta nella sua dimensione di donna fragile e onesta; la Befana senza scrupoli che approfitta del suo ruolo sociale e che frequenta potenti, che imbroglia per arraffare denaro e utilizza la propria posizione per esercitare prepotenza è una strega cattiva. Anzi prefetta… pardon… perfetta. E passare da Galeone a galeotta è un attimo…